Nuovo centro sportivo polivalente di Potenza

1°classificato al concorso di idee ''We love Potenza'' Potenza / Italy / 2009

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Il tema di un centro sportivo polivalente in un’area a cavallo tra i quartieri di Malvaccaro e Poggio Tre Galli di Potenza è qui inteso come occasione per ricucire, all’interno di un sistema più organico, percorsi ed aree pubbliche in un ambito urbano notoriamente privo di attrezzature ricreative e luoghi di aggregazione. Sotto questo aspetto il progetto che si presenta vuole costituire non solo un intervento di progettazione fine a se stesso, ma un tassello di una riqualificazione più ampia che mira ad avere come bacino di utenza l’intera città. La ricognizione delle aree pubbliche nelle immediate vicinanze del lotto ha mostrato una desolante incuria quando non un totale abbandono di spazi originariamente destinati a verde pubblico o a stutture sportive a carattere rionale. Ci si riferisce nella fattispecie al rione Poggio Tre Galli dove, fatta eccezione per la recente sistemazione del parco dell’Europa Unita, le restanti aree verdi sono in prevalenza incolte; mentre i campi da tennis e da calcetto sono ormai da tempo abbandonati al degrado.
Pur concentrandosi sull’area oggetto di intervento, il progetto non si sottrae dal fornire una “visione urbana” di più ampio respiro, proponendo una contestualizzazione all’interno della realtà appena descritta che, se riqualificata, potrebbe fornire valore aggiunto all’intervento. A confermare questo scenario è la robusta rete di percorsi non solo carrabili, ma anche pedonali e ciclabili che, già esistenti, potrebbero facilmente rappresentare il “tessuto connettivo” tra le aree residenziali ed il nuovo centro polivalente. Non solo: la presenza , a ridosso dell’area di intervento, dell’area archeologica di Malvaccaro, potrebbe arricchire di valenze culturali e paesaggistiche le rete di percorsi dedicati allo sport ed al tempo libero.
E’ proprio il percorso l’elemento generatore del progetto che si presenta. Infatti dal livello stradale, dove sono ubicati i parcheggi per le auto e due ingressi, hanno origine tre percorsi a quote diverse che costituiscono gli assi progettuali dell’intervento e definiscono tre differenti ambiti di attività.
Un primo percorso, ubicato sulla copertura dell’edificio principale, dà accesso alle attività che si svolgono sulla terrazza ed al coperto; un secondo percorso, ad una quota inferiore rispetto al primo, conduce alle aree attrezzate ed ai campi da gioco scoperti. Infine, nella parte più a valle del lotto, un terzo percorso si configura come una vera e propria passeggiata naturalistica sulle rive del torrente.
Ai tre livelli di attività corrispondono tre differenti configurazioni architettoniche che variano dalle volumetrie costruite del primo livello alle superfici attrezzate del secondo al percorso lineare nella natura.
Nella redazione del progetto si è partiti dalla definizione di alcuni principi di base che hanno connotato l’intero iter compositivo. Tra questi, innanzi tutto, l’esigenza di contenere i costi dell’intervento entro i limiti imposti dal bando. In secondo luogo si sono ricercate soluzioni progettuali in grado di abbattere non solo i costi di realizzazione, ma anche quelli di manutenzione e gestione. Questo perchè, pur trattandosi di un concorso di idee, si è cercato di rendere il progetto realmente realizzabile e il più possibile economicamente sostenibile.
Per quanto riguarda invece la fruizione, si sono assunti come principi base la totale accessibilità di tutti gli spazi progettati ai diversamente abili. In termini di attività e, quindi, di bacino di utenza, si è cercato di offrire servizi in grado di coinvolgere tutte le fasce di popolazione, dai bambini alle famiglie, dai giovani agli anziani. Seguendo questo principio si è ricercata la più ampia integrazione degli spazi, al fine di conseguire una interazione sociale e generazionale. Anche la scelta delle attività praticabili è stata compiuta in modo da ampliare il bacino d’utenza da chi pratica sport più “tradizionali” (quali il nuoto, il basket, la pallavolo il calcio e l’atletica) agli appassionati di sport meno usuali che, tuttavia, riscuotono grande successo tra i giovani. Ci si riferisce, in particolare, al free climbing, per il quale si è pensato di attrezzare alcune pareti nell’ampio atrio di ingresso dell’edificio principale; ma anche allo skateboarding, allo streetbasketball, al beach volley al pattinaggio su pista e, nei mesi invernali, su ghiaccio.
Da un punto di vista strettamente progettuale si è seguita la filosofia del minimo costruito infatti, rispetto ai circa 21600 mq di superficie coperta realizzabile secondo gli indici urbanistici, si è scelto di realizzarne soltanto 4740. Questo non solo per contenere, come si è già detto, i costi, ma anche per porre l’accento sulla dimensione di “parco”, in continuità con il contesto urbano descritto in precedenza. Per ridurre l’impatto visivo del costruito, l’edificio principale è stato concepito come interrato e la copertura, attrezzata con campi da bocce, pista di atletica, un piccolo anfiteatro ed un bar, diventa parte integrante del parco sportivo e punto panoramico sulle attività che si svolgono nelle aree sottostanti. I campi di gioco all’aperto sono stati collocati nelle due aree pianeggianti del lotto, per abbattere i costi di movimentazione e stabilizzazione dei terreni e per ridurre l’impatto ambientale delle opere. La configurazione a cavea dello stato di fatto è stata sfruttata anche per ipotizzare lo svolgimento di spettacoli all’aperto, durante i quali gli spettatori possono agevolmente occupare le gradonate dei percorsi, mentre il palco può collocarsi in corrispondenza dei campi da gioco.
Dislocati lungo i percorsi del parco vi sono una serie di “moduli” in legno per servizi (WC, chiosco-bar, spogliatoi, info e noleggio attrezzature sportive: bici, pattini, segways, etc.) realizzati in modo da poter essere spostati o ampliati a seconda delle esigenze.
Per quanto riguarda la riduzione dell’impatto energetico, per rinfrescare gli ambienti si è pensato a finestrature che consentano un riscontro d’aria “regolabile”, in modo da determinare correnti d’aria negli strati più alti dell’ambiente. In particolare la doppia vetrata, che durante l’inverno accumula calore producendo al proprio interno un effetto “serra”, durante l’estate sarà ombreggiata nelle ore più calde e adeguatamente ventilata. Ciò avverrà creando aperture sui lati inferiore e superiore delle pareti vetrate, che consentiranno all’aria più fresca di entrare dal basso e all’aria surriscaldata di fuoriuscire dal lato superiore. La dispersione di calore e il raffrescamento avverrà inoltre per conduzione, facendo circolare e raffrescare l’aria dell’abitazione in tubi interrati e restituendola raffrescata all’ambiente interno. La regolazione della temperatura è garantita anche da sistemi basati su convenzione naturale che si produce a causa dei movimenti dell’aria determinati dalla gravità: l’aria più calda sale verso l’alto, e lascia così spazio a nuova aria fredda che viene “risucchiata” dall’esterno. Il fresco viene fatto pervenire dall’esterno attraverso tubazioni sotterranee (“volani termici”) che prelevano aria fredda da un punto a valle dell’edificio e la convogliano per convenzione nelle zone più calde.
Altro elemento di forza per il contenimento delle spese di gestione è il “parco fotovoltaico” che si è pensato di impiantare a copertura delle aree di parcheggio e consistente in 1400 mq di superficie utile, per un totale di circa 140 KW di rendimento.
Per la riduzione del carico ambientale del centro sportivo si è pensato di realizzare un impianto di fitodepurazione all’interno del parco.. Nel contesto del parco urbano qui progettato, si è pensato di sfruttare l’avvallamento presente tra le due colline-gioco per realizzare un’area di circa 600 mq dedicata all’affinamento, mediante fitodepurazione, della qualità delle acque reflue prodotte nel parco e già parzialmente depurate in fosse settiche adeguatamente dimensionate. Ogni vasca avrà una superficie di circa 100 m2, sarà riempita con ghiaia e vegetata con piante di cannuccia di palude, un’essenza acquatica spontanea molto diffusa in natura e adatta allo scopo. Il refluo farà il suo ingresso sotto la superficie della ghiaia, in modo da evitare la produzione di odori e la proliferazione di insetti. Un sistema di piccole cascate successive, infine, ossigenerà ulteriormente le acque prima di recapitarle al torrente.
Per la scelta delle piante da impiantare, date la vastità dell’area e le particolarità del terreno, che appare in larga parte argilloso-calacareo e soggetto a ristagno idrico, si è preferito procedere innanzitutto con il rilevamento della vegetazione esistente. Questo nell’ottica di salvaguardare la naturalità dell’area, di contenere le spese per l’impianto di nuove essenze e di trarre indicazioni utili circa le possibilità di attecchimento delle nuove specie da inserire.

In conclusione si è pensato anche alle modalità di gestione dell’intero impianto. Sarebbe auspicabile l’affidamento ad una cooperativa o associazione che possa gestire le attività ed il regolare funzionamento della struttura, oltre che definire le modalità di “scambio sul posto” dell’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico. La stessa cooperativa o associazione potrebbe stipulare convenzioni con scuole di vari ordini e gradi, per effettuare laboratori di botanica all’interno del parco in cambio, magari, di ingressi gratuiti alle strutture sportive. In questo modo il parco diventerebbe un vero e proprio giardino botanico di essenze autoctone la cui manutenzione ordinaria, estremamente semplice, potrebbe essere effettuata dagli stessi allievi delle scuole. Sempre in collaborazione con Istituti Tecnici o scuole professionali potrebbe essere realizzato un regolare monitoraggio della qualità delle acque depurate immesse nel torrente. Altre forme di gestione-manutenzione sono state ipotizzate nella possibilità di fornire ad anziani spazi coltivabili ad orto, in maniera da poter realizzare uno scambio generazionale di conoscenze legate alla coltivazione ed alla cura degli orti. Così saranno coinvolte, anche nella gestione, davvero tutte le fasce della popolazione e Potenza avrà un grande parco naturalistico, culturale e sociale oltre che “sportivo“.

Gruppo di progettazione:

W.O.P. architettura
Arch. Gerardo Sassano
Arch. Christian Rosolino
Ing. Michele Scioscia

Ing. Donato Losasso
Ing. Giovanni Albano

Consulenti:
Dott.ssa Valeria Di Muzio (agronomo)
Dott. Felice Curci (agronomo)
Giovanni Brienza (graphic designer)
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    Project details
    • Year 2009
    • Status Competition works
    • Type Sports Centres
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