RIQUALIFICAZIONE DELLA CHIESETTA ANNESSA A FABBRICATO STORICO
ex Fondazione Marianna di Savoia GALLIERA VENETA / Italy / 2008
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Il progetto si basa, innanzitutto, sulla sostanziale apertura formale e visiva dell’area posta ad Ovest della chiesetta: apertura che avverrà attraverso la demolizione, dei fabbricati fatiscenti affiancati all’edificio sacro, oltre che, con il parziale abbattimento del muro di cinta e lo spostamento dell’edicola, posti a Nord, in adiacenza della strada principale, Via Roma. La demolizione permetterà di liberare un accesso importante all’ambito conservando inalterato l’impianto e la disposizione degli edifici, oltre che, delle perimetrazioni di cinta originali. L’apertura visiva e la formale connessione con gli spazi pubblici circostanti sono garantite dallo stesso andamento dell’alto muro di cinta frapposto tra lo stesso ambito ed il complesso parrocchiale più a Ovest: il muro continuando a Sud, sembre incanalare la visuale proprio verso il fianco della chiesetta e gli spazi scoperti attinenti, nel contempo, dotato di aperture, può risultare originale elemento di divisione tra aree a maggior fruizione pedonale e aree a parcheggio. Interessante, in tal senso, la proposta di poter convenzionare gli attinenti scoperti pertinenziali al complesso parrocchiale, oltre il filtro di cinta, ricavandone utili superfici a parcheggio, incrementando l’accessibilità dalla via pubblica e quindi dalla piazza (vedi TAV. PLANIMETRIA GENERALE DI INTERVENTO e VISTE TRIDIMENSIONALI).
Il concepimento di un nuovo volume, non affatto scontato a conseguenza delle demolizioni previste, è fortemente motivato dalla disomogenea collocazione degli spazi a disposizione e dalle loro diverse caratteristiche formali, nonché dall’obiettivo di evitare ogni possibile promisquità con il complesso scolastico: il progetto si concentra sulla creazione di un nuovo blocco, studiato in forma, dimensioni e posizionamento per divenire l’elemento completante, sia dal punto di vista fisico che funzionale, delle strutture esistenti. Il nuovo volume non comporterà la perdità della dimensione originaria del complesso, dovrà mantenerne, piuttosto, integra l’identità, valorizzarne l’aspetto architettonico, convogliare a se il ruolo fondamentale di spazio per l’ingresso, di servizio e funzionale distribuzione ai diversi livelli di fruizione pubblica.
L’impianto della chiesetta si trova connesso perpendicolarmente in testata Ovest del corpo di fabbrica principale “ex Fondazione Marianna di Savoia”, mentre lo spazio oggetto di riuso, sullo stesso fabbricato scolastico, è posto al terzo livello fuori terra (sottotetto): l’utilizzo comune, o quantomeno in continuità, dei locali, posti a piani e su edifici differenti, è debolmente subordinato alla presenza di un unico vano scala, difficilmente meccanizzabile senza compromissione dell’apparato strutturale limitrofo. La struttura stessa della scala ed il vano ascensore occluso non offrono, unitamente, garanzie sufficienti agli adeguamenti strutturali, tecnologici e di corretto isolamento, convenientemente operabili. Un nuovo blocco distributivo, connesso ai due corpi di fabbrica, a completo superamento dei tre piani presenti, dotato di nuclei servizio e locali polifunzionali, offre l’opportunità di poter accedere, accogliere e connettere indipendentemente ciascuna delle aree convertite agli usi espositivi e di riunione previsti.
Il nuovo manufatto è calato su di un’ideale griglia di percorsi, in allineamento formale con i fabbricati e le strutture esistenti: maglia, che interseca con gli elementi di chiusura e assi diagonali di accesso sulla parte Ovest dell’ambito, che prosegue sino al giusto collegamento formale e visivo con vecchi edifici storici e gli impianti sportivi, posti più a Sud e che si pone in continuità geometrica verso Est, sino ai limiti imposti dalla proprietà. Proprio in continuità di collegamento con le vicine strutture sportive si ipotizza, a dipartire dal fronte Est del sopraccitato corpo di fabbrica di più recente fattura, la formazione di un asse percorribile verso Sud: dalla Via Roma, posta perpendicolarmente rispetto allo stesso edificio, sino all’intersezione con una viabilità comunale interna che collega alla strada principale Via Venezia, posta più ad Ovest. Presso l’intersezione si ipotizza la formazione di una piccola struttura coperta, a teorica chiusura del gomito creato dalla congiunzione dei due percorsi: l’elemento puntuale potrebbe assolvere ad importanti funzioni ricettive e d’informazione, e per il nuovo complesso polifunzionale, e per il centro sportivo, oltre che rappresentare accesso secondario per entrambe le attività. L’impianto della struttura si immagina ricavato dalle stesse linee d’intersezione ed allineamento derivanti dai percorsi e dallo spazio a disposizione: una sorta di tettoia piana ad un livello fuori terra con ridimensionamento di un volume sottostante costituiti dall’uso di strutture metalliche e materiali di rivestimento componibili, rispettivamente in alluminio e vetro.
Il graticolato geometrico esterno, suddivide lo spazio scoperto in campiture differentemente pavimentate o volutamente mantenute a prato, campiture che riportano, su modello del giardino all’italiana, le proporzioni formali dell’impianto fabbricato, sia storico che di nuova concezione. La “rottura” del sistema geometrico è rappresentata dal perimetro di pertinenza non propriamente ortogonale, dalla diagonale percorribile di attraversamento Nord Sud, sottolineata dalla presenza di tratti di filare alberati, di sistemi d’illuminazione puntuale, dalla sistematica collocazione di sedute, nonché dalla presenza, sulle riquadrature antistanti la testata del nuovo edificio, di una grande vasca d’acqua.
Il nuovo volume proposto in connessione con i corpi di fabbrica esistenti e collocato ortogonalmente sull’angolo Nord Ovest della corte interna, deve poter assolvere alla funzione architettonica di esaltazione del corpo chiesa, offrendone suggestivo retro scenografico e, nel contempo, ottenere “parziale chiusura” della corte, così ipotizzata. Il nuovo blocco sarà opposto al corpo di fabbrica collocato in testata Est dello stesso fabbricato principale originario, come si può osservare sugli ELABORATI GRAFICI DI PROGETTO. Il parallelepipedo, lievemente scostato dall’angolo interno della corte così formata, è compositivamente concepito come un apparato strutturale pieno, dotato di adeguate forometrie, coperto da un involucro semi trasparente metallico dal quale, le stesse aperture, si rendono leggibili; eccezione per la grande apertura a terra, che si osserva sui lati Ovest e Sud: il vuoto costituisce funzionalmente un portico coperto d’ingresso che anticipa il grande atrio – foyer, spazio di efficace rappresentanza.
La “pelle” che complessivamente si sovrappone al nucleo fabbricato è distaccata dallo stesso, affinchè si possa incrementare l’effetto di leggerezza ed omogeneità superficiale della quinta, anche in fase notturna, opportunamente retroilluminata. Il nuovo volume è collegato ai corpi di fabbrica esistenti attraverso percorsi coperti trasparenti, dotati di telaio in acciaio e tamponamenti in vetro ed alluminio. I ponti sono presenti, al Piano Terra, per il diretto collegamento con la chiesetta e per la connessione con il corpo scala esistente verso Nord ed al Secondo Piano, aereo, per la connessione con il locale sottotetto, verso lo stesso corpo scala esistente. Il collegamento posto al terzo livello, unitamente al nucleo distributivo centrale del nuovo ampliamento, per adeguamento alla quota d’imposta dello stesso sottotetto esistente, si distinguono per un’altezza maggiore in copertura. Il blocco scala con ascensore, i servizi ed i locali accessori sono mantenuti piuttosto decentrati verso gli stessi collegamenti con gli edifici esistenti, così da offrire maggior spazio alle aree di accesso, al Piano Terra, ed alla sala polifunzionale posta al Piano Primo, dotata di doppia altezza. La sala è concepita come complementare alle attività pubbliche da presidiarsi e si ritiene particolarmente adatta ad accogliere conferenze od incontri che prevedano l’utilizzo di particolari mezzi di comunicazione visivi o sonori, ancor’che funzioni espositive.
Il concepimento di un nuovo volume, non affatto scontato a conseguenza delle demolizioni previste, è fortemente motivato dalla disomogenea collocazione degli spazi a disposizione e dalle loro diverse caratteristiche formali, nonché dall’obiettivo di evitare ogni possibile promisquità con il complesso scolastico: il progetto si concentra sulla creazione di un nuovo blocco, studiato in forma, dimensioni e posizionamento per divenire l’elemento completante, sia dal punto di vista fisico che funzionale, delle strutture esistenti. Il nuovo volume non comporterà la perdità della dimensione originaria del complesso, dovrà mantenerne, piuttosto, integra l’identità, valorizzarne l’aspetto architettonico, convogliare a se il ruolo fondamentale di spazio per l’ingresso, di servizio e funzionale distribuzione ai diversi livelli di fruizione pubblica.
L’impianto della chiesetta si trova connesso perpendicolarmente in testata Ovest del corpo di fabbrica principale “ex Fondazione Marianna di Savoia”, mentre lo spazio oggetto di riuso, sullo stesso fabbricato scolastico, è posto al terzo livello fuori terra (sottotetto): l’utilizzo comune, o quantomeno in continuità, dei locali, posti a piani e su edifici differenti, è debolmente subordinato alla presenza di un unico vano scala, difficilmente meccanizzabile senza compromissione dell’apparato strutturale limitrofo. La struttura stessa della scala ed il vano ascensore occluso non offrono, unitamente, garanzie sufficienti agli adeguamenti strutturali, tecnologici e di corretto isolamento, convenientemente operabili. Un nuovo blocco distributivo, connesso ai due corpi di fabbrica, a completo superamento dei tre piani presenti, dotato di nuclei servizio e locali polifunzionali, offre l’opportunità di poter accedere, accogliere e connettere indipendentemente ciascuna delle aree convertite agli usi espositivi e di riunione previsti.
Il nuovo manufatto è calato su di un’ideale griglia di percorsi, in allineamento formale con i fabbricati e le strutture esistenti: maglia, che interseca con gli elementi di chiusura e assi diagonali di accesso sulla parte Ovest dell’ambito, che prosegue sino al giusto collegamento formale e visivo con vecchi edifici storici e gli impianti sportivi, posti più a Sud e che si pone in continuità geometrica verso Est, sino ai limiti imposti dalla proprietà. Proprio in continuità di collegamento con le vicine strutture sportive si ipotizza, a dipartire dal fronte Est del sopraccitato corpo di fabbrica di più recente fattura, la formazione di un asse percorribile verso Sud: dalla Via Roma, posta perpendicolarmente rispetto allo stesso edificio, sino all’intersezione con una viabilità comunale interna che collega alla strada principale Via Venezia, posta più ad Ovest. Presso l’intersezione si ipotizza la formazione di una piccola struttura coperta, a teorica chiusura del gomito creato dalla congiunzione dei due percorsi: l’elemento puntuale potrebbe assolvere ad importanti funzioni ricettive e d’informazione, e per il nuovo complesso polifunzionale, e per il centro sportivo, oltre che rappresentare accesso secondario per entrambe le attività. L’impianto della struttura si immagina ricavato dalle stesse linee d’intersezione ed allineamento derivanti dai percorsi e dallo spazio a disposizione: una sorta di tettoia piana ad un livello fuori terra con ridimensionamento di un volume sottostante costituiti dall’uso di strutture metalliche e materiali di rivestimento componibili, rispettivamente in alluminio e vetro.
Il graticolato geometrico esterno, suddivide lo spazio scoperto in campiture differentemente pavimentate o volutamente mantenute a prato, campiture che riportano, su modello del giardino all’italiana, le proporzioni formali dell’impianto fabbricato, sia storico che di nuova concezione. La “rottura” del sistema geometrico è rappresentata dal perimetro di pertinenza non propriamente ortogonale, dalla diagonale percorribile di attraversamento Nord Sud, sottolineata dalla presenza di tratti di filare alberati, di sistemi d’illuminazione puntuale, dalla sistematica collocazione di sedute, nonché dalla presenza, sulle riquadrature antistanti la testata del nuovo edificio, di una grande vasca d’acqua.
Il nuovo volume proposto in connessione con i corpi di fabbrica esistenti e collocato ortogonalmente sull’angolo Nord Ovest della corte interna, deve poter assolvere alla funzione architettonica di esaltazione del corpo chiesa, offrendone suggestivo retro scenografico e, nel contempo, ottenere “parziale chiusura” della corte, così ipotizzata. Il nuovo blocco sarà opposto al corpo di fabbrica collocato in testata Est dello stesso fabbricato principale originario, come si può osservare sugli ELABORATI GRAFICI DI PROGETTO. Il parallelepipedo, lievemente scostato dall’angolo interno della corte così formata, è compositivamente concepito come un apparato strutturale pieno, dotato di adeguate forometrie, coperto da un involucro semi trasparente metallico dal quale, le stesse aperture, si rendono leggibili; eccezione per la grande apertura a terra, che si osserva sui lati Ovest e Sud: il vuoto costituisce funzionalmente un portico coperto d’ingresso che anticipa il grande atrio – foyer, spazio di efficace rappresentanza.
La “pelle” che complessivamente si sovrappone al nucleo fabbricato è distaccata dallo stesso, affinchè si possa incrementare l’effetto di leggerezza ed omogeneità superficiale della quinta, anche in fase notturna, opportunamente retroilluminata. Il nuovo volume è collegato ai corpi di fabbrica esistenti attraverso percorsi coperti trasparenti, dotati di telaio in acciaio e tamponamenti in vetro ed alluminio. I ponti sono presenti, al Piano Terra, per il diretto collegamento con la chiesetta e per la connessione con il corpo scala esistente verso Nord ed al Secondo Piano, aereo, per la connessione con il locale sottotetto, verso lo stesso corpo scala esistente. Il collegamento posto al terzo livello, unitamente al nucleo distributivo centrale del nuovo ampliamento, per adeguamento alla quota d’imposta dello stesso sottotetto esistente, si distinguono per un’altezza maggiore in copertura. Il blocco scala con ascensore, i servizi ed i locali accessori sono mantenuti piuttosto decentrati verso gli stessi collegamenti con gli edifici esistenti, così da offrire maggior spazio alle aree di accesso, al Piano Terra, ed alla sala polifunzionale posta al Piano Primo, dotata di doppia altezza. La sala è concepita come complementare alle attività pubbliche da presidiarsi e si ritiene particolarmente adatta ad accogliere conferenze od incontri che prevedano l’utilizzo di particolari mezzi di comunicazione visivi o sonori, ancor’che funzioni espositive.
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Il progetto si basa, innanzitutto, sulla sostanziale apertura formale e visiva dell’area posta ad Ovest della chiesetta: apertura che avverrà attraverso la demolizione, dei fabbricati fatiscenti affiancati all’edificio sacro, oltre che, con il parziale abbattimento del muro di cinta e lo spostamento dell’edicola, posti a Nord, in adiacenza della strada principale, Via Roma. La demolizione permetterà di liberare un accesso importante all’ambito conservando inalterato l’impianto e la disposizione...
- Year 2008
- Client Comune di Galliera Veneta
- Status Competition works
- Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture / Town Halls / multi-purpose civic centres / Restoration of old town centres / Landscape/territorial planning / Feasibility Studies / Office Buildings / Business Centers / Research Centres/Labs / Multi-purpose Cultural Centres / Museums / Concert Halls / Libraries / Associations/Foundations / Art Galleries / Urban Renewal
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