Concorso di progettazione per la realizzazione di un centro servizi alle imprese | marco terzitta

Oristano / Italy / 2009

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Concorso di progettazione per la realizzazione di un centro servizi alle imprese

Le esigenze della committenza, così come definite, spingono ben oltre la semplice “idonea impostazione degli schemi distributivi”; si è ritenuto pertanto di dover approfondire e radicare le scelte progettuali ponendo, già negli schemi iniziali, il problema del soddisfacimento delle esigenze di rappresentatività con un carattere forte degli elementi costitutivi di base. Si è ricercata così la risposta alle problematiche compositive più che nelle operazioni di disegno di superficie (o ricerca materica) nell’articolazione delle masse volumetriche dei pieni e dei vuoti e nella tensione del contrappunto tra instabilità di forma ed equilibrio funzionale. Con una costante attenzione alle tematiche poste dalla bioclimatica, tematiche che hanno sempre accompagnato il processo progettuale.
L’assioma razionalista (“first form then function”) del subordinamento della forma alla funzione (certamente superato da tempo) trova nel lavoro che si propone la perfetta antitesi. E’ evidente che la velocità con cui nuovi modi e tecniche di produzione-trasporto-commercializzazione delle merci (e delle idee) si susseguono nell’arco di tempi ristrettissimi determinando la necessità di svincolare gli spazi delle funzioni per le quali sono stati pensati e realizzati, propendendo per la creazione di contenitori dotati di flessibilità che possono ospitare funzioni diverse che si susseguono e consentire successive implementazioni ed ottimizzazioni, oltre alla applicazione di sistemi diversi nello svolgimento di identiche attività.


Il progetto


Il progetto si sviluppa lavorando armonicamente sui punti di forza e sulle criticità rilevate nell’area oggetto di intervento. La presenza di importanti assi viari così prossimi al lotto favorisce la viabilità ed i collegamenti carrabili, tuttavia penalizza il rapporto con l’abitato di Santa Giusta e con il water-front dello stagno, creandosi anche situazioni di notevole pericolo per i pedoni in transito.
Nello studio delle previsioni di piano e della cartografia allegata al bando si è conservata la disposizione di tutti gli standard previsti e si è pensato di ipotizzare (non è stata inserita nel calcolo sommario di spesa) la realizzazione di un intervento anche all’esterno del lotto acquisito per aumentare le potenzialità dell’intervento:
L’idea nasce dalla convinzione che i servizi che si vanno a realizzare possano avere un valore aggiunto nella realizzazione di:
- Una passerella sopraelevata atta a superare, evitando i rischi dell’attraversamento a raso, la pericolosa SP 22
- Un percorso in legno lungo l’arenile dello stagno fino a Ponte Romano che valorizza un’area di grande pregio naturalistico ed attualmente degradata
- Un pontile che penetra all’interno dello stagno per alcune decine di metri per offrire al visitatore, magari dopo la confusione di un evento fieristico, un momento di relax nell’apprezzare la natura.
I tre elementi sono stati uniti in un percorso che connette l’area di intervento con l’abitato di Santa Giusta attraversando il Ponte Romano fino al parco in prossimità dello stagno. Il percorso termina all’interno del lotto, con una comoda rampa, in prossimità dell’area esterna tra l’ingresso allo spazio espositivo e la palazzina.
Lo spazio esterno è stato mantenuto, con un approccio minimalista, il più possibile scarico di segni. L’ampio parcheggio è stato organizzato in modo tale da ospitare poco meno di 200 auto e per consentire la manovra dei grandi mezzi di trasporto che potranno depositare le merci all’intrerno dell’area espositiva; un piccolo giardino nell’area di ingresso è accompagnato da uno specchio acqueo che richiama il tema caratteristico del paesaggio. L’ingresso al lotto è stato mantenuto nel medesimo punto previsto dal piano e l’ingresso di servizio sulla SP 22 dovrà essere opportunamente segnalato per ridurre i rischi di incidenti durante le manovre di ingresso all’area.


L’edificio


Si è cercato, sulla base delle riflessioni riportate, di giungere alla creazione di un oggetto che mantenendo un forte carattere unitario fosse sufficientemente articolato, sia dal punto di vista funzionale che spaziale; un oggetto che possa scuotere la scena, con spazi che oltre a contenere si esibiscono, di catturano l’attenzione, incuriosiscono e colpiscono.
Spazi mutevoli, ambigui nella destinazione quanto razionali nel funzionamento, spazi che passano dal vuoto al pieno e con limiti indefiniti, con scenari imprevedibili determinati dal carattere deciso degli elementi massivi. Superfici concave e convesse, piane, oblique e lisce e ruvide; uno specchio d’acqua e poco altro; pochi elementi con una tensione costante all’equilibrio. La volontà poi di radicare gli oggetti costitutivi del progetto nel contesto territoriale e culturale si esprime nella ricerca semantica di riferimenti, nel tentativo di stabilire un approccio di tipo evocativo con categorie, oggetti, tradizioni. Il candore delle superfici ed il rapporto vuoti-pieni della sequenza di spazi espositivi-palazzina uffici cerca in qualche maniera di evocare la caratteristica maschera della Sartiglia, simbolo di un territorio nell’immaginario collettivo non solo isolano ma nazionale. L’altro riferimento che in qualche modo ha suggestionato le forme dell’edificio, rappresentato dalle sinuosità degli intrecci delle lavorazioni artigianali realizzati con le canne che crescono in abbondanza nelle paludi, ed in particolare il fassone, l’imbarcazione realizzata dagli artigiani di Cabras con l’unione di fascine in giunco. Nel progetto si può ritrovare qualche suggestione delle fascine intrecciate nelle sinuosità create dalla scomposizione plastica dell’edificio.
Riteniamo si siano così evitati i paludosi terreni della citazione o del sincretismo, cui potevano condurre i pur numerosi e notevoli riferimenti formali presenti nel contesto (nuraghe pinneta etc.).
La struttura portante è realizzata in travate di legno lamellare con interposte una doppia serie di bielle sempre in lamellare che ottimizzano lo schema statico scaricando i carichi e parte delle spinte su opportune cerniere ancorate a terra.
Il rivestimento viene realizzato con pannellature metalliche sandwich prefabbricate, tale sistema costruttivo consente di ridurre notevolmente i costi complessivi di realizzazione


Lo spazio espositivo


Nello studio dello spazio espositivo si è riflettuto a lungo sulle richieste espresse nel bando, da un lato un budget limitato a 4.000.000 dall’altro l’esigenza di raggiungere un livello qualitativo adeguato sotto tutti i profili, dovendo essere dotato di tutte le necessarie infrastrutture. Le soluzioni adottate hanno permesso di realizzare al piano terra una superficie espositiva di 4110 mq. oltre alle superfici destinate ad ospitare i servizi informazioni, bar, aree relax al piano terra e ristorante al piano rialzato. Lo spazio espositivo lungo circa 100 mt. risulta completamente libero da montanti verticali per una larghezza massima di 40 mt. Grande attenzione è stata riposta nello studio dell’orientamento e dell’illuminazione naturale degli spazi interni: una serie di ampie vetrate illuminano lo spazio espositivo da Est-nordest e da Ovest, in modo uniforme, senza luce diretta dalle 9.00 alle 17.00 durante i mesi estivi e dalle 12.00 alle 15.30 durante i mesi invernali; va da se che in inverno la luce diretta che penetra nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio non può essere che un beneficio, soprattutto nell’ottica della limitazione dell’uso dell’illuminazione artificiale. Le grandi vetrate potranno comunque essere schermate con breeze solail nell’ipotesi in cui si voglia gestire con maggiore precisione il passaggio della luce naturale. L’orientamento ottenuto con la rotazione di 35° della parte frontale dei corpi di fabbrica ha consentito, oltre a posizionare le grandi vetrate ad Ovest, anzichè a Sud Ovest, (migliorando l’illuminazione interna) di ottenere grandi superfici opache esposte a Sud che sono state strutturate in modo da poter ospitare una notevole superficie di pannelli votovoltaici sia amorfi (superfici verticali) che cristallini (superfici di copertura)


La palazzina


Il progetto degli uffici contemporanei è legato sempre più spesso al tema della partizione. Forse anche per questo ai dispositivi di divisione dello spazio si chiede di essere sempre più complessi e sfaccettati, di separare ma anche di connettere, di garantire la privacy ma nello stesso tempo la permeabilità, di essere modulari ma anche infinitamente personalizzabili. Con tali qualità sono stati pensati gli spazi interni al blocco della “palazzina” (A).
La permeabilità percettiva è il tema che ha interessato tutto l’organismo edilizio ed in particolare il blocco uffici in cui è previsto un sistema di pannelli scorrevoli di grandi dimensioni che si lasciano attraversare dalla luce necessaria da un ambiente all’altro e permettono la partizione attiva degli spazi. A seconda delle necessità i pannelli possono essere rivestiti in legno (ufficio direzionale con adiacente sala riunioni) laminato bianco (postazioni di lavoro); in vetro per le partizioni della sala conferenze.
La destinazione d’uso ad uffici può aprirsi a fruizioni molteplici e diversificate, determinando considerazioni ed esigenze specifiche, tra le quali:
-polifunzionalità,
-elasticità e possibilità di variazioni in funzione di una reale disponibilità all’utilizzo da parte degli utenti sia interni che esterni;
-eleganza, estetica e funzionale, come elemento di rappresentatività;
-facilità di pulizia e manutenzione.
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    Project details
    • Year 2009
    • Client Camera di commercio Industria Artigianato Agricoltura di Oristano
    • Status Competition works
    • Type multi-purpose civic centres
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