EBG - EXPERIENTIAL BEER GARDEN | Giuseppe Raimondo

Progettazione del primo centro in Italia dedicato alla birra, attraverso la riqualificazione della ex cantina di invecchiamento del brand Villa Zarri. Castel Maggiore / Italy / 2017

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Questo progetto si pone essenzialmente tre obiettivi. 1 – Dare un nuovo punto di riferimento a scala urbana per gli abitanti di quell’area del comune di Castel Maggiore; 2 – Realizzare un intervento che costituisca un’opera unitaria fra antico e nuovo, fra natura e architettura stabilendo una continuità con il parco adiacente e la meravigliosa architettura di Villa Zarri; 3 – Creare un progetto commerciale/economico , costituito da percorsi obbligati per gli utenti della struttura, che portino questa nuova architettura ad avere una sicura redditività basata sulle eccellenze gastronomiche del territorio
Nell’ottica dell’economicità del progetto, ma anche in virtù dell’analisi architettonica, abbiamo proteso verso una conservazione quasi totale dell’ex cantina di invecchiamento collocata nell’area B, edificio comunque testimonianza di “un’archeologia industriale” e che abbiamo ritenuto molto affascinante negli aspetti formali.
In seguito a questa analisi abbiamo ritenuto che le tipologie di approccio per questo progetto potessero essere di due tipi, una a scala territoriale (progetto del parco) e l’altra a scala architettonica (progetto dell’ex cantina di invecchiamento). Il primo, l’abbiamo ritenuto fondamentale per far si che lo splendido parco non fosse un elemento a corredo della parte più visibile del progetto (ex cantina) ma un elemento fortemente caratterizzante e integrante di tutta l’idea; il nostro scopo è quello di creare un percorso indotto e obbligato che sia il proseguimento delle funzioni presenti nell’ex cantina. Un percorso legato alle percezioni sensoriali degli individui, che inizia attraverso l’udito e alla degustazione all’interno del manufatto architettonico e si sviluppa all’esterno con tre padiglioni “effimeri” che esaltano il primo la vista, il secondo il tatto e il terzo l’olfatto. Attraverso questo ragionamento il parco e l’ex cantina diventeranno un tutt’uno e non più due elementi estranei come lo sono stati fino ad oggi. L’idea così come descritta doveva essere trasformata in architettura e lavorando sull’immagine dell’elemento protagonista del concorso, e cioè la birra, abbiamo ideato il concept di progetto. La birra, nei suoi elementi fondamentali, riconoscibili in tutto il mondo e cioè il suo color oro e il colore bianco e candido della schiuma trasformati in materiali di rivestimento.
Il colore bianco rappresenta il nuovo, la superfetuazione, il materiale più neutro possibile che riesca a contestualizzarsi nel modo migliore con le emergenze storiche di cui è caratterizzato il parco. Per noi tale materiale si riconduce a vetro bianco latte. Di tale materiale saranno rivestiti la “nuova volumetria” che si insedierà nel ex cantina e i tre padiglioni disseminati nel parco.
Il color oro, si riconduce a panelli di ottone traforati, che rivestiranno il preesistente dell’ex cantina. Un materiale che coprirà la pietra calcarea grigia di cui è ricoperto esternamente il manufatto e che secondo noi, fa si che questo edificio, ad oggi risulti completamente anonimo al contesto in cui si insedia.
Ora però, soffermiamoci sulla parte più complessa e importante del concorso di idee e cioè il progetto di riqualificazione dell’ex cantina. Come già accennato abbiamo creduto che fosse possibile conservare quasi totalmente il vecchio edificio, sia per garantire una certa economicità del progetto, sia perché crediamo che l’architettura guardi al suo futuro attraverso la riqualificazione del preesistente. Abbiamo ritenuto che la copertura, con la sua forte plasticità, fosse l’elemento più caratterizzante dell’edificio industriale, mentre il rivestimento esterno in pietra calcarea locale (selenite) fosse troppo anonimo e, per tale motivo, lo abbiamo o coperto con il rivestimento in pannelli di ottone o demolito nella parte bassa. La copertura in voltine di laterizio è stata demolita nei tre moduli centrali (per far posto alle nuove funzioni) e in altre due laterali per permettere una migliore illuminazione zenitale della nuova architettura. Gli step progettuali per la riqualificazione dell’ex cantina sono i seguenti:
1 – “alziamo” l’edificio da terra, eliminando il preesistente rivestimento in selenite grigia fino all’altezza del nuovo piano ammezzato (+3.00m). In questo modo avremo una continuità diretta in tutte le direzioni fra il piano terra dell’edificio e il parco circostante. Il restante rivestimento in selenite sarà coperto da pareti ventilate con rivestimento in ottone;
2- “Inseriamo” il nuovo volume centrale rivestito in vetro bianco latte, che sarà il cuore pulsante del fabbricato (saranno collocate tutte le funzioni polivalenti) e svetterà in altezza di circa 4 metri dai volumi preesistenti in modo da diventare una lanterna illuminata di notte, un nuovo landmark per una periferia suburbana di modesta qualità. Questo nuovo volume sarà il cuore pulsante in quanto è stato ideato per ospitare eventi, mostre temporanee e si configura come una vera e propria Agorà.
3 – L’altezza della struttura preesistente ci permetterà di inserire un piano soppalcato che attraverso le doppie altezze ci permetterà di caratterizzare anche il piano terra. Tutte le aree all’interno dell’edificio saranno collegate tra loro da un “percorso obbligato” che l’utente, una volta entrato all’interno della nuova struttura, si troverà a percorrere tra area produzione, zona shop, ristoranti di vari tipi basati sulla territorialità e aree polivalenti. Il percorso dell’utenza è studiato per portare dei risultati economicamente sicuri e vantaggiosi per la proprietà.
L’idea di un nuovo edificio caratterizzato da una parte centrale rivestita in pannelli di ottone (color oro) e una parte superiore in pannelli di vetro bianco latte (colore bianco) è nata dalla volontà di restituire un concept semplice che facesse pensare all’utente, immediatamente al prodotto protagonista del concorso, alla birra quando questa viene immessa in un boccale.
Al piano terra trovano collocazione le seguenti funzioni partendo da sinistra: 1 – area produzione e laboratori con annessa area spogliatoio e servizi e zona relax per i dipendenti a diretto contatto con la natura del parco; 2 – primo shop di prodotti legati al brand o all’eccellenze del territorio e un bar utilizzabile sia dai dipendenti che dai fruitori della struttura; 3 – il blocco di funzioni polivalenti centrale (che ha anche un piano interrato destinato ai servizi, depositi e locali impianti) che costituisce anche l’accesso alle funzioni e al percorso illustrativo. 4 – ristorante sia take away, sia alla carta che attraverso delle vetrate apribili può trovarsi a diretto contatto con la natura. All’uscita di tale ala del ristorante è possibile acquistare i prodotti provati, all’interno di un box specifico.
Dal ristorante posto al piano terra o in alternativa dalla piazza coperta centrale, è possibile accedere al piano superiore dedito sia alla ristorazione di alto livello sia al percorso illustrativo del processo di produzione, attraverso delle pensiline o passerelle sospese. Anche in questo piano, lungo il percorso illustrativo, sono stati collocati box e stand che permettono l’acquisto di prodotti tipici o di gadget a ricordo dell’esperienza vissuta. Il restante sviluppo planimetrico della struttura avviene unicamente nel blocco centrale, caratterizzato da passerelle e da scalinate scenografiche che potranno essere utilizzati come anfiteatri per spettacoli o solo per illustrare il processo produttivo. Lo sviluppo in sezione del nuovo blocco centrale ci permetterà di godere al massimo delle doppie altezze caratterizzanti la struttura ma anche di poter utilizzare l’effetto camino per il raffrescamento estivo, tramite un’apertura posta in sommità. Al secondo piano è collocato la sala degustazione, punto terminale del percorso illustrativo del processo di produzione mentre, al terzo e ultimo piano, è collocato un ristorante di lusso con vista panoramica sulla nuova copertura dell’edificio rivestita in brise-soleil in cotto ad arco e sul parco circostante.
Come già accennato in precedenza, il parco sarà caratterizzato da un percorso illustrativo che incontrerà tre padiglioni effimeri, ognuno dei quali stimolerà un senso preciso. Il primo padiglione è una rampa piena, utilizzabile nella sua copertura per il riposo, per la lettura o per le attività ludiche. Sulle pareti di tale rampe verranno trasmesse, tramite ledwall, video del processo produttivo della birra e della storia di Villa Zarri. Il secondo padiglione è un giardino verticale installato su di un muro, che attraverso il tatto ci permetterà di interagire e capire le varie tipologie di luppolo. L’ultimo step del percorso è l’olfatto, rappresentato dal padiglione più grande che riprende le dimensioni degli insediamenti storici del parco e sarà un corpo in acciaio completamente rivestito in pannelli di vetro bianco latte. Tali pannelli di rivestimento sono concepiti per essere flessibili nella loro configurazione e garantire un aspetto e un immagine differente a quest’architettura in base alle esigenze stagionali. Infatti, in estate l’apertura verso l’alto del rivestimento permette al padiglione di diventare un tutt’uno con il parco circostante. All’interno del padiglione verranno proiettati ologrammi e immesse profumazioni che faranno capire ai fruitori l’essenza del prodotto protagonista del progetto.


 

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    Project details
    • Year 2017
    • Client VILLA ZARRI
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Urban Furniture / Factories / Bars/Cafés / Pubs/Wineries / Restaurants / Wineries and distilleries / Recovery of industrial buildings
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