PORTA SUD OVEST | CORFONE+PARTNERS

Manfredonia / Italy / 2012

0
0 Love 674 Visits Published

Una enorme area naturale ed in parte agricola, ai margini della Città di Manfredonia, sta vivendo in questi anni un periodo di vivace trasformazione edilizia, all’interno della quale molte decine di edifici residenziali stanno vedendo la luce in un processo edilizio autonomo e disinteressato rispetto alla identità storica, edilizia e morfologica del contesto urbano e paesaggistico sul quale incidono.


Numerose ci sembrano le attuali incongruenze del Piano Urbanistico Generale rispetto a queste aree: piuttosto che lavorare sulla forma architettonica, strutturale e sociale dell’Urbe, si tenta di dare un noioso ordine, meramente quantitativo, alle pressioni speculative locali. I piani particolareggiati delle Zone C, zone di espansione urbana, sono la peggiore delle banalizzazioni dei quartieri di edilizia economica e popolare degli anni settanta/ottanta, rivisitate alla luce delle attuali esigenze economico-finanziarie. Questa grande espansione urbana, non accoglie nel suo background culturale e progettuale, neppure i più semplici e tradizionali significati sociali ed ambientali e tecnologici,della città mediterranea tradizionale; significati di cui pure la stessa Manfredonia è portatrice da secoli. Tantomeno, questi nuovi quartieri sono vagamente riconducibili alle avanzate politiche urbanistiche che in Francia chiamerebbero “eco-quartier” e che in Spagna, Svizzera, Germania, come Abruzzo, Lombardia, Trentino, Marche si tenta da anni di realizzare, anche mediante l’aiuto di grandi società di progettazione o gruppi di ricerca interuniversitaria.


La carenza di un progetto di città e di un’idea di quartiere, sta facendo si che migliaia di persone stiano investendo in aree urbane senza identità, paesaggio, servizi specializzati o attrezzature basilari, senza direzionalità, trasporti pubblici, giardini, viali alberati, passeggiate pedonali, piazze, negozi, attività economiche. Il nostro gruppo di ricerca e progettazione ha individuato come primo campanello d’allarme, un semplice ed oggettivo dato: i quartieri dormitorio, o “favelas di lusso” che stanno sorgendo a Manfredonia, non hanno neppure un nome. Sembrerebbe quasi che la creazione di questa nuova porzione di città, grande come l’interno centro storico di Manfredonia, stia avvenendo senza che gli stessi manfredoniani se ne stiano neppur accorgendo, escludendo ovviamente quelle poche migliaia di persone che hanno investito il loro futuro abitativo nell’acquisto di un appartamento in questi solitari quartieri, o meglio, solitarie zone C. “Manfredonia Porta Sud Ovest” è il nome che abbiamo pensato e attribuito alla Città Generica che il mercato economico-edilizio locale sta tentando di costruire e vendere all’ingresso sud di Manfredonia, ad ovest della città storica.
Il Piano degli spazi pubblici, dei servizi e delle reti della sostenibilità (PPSR) è il tentativo di dare un significato, un’identità, una direzionalità in post-produzione alle aree di espansione residenziale definite “Manfredonia Porta Sud Ovest” attraverso due grandi elementi urbani oltre che una capillare rete di infrastrutture della sostenibilità. Più che un piano vero e proprio, il PPSR è un’idea ambientale ed architettonica della Città: una visione urbana composta da un insieme di linee guida, da traguardare in ogni operazione progettuale di trasformazione del contesto locale mediante trattative concertate con gli stakeholders economici e con le comunità che presto abiteranno tali abnormi volumetrie edilizie in fase di realizzazione, progettazione, pianificazione.
La morfologia rizomatica che abbiamo immaginato per le infrastrutture della sostenibilità vorrebbe “irrigare” i nuovi quartieri mediante tecniche avanzate ed ecocompatibili di costruzione dello spazio urbano che abbiamo classificato, mediante colori, in base alle funzioni ed alle prestazioni che offrono. La “rete arancione” è stata predisposta per migliorare in modo diretto la qualità della vita dei residenti, nonché la socializzazione e la permeabilità stessa tra i diversi comparti edilizi. È una rete di reti in quanto generata da spazi pubblici e zone a traffico limitato, spazi meramente pedonali, piazze e vie ciclabili, nonché di servizi pubblici ed attrezzature private ad uso pubblico.
La “rete verde” è un sistema di spazi organici, permeabili e di alta valenza vegetale che hanno la funzione primaria di dare continuità e qualità agli spazi aperti, offrendo la possibilità di ridurre le temperature locali e migliorare il microclima, grazie all’ombreggiamento delle superfici urbane ed alla evapotraspirazione; migliorano la qualità dell’aria grazie alla fotosintesi; migliorano la biodiversità animale e vegetale grazie all’intrinseca qualità biotica della vegetazione ed alla loro attrattività. La “rete blu” funge da infrastruttura di gestione ecologica delle acque piovane e delle acque reflue ed è stata predisposta per raccogliere, purificare, stoccare, immagazzinare e riutilizzare tali acque, al fine di risparmiare le risorse naturali ed ottimizzare il ciclo urbano delle acque, nonché di rinaturalizzare suoli a basso livello di permeabilità. La “rete viola” è un sistema di infrastrutture puntuali per la generazione di energie elettriche, meccaniche e termiche da fonti eco-compatibili e rinnovabili; tale rete potrebbe dare vita a nuove caratteristiche identitarie dell’intera area di progetto. Il “viale della sostenibilità” è una grande attrezzatura pubblica lineare che direziona la nuova espansione residenziale, un nuovo “Corso Manfredi” dal carattere contemporaneo, costruito ad hoc per la nuova Manfredonia in fase di realizzazione. Il viale, permeabile al resto della città. È un passeggiata ciclabile e pedonale, ricca di alberature, servizi pubblici di alto pregio sociale ed architettonico, piazze, luoghi pubblici, aree verdi, sistemi di illuminazione a basso consumo energetico, elementi di produzione dei energia da fonte rinnovabile, sistemi innovativi di gestione delle acque piovane, e sopratutto il viale è l’asse portante della nuova città “in fieri” per la sua notevole forza strutturante: immaginato come un parco lineare che attraversa l’intera area in trasformazione, avrebbe la capacità di attirare al suo immediato contorno tutte le nuove attrezzature di cui la città deve necessariamente disporre. I servizi ipotizzati sono ad esempio asili, alberghi, palestre, centri sportivi, mercati, scuole, cinema, ristoranti, caserme, ludoteche, ecc.


Il “parco della sostenibilità” è una sorta di Central Park di “Manfredonia Porta Sud Ovest”. Le cave in via di dismissione offrono oggi enormi problematiche di tipo paesaggistico, economico, ambientale ed occupazionale, ma altrettante opportunità vengono offerte da questo tipo di aree produttive tanto vicine ad aree urbane densamente popolate come questa. ll principio che regola oggi la generalizzata dismissione delle cave di estrazione è quello del “ripristino dello stato dei luoghi”, perlopiù irrealizzabile, oltre che banale ed inutile. Questo studio propone e mette in luce l’opportunità di una riconversione ecologica dell’attuale stabilimento produttivo tradizionale, mediante il concetto contemporaneo di “parco della sostenibilità”. Il parco sarebbe un’area, non solo esperibile dalla cittadinanza, ma a servizio della stessa, che continui ad assicurare rendita economica a gestori e proprietari dell’impianto, i quali gioverebbero di una nuova “rendita di posizione” definita dal vantaggio di essere immersi, nel giro di pochi anni all’interno della città.
Il parco della sostenibilità è teso ad abbattere l’impronta ecologica della nuova espansione residenziale mediante soluzioni concertare tra stakeholders, comunità ed amministrazioni. Le funzioni da insediare nell’ex cava dovrebbero essere sicuramente diversificate ed a servizio delle nuove residenze e potrebbero essere ad esempio: impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile (geotermica, fotovoltaica ed eolica); impianti di fitodepurazione dei reflui e delle acque piovane, loro riciclo e riutilizzazione; attività dal grande potenziale ambientale, sociale ed economico come le riciclerie attrezzate e custodite (che stanno ad esempio sorgendo nelle aree centrali di Milano) dove i cittadini possono portare, scambiare, vendere o comprare tutti i materiali che la società produce utilizza e scarta, come rifiuti ingombranti, materiali altamente differenziati e riciclabili.


CITTÀ: Manfredonia, Italia
COMMITTENTE: Comune di Manfredonia
DESTINAZIONE D’USO: Centro servizi di quartiere
PROGETTISTI: Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Franco Di Trani, Marianna Di Lauro, Claudio Angelucci, Luisa Di Viesti, Ilaria Rinaldi
ANNO: 2012

0 users love this project
Comments
    comment
    user
    Enlarge image

    Una enorme area naturale ed in parte agricola, ai margini della Città di Manfredonia, sta vivendo in questi anni un periodo di vivace trasformazione edilizia, all’interno della quale molte decine di edifici residenziali stanno vedendo la luce in un processo edilizio autonomo e disinteressato rispetto alla identità storica, edilizia e morfologica del contesto urbano e paesaggistico sul quale incidono. Numerose ci sembrano le attuali incongruenze del Piano Urbanistico...

    Project details
    • Year 2012
    • Client Comune di Manfredonia
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Urban Furniture / multi-purpose civic centres
    Archilovers On Instagram