Torre Parametrica | Germana Trione

The lights of the other cities have been turned out, one after the other, during the nights in which comets fall down. We were afraid of the news that would have arrived, but we were pushovers: the silence is the most terrible news: no one escapes once they arrived. Only silence and darkness follow them. Neither our soldiers in reconnaissance came back: maybe they do many prisoners or, worse, they don’t do any of them.

To not know is leading people to chaos and insanity: just to know that, before or after, it will be our turn; that we will be unprepared; that we won’t know against what we will have to protect ourselves; that there is no place where escape because there are the same chances they will arrive here or elsewhere. It’s a ticking clock, announcing that – near of far it may be – the hour will arrive.

And then, they will surround us and will emerge from those inhuman wood houses and will devour us.

Le luci delle altre città si sono spente, una ad una, durante le notti in cui piovono comete. Temevamo le notizie che sarebbero giunte, ma eravamo degli ingenui: il silenzio è la notizia più terribile: nessuno sfugge una volta che sono arrivati. Solo buio e silenzio li seguono. Neppure i nostri soldati in avanscoperta sono tornati: forse fanno molti prigionieri o, peggio, non ne fanno nessuno.

Non sapere sta portando la gente al caos e alla follia: sapere solo che prima o poi toccherà a noi; che saremo impreparati; che non sapremo da cosa difenderci; che non esiste luogo dove sfuggire perché è altrettanto probabile che arrivino qui quanto altrove. E’ un orologio che ticchetta, senza fine, annunciando che – vicina o lontana che sia – l’ultima ora arriverà.

E allora ci circonderanno ed emergeranno da quelle loro disumane casette di legno e ci divoreranno.