SERVICIOS DE JUVENTUD DEL AYUNTAMIENTO DE BURGOS | andrea barasciutti

Burgos / Spain / 2009

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Il nuovo edificio per la gioventù di Burgos completa letteralmente un isolato che, colmando un vuoto architettonico contribuisce a far recuperare alla piazza un proprio ruolo.
La piazza ora è il risultato di un vuoto determinato dai volumi degli edifici contermini, uno spazio inutilizzato da trasformare. Di conseguenza, nonostante il peso figurativo della cattedrale, la proposta mira a progettare un edificio capace di trasformarsi in un semplice spettatore , senza acquisire un ruolo protagonista come ha invece la cattedrale.
Non si tratta però di uno spettatore qualunque il quanto l’edificio rappresenta la gioventù e quindi il nostro futuro.
Quindi una piazza ed un edificio nati per questo specifico luogo ed importanti per il futuro come centro di socialità e di comunicazione umana in un’epoca di globalizzazione e di mancanza di contatti umani.
L’edificio e la sua piazza sono stati pensati come luogo d’incontro e di interrelazione, luogo per spettacoli e manifestazioni: un vero e proprio sito urbano ricco di vita oltre che di storia e di bellezza, nella speranza che l’uomo possa ritornare come vero e proprio protagonista della città.
La piazza è stata ricavata sul naturale declivio del terreno ottenendo una piccola cavea adagiata sul pendio dello stato attuale come facevano gli antichi greci nel progetto dei loro teatri: una maniera antica per un progetto contemporaneo. Questa cavea darà modo ai cittadini ed ai visitatori di sedersi, riposarsi, meditare, incontrasi e confrontarsi con la città, quindi una piazza come luogo d’incontro e sito per eventi o manifestazioni. Perciò una piazza che non sia una mera realizzazione figurativa e statica ma un luogo dinamico da vivere ed utilizzare, studiato e progettato a dimensione d’uomo.
La facciata del nuovo centro giovanile è orientata verso la cattedrale in modo da renderlo protagonista della vita della piazza anche se non ha alcuna porta aperta sulla piazza poiché la sua organizzazione segue rigorosamente la geometria dell’ambiente urbano nel quale va ad inserirsi, che non viene alterato ma nobilitato dalla presenza dell’edificio.
Gli edifici esistenti ed il suo topos insediativo (la città di Burgos) sono stati gli elementi di forza per la composizione del progetto che ha cercato di capire ed utilizzare positivamente le nuove dinamiche della città come opportunità di concretizzazione architettonica cercando di accantonare interpretazioni improprie come quelle di un internazionalismo atopico o di una mimesi locale.
Il progetto è stato concepito come dialogo con le condizioni empiriche che si sono rilevate nell’affrontare il tema: le forme degli edifici esistenti, le distanze, gli allineamenti, i sistemi contestuali, i principi insediativi. Il dialogo progettuale con tali sistemi è partito dal riconoscimento dell’esistenza dell’altro e quindi il progetto si è presentato come lettura e costituzione della distanza critica dal contesto attualizzata mediante la scelta opportuna dei materiali (la Pietra ed il Vetro), la composizione spaziale e volumetrica ed il giuoco dei pieni e dei vuoti con un unico obiettivo: quello della qualità architettonica.
La costituzione di tale qualità è stata messa in moto anche dalle nuove necessità di carattere collettivo espresse dal bando del concorso, grazie a queste spinte essa si potrà concretizzare con la forma del nuovo contesto cioè con il modo di essere di un nuovo dialogo tra edificio e tessuto connettivo urbano.
Per il progetto dell’edificio, i materiali storici della città di Burgos sono stati un po’ ciò che fu il linguaggio classico per l’architettura fino al XVIII secolo: un corpus costituito con la successione delle sue reinterpretazioni, le proprie regole insediative diacroniche e strutturali.
In rapporto a tale testo si è proposta una certa innovazione, una trasgressione non ostentata. La difficoltà è stata quella di individuare una strumentazione tecnico-grammaticale capace di proporsi con sufficiente autorità e durata senza che questa abbia potuto portare a modelli sempre uguali a se stessi ed indipendenti dalle situazioni specifiche esulando così sia da operazioni di mimesi architettonica che da formalismi ostentati.
Quindi la proposta di un progetto in grado di continuare a costruire la storia, narrandola attraverso un concetto reso visibile dal manufatto architettonico. Il tentativo è quello di raccontare una storia semplice, allo stesso tempo poetica e razionale: lasciar nascere qualcosa di nuovo all’interno del vecchio.
Anche le soluzioni di dettaglio proposte dal progetto e meglio esplicitate nella tavola con la sezione esecutiva in scala 1:20, non saranno solo elemento di arricchimento e di differenziazione ma anche di unificazione e di segnale di appartenenza all’identità complessiva.
L’edificio consta di una facciata principale diaframmata sulla cattedrale, la facciata sarà rivestita in pietra, in sintonia con quella dell’edificio religioso, essa sarà caratterizzata da un gioco vibrante ed armonico di pieni e di vuoti, quasi uno spartito musicale di luce.
Il resto dell’edificio è quasi una teca di vetro con le partizioni portanti rivestite in pietra che, però, prende le distanze dall’esistente grazie ad un corpo di fabbrica.
L’interno dell’edificio sarà uno spazio dinamico e flessibile con partizioni in arredo che potranno essere modificate nel tempo al cambiare delle esigenze della committenza.
I collegamenti verticali saranno dislocati nel corpo di fabbrica vetrato di confine con l’esistente e sanno un canale di luce per tutto l’edificio data la trasparenza dell’ascensore e del vano scala.
Le strutture portanti verticali ed orizzontali saranno in calcestruzzo rivestito in pietra, i pavimenti interni saranno in legno ad eccezione della hall d’ingresso che invece sarà in marmo.
Il sistema di riscaldamento avverrà per mezzo di pavimenti radianti a bassa temperatura. L’utilizzo di ampie vetrate, con un basso “K” termico, una corretta posizione dell’edificio e dei relativi ambienti, l’utilizzo di regolatori di irraggiamento solare contribuiranno a recuperare energia in maniera passiva. Nei periodi invernali, inoltre, può essere previsto un sistema di ventilazione meccanica controllata degli ambienti che permette di mantenere sempre chiuse le finestre al fine di evitare lo spreco di calore e quindi di energia durante il ricambio dell’ aria.
E’ stato pensato poi anche ad un sistema del recupero dell’acqua piovana: i pluviali interni alle pareti trasportano l’acqua meteorica, proveniente dalle coperture piane, in una cisterna posta sotto il livello interrato, da qui viene pompata, dopo essere stata filtrata, e riutilizzata per lo scarico dei wc e per il sistema antincendio.






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    Project details
    • Year 2009
    • Status Competition works
    • Type multi-purpose civic centres
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