ISP - Istituto per la farmaceutica ospedaliera
Institut fur spitalpharmazie Basel / Switzerland / 1998
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La netta divisione fra il volume di ingresso e il nucleo centrale, organizzato quest’ultimo intorno ad una corte e comprendente le funzioni principali, consente ai progettisti di soddisfare sia l’esigenza dell’allineamento con gli edifici adiacenti che la realizzazione di uno spazio regolare ritagliato dalla forma trapezoidale del lotto e impostato su una rigida griglia a maglia quadrata. In questo modo la semplice soluzione monolitica di un unico volume attestato sul margine della strada viene resa più complessa con l’inserimento di uno scarto fra i due corpi e con il successivo slittamento, lungo il piano parallelo alla strada, che genera uno spazio aperto a lato dell’ingresso.
Il rivestimento in pannelli di vetro serigrafato, che cela interamente la struttura opaca della costruzione, nega, di fatto, la concretezza fisica e permanente dell’edificio e instaura un dialogo sommesso e costante con l’intorno. Il rapporto tra l’interno e l’esterno è così regolato dalla presenza osmotica di questo filtro vetrato: la differente incidenza della luce su di esso alterna gradi diversi di trasparenza e di opacità.
Tutto il progetto e la sua concezione impongono una struttura flessibile e sensibile, che i due architetti individuano nella cosiddetta pelle. Tale struttura si pone come elemento intermedio situato tra la costruzione e lo spazio esterno e rappresenta il mezzo attraverso cui le due entità entrano in un rapporto di simbiosi.
Tutta la sezione è caratterizzata dalla cesura verticale del prospetto orientale e dal gioco dei piani sfalsati ottenuto attraverso lo sdoppiamento del corpo.
In questo progetto i due architetti hanno mantenuto le seguenti condizioni al contorno: il rispetto dell’allineamento della facciata e del colmo e il forte condizionamento del lotto, oltre ad essere un fattore inalienabile del processo progettuale, costituisce il primo indizio formale precisamente definito.
Il vetro e la luce sono gli elementi costitutivi della fisionomia dell’edificio e giocano un ruolo destabilizzante rispetto alla fissità del corpo e della materia.
Il lavoro di Herzog e De Meuron si è da sempre sviluppato nell’osservanza di un principio fondamentale che vede nel rapporto fra artificio e natura, fra invisibile e visibile, fra contesto e soggetto, primo piano e sfondo, l’esistenza di una segreta continuità. In questa alterazione delle gerarchie si sostanzia l’apparato decorativo, inteso come qualità visiva dei materiali.
Il rivestimento in pannelli di vetro serigrafato, che cela interamente la struttura opaca della costruzione, nega, di fatto, la concretezza fisica e permanente dell’edificio e instaura un dialogo sommesso e costante con l’intorno. Il rapporto tra l’interno e l’esterno è così regolato dalla presenza osmotica di questo filtro vetrato: la differente incidenza della luce su di esso alterna gradi diversi di trasparenza e di opacità.
Tutto il progetto e la sua concezione impongono una struttura flessibile e sensibile, che i due architetti individuano nella cosiddetta pelle. Tale struttura si pone come elemento intermedio situato tra la costruzione e lo spazio esterno e rappresenta il mezzo attraverso cui le due entità entrano in un rapporto di simbiosi.
Tutta la sezione è caratterizzata dalla cesura verticale del prospetto orientale e dal gioco dei piani sfalsati ottenuto attraverso lo sdoppiamento del corpo.
In questo progetto i due architetti hanno mantenuto le seguenti condizioni al contorno: il rispetto dell’allineamento della facciata e del colmo e il forte condizionamento del lotto, oltre ad essere un fattore inalienabile del processo progettuale, costituisce il primo indizio formale precisamente definito.
Il vetro e la luce sono gli elementi costitutivi della fisionomia dell’edificio e giocano un ruolo destabilizzante rispetto alla fissità del corpo e della materia.
Il lavoro di Herzog e De Meuron si è da sempre sviluppato nell’osservanza di un principio fondamentale che vede nel rapporto fra artificio e natura, fra invisibile e visibile, fra contesto e soggetto, primo piano e sfondo, l’esistenza di una segreta continuità. In questa alterazione delle gerarchie si sostanzia l’apparato decorativo, inteso come qualità visiva dei materiali.
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La netta divisione fra il volume di ingresso e il nucleo centrale, organizzato quest’ultimo intorno ad una corte e comprendente le funzioni principali, consente ai progettisti di soddisfare sia l’esigenza dell’allineamento con gli edifici adiacenti che la realizzazione di uno spazio regolare ritagliato dalla forma trapezoidale del lotto e impostato su una rigida griglia a maglia quadrata. In questo modo la semplice soluzione monolitica di un unico volume attestato sul margine della strada...
- Year 1998
- Work finished in 1998
- Status Completed works
- Type Office Buildings
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