Quinta Monroy | Elemental

Iquique / Chile / 2004

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93 INCREMENTAL HOUSES COMPLEX
The challenge of our first project was to accommodate a hundred families using a subsidy of $7,500 dollars that in the best of the cases allowed for thirty-six square meters of built space in a 5,000 square meter site, which cost three times what social housing could normally afford. None of the solutions in the market solved the equation. So we thought of a typology that, as buildings, could make a very efficient use of land and as houses allowed for expansion. After a year, each property value was beyond $20,000 dollars. Still, all the families have preferred to stay and keep on improving their homes, instead of selling them...


[ES]


CONJUNTO DE 93 VIVIENDAS INCREMENTALES
El desafío de nuestro primer proyecto fue acomodar 100 familias utilizando un subsidio de 7,500 dólares, que en el mejor de los casos, permitía la construcción de una vivienda de 36 m². Un segundo problema, el sitio de 5000 m², que costaba el triple de lo que un proyecto de vivienda social puede, usualmente, permitirse. Ninguna de las soluciones propuesta por el mercado podía resolver la ecuación. Entonces pensamos una tipología de edificio que efectuara un uso de suelo eficiente y que a su vez, permitiera la ampliación de las casas. Después de un año, el valor de cada propiedad superó los 20.000 dólares. Sin embargo, las familias prefirieron quedarse y seguir con la ampliación de su casa en vez de venderlas.


[IT]
Il governo cileno ci ha chiesto di risolvere la seguente equazione: Creare alloggi per le 100 famiglie della Quinta Monroy, nello stesso sito di 5000 mq che essi hanno illegalmente occupato negli ultimi 30 anni nel centro di Iquique, una città nel deserto cileno. Abbiamo dovuto lavorare nel quadro della politica abitativa in corso, sulla base di un sussidio di 7500 dollari per famiglia, con il quale abbiamo dovuto pagare il terreno, le infrastrutture e l’architettura. Considerando i valori correnti nell’edilizia cilena, 7500 dollari sono sufficienti solo per circa 30 mq di spazio costruito. E nonostante il valore del terreno (3 volte più alto di quello che gli alloggi sociali possono permettersi di norma) l'obiettivo era quello di lasciare vivere le famiglie nello stesso sito, invece di spostarle in periferia. Di fronte a cio’, cosa fare? Il nostro primo compito è stato quello di trovare un nuovo modo di guardare il problema, spostando la nostra prospettiva progettuale dalla scala del modo migliore possibile di spendere 7500 dollari, da moltiplicare per 100 volte, alla scala del modo migliore possibile di spendere 750.000 dollari, per un edificio capace di ospitare le 100 famiglie, garantendogli la possibilità di affrontare in autocostruzione le loro singole successive esigenze di ampliamento. Abbiamo notato che un edificio ha la possibilità di essere ampliato solo al piano terra e all’ultimo piano. Quindi abbiamo lavorato su un edificio che prevedesse questa possibilità. Quale è “il nostro punto di vista”? Noi riteniamo che l'edilizia sociale dovrebbe essere considerata come un investimento e non come un costo. Così abbiamo dovuto ritenere le prime sovvenzioni la base di un investimento capace di incrementare il proprio valore nel tempo. Tutti noi, al momento di acquistare una casa, ci aspettiamo di vedere aumentare il suo valore. Ma l'edilizia sociale in una inaccettabile percentuale è più simile all’acquisto di una macchina che a quello di una casa: ogni giorno il suo valore diminuisce. Noi di ELEMENTAL abbiamo individuato una serie di condizioni di progettazione di un alloggio che può aumentare il suo valore nel tempo. In primo luogo abbiamo dovuto raggiungere una sufficiente densità complessiva (ma senza sovraffollamento) in modo da essere in grado di pagare il terreno. Ciò per conservare il sito di origine, destinato a mantenere la rete di opportunità che offre la città e, pertanto, a rafforzare l'economia della famiglia; d'altro canto la buona posizione è la chiave per aumentare il valore della proprietà. In secondo luogo, a causa del fatto che il 50% di ogni unità di volume sarà realizzato in auto-costruzione, l'edificio doveva essere sufficientemente “poroso” per consentire a ciascuna unità di espandere all'interno la sua struttura. L'originale edificio doveva quindi fornire un sostegno alla successiva espansione (piuttosto che esserne un vincolo), anche al fine di evitare eventuali effetti negativi dell’auto-costruzione, nel corso del tempo, in materia di ambiente urbano, e anche per facilitarne il processo di espansione. Infine, dunque, si è trattato di progettare una piccola casa (30 mq in tutto), garantendo nel futuro un reddito proprio di una casa di medie dimensioni, di cui solo una piccola parte garantita adesso. Questo ha significato un cambiamento nella norma del costruire cucine, bagni, scale, pareti divisorie, e tutte le parti di difficile realizzazione della casa, che dovevano essere progettate per scenario di una casa di 72mq. Quando il denaro è sufficiente solo per metà della casa, la questione chiave è: che parti conviene realizzare?. Abbiamo scelto di realizzare le parti che una famiglia non sarà mai in grado di costruire in proprio, non importa con quanti soldi, energia o tempo. Questo è quanto noi riteniamo di contribuire, utilizzando strumenti di tipo architettonico e non questioni di architettura in questo caso, per superare la povertà.

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