Roma Qvanta Fvit Rvina Docet Piranesi Prix de Rome 2016 XIV Edition, concorso di idee per via dei Fori Imperiali a Roma

Piranesi Prix de Rome 2016 XIV Edition, concorso di idee per via dei Fori Imperiali a Roma Rome / Italy / 2016

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Considerazioni generali e impostazione urbanistica
Deformis urbs veteribus incendiis ac ruinis erat; vacuas areas occupare et aedificare, si possessores cessarent, cuicumque permisit... Fecit et nova opera templum Pacis foro proximo.
Questo passo di Svetonio (Vesp. 8) che descrive i monumenti restaurati o costruiti da Vespasiano, suggerisce l'idea di trasformazione urbana che ha da sempre caratterizzato gli interventi di monumentalizzazione dell'Urbe promossi nel tempo dai vari Imperatori nei rispettivi fora, che nella circostanza storica richiamata da Svetonio è legata all'Imperatore Vespasiano che, a seguito dei gravi danni subiti dalla città durante la guerra civile del 69 d.C., decreterà la costruzione del terzo complesso forense imperiale con il Templum Pacis. Più in generale, nella storia dell'urbanistica e delle trasformazioni monumentali di Roma, questa idea di trasformazione si estrinseca nella costruzione di grandi monumenti edificati ex novo su pre-esistenze o in aree appositamente spianate e regolarizzate per far spazio a progetti che si impostano su spazi che vengono quindi reinterpretati secondo le nuove funzioni pubblico-amministrative e adattati alle rivisitate elaborazioni di programma che, per ciascun foro imperiale, riveleranno nel tempo peculiari componenti ideologiche e/o implicazioni celebrative tipiche di ciascun l'Imperatore. L'attuale area archeologica dei Fori Imperiali che si estende tra piazza Venezia e il Colosseo e costeggia il complesso del Foro Romano è la summa di una ricchissima sequenza stratigrafica che rileva, senza soluzione di continuità, interessanti testimonianze, ora imponenti ora labili, databili a partire dall'età protostorica. Dall'analisi morfologica dell'area si possono distinguere due diverse zone collegate a due grandi assi, ciascuno con i suoi problemi e potenzialità:
l'asse dei Fori Imperiali;
l'asse del Colosseo-Tempio di Venere e Roma.


Via dei Fori Imperiali e il suo rapporto con la rovina dei Fori
L'area è attualmente caratterizzata dalla forte e pervasiva presenza della Via dei Fori Imperiali nata dall'idea mussoliniana di creare un collegamento viario e visuale tra la grande area di Piazza Venezia e il Colosseo, ma anche come un grande spazio urbano che ingloba i resti archeologici dell'antico Impero Romano per generare un forte legame tra il presente politico e l'antica grandezza politica e culturale dell'Impero Romano. Per attuare questo complesso programma politico culturale, impostato a livello della quota della città attuale, venne raso al suolo l'antico quartiere Alessandrino di epoca medievale, per mettere in evidenza i resti più importanti dei Fori emersi dalla quota archeologica. A nostro avviso oggi c'è stato un importante cambiamento di paradigma. Al momento dello sventramento, le rovine si percepivano come elementi pittoreschi, come oggetti finalizzati alla monumentalizzazione legata essenzialmente alla loro visibilità. Attualmente invece le rovine sono percepite soprattutto attraverso un approccio scientifico/filologico rende quindi necessario evidenziare il più possibile il loro tracciato e la spazialità originaria. Il sedime della Via dei Fori Imperiali dà vita, per la sua posizione in relazione ai resti archeologici, a problemi di comprensione della sequenza dei vari Fori. Il tracciato rettilineo e schematico è assolutamente estraneo alla morfologia dei Fori antichi, che vengono oggi percepiti in modo arbitrario e frammentario. Il sedime della Via Alessandrina si imposta attraversando il Foro di Traiano, quello di Augusto e di Nerva impedendo la leggibilità morfologica e spaziale degli stessi e si presenta, avendo perso il contesto per cui era stata creata, quasi come un relitto privo di senso. Con la demolizione del omonimo quartiere medievale si sono anche eliminati i vecchi collegamenti che permanevano tra i Fori e la città.


Via dei Fori Imperiali, come asse viario e visivo
Via dei Fori Imperiali era stata inoltre pensata in continuità all'interno di un sistema di percorsi urbani destinati a unire la Basilica di San Pietro, con quella di San Giovanni in Laterano,con un forte carattere simbolico che trovava una sua enfatizzazione durante le grandi sfilate militari. Si trattava di idee urbanistiche di derivazione ottocentesca ereditati in parte dagli interventi parigini di Haussmann. Scelte strategiche urbane che nella situazione odierna non ha perso totalmente il loro valore urbano e il carattere simbolico. Attualmente inoltre la Via dei Fori con la sua completa pedonalizzazione ha anche perso il suo significato come asse di viabilità urbana. Permane tuttavia l'idea di mantenere l'asse visuale del viale tra Piazza Venezia e la vista sullo sfondo del Colosseo come parte integrante imprescindibile dell'immagine di Roma.


Accessibilità
Gli ingressi attuali sono oggi poco accessibili al pubblico, sono confusi e parziali sia per la presenza di Via dei Fori Imperiali sia per i problemi di logistica e di mancanza di percorsi adeguati alla quota archeologica. La posizione dell'attuale accesso ai Fori dal Tempio di Antonino e Faustina non ha alcuna logica dal punto di vista della percezione della viabilità e della spazialità antica. A questa frammentarietà percettiva dei resti archeologici contribuisce anche la mancanza di strutture che possano identificare in modo corretto i vari accessi in relazione ai Fori antichi. Nel tempo si sono succeduti una serie di interventi per la realizzazione di manufatti finalizzati ai percorsi di visita e accessi assolutamente parziali, ognuno con un sua individualità materica e formale, una situazione che ha peggiorato la già confusa leggibilità delle parti archeologiche frammentarie attualmente visibili dei Fori. Il problema di contestualizzazione delle rovine dei cosiddetti Auditoria di Adriano, rinvenuti recentemente tra il 2007 e il 2011 durante gli scavi per la Metro C, dipende da due questioni irrisolte: una urbana in relazione al situazione complessiva del disegno dell'invaso di Piazza Venezia e l'altra legata alla relazione mancata con i resti archeologici dei Fori Imperiali. La visione attuale evidenzia una zona irrisolta nel disegno del parterre della grande piazza e al contempo esprime una potenzialità a livello archeologico per le relazione che potrebbe tessere con gli altri resti, oggi separati.


L'asse del Colosseo-Tempio di Venere e Roma
L'area attorno al Colosseo,ormai per gran parte pedonalizzata, è caratterizzata da una disomogenea d'interventi priva di un'immagine unitaria dell'invaso e non si percepisce più un legame con il resto delle aree archeologiche come la collina dei resti delle Terme di Tito e Traiano e il colle Oppio con i resti della Domus Aurea. Anche le rovine del Ludus Magnus, sono attualmente in stato di semi abbandonato, non inglobate nel sistema dell'area del Colosseo, separate dal contesto urbano circostante in una situazione simile agli Auditoria di Adriano. Gli scavi sono accessibili solo in rare occasioni da una piccola scaletta metallica e sono visibili solo dall'alto del perimetro urbano. La relazione originaria tra il Colosseo e il Tempio di Venere e Roma è oggi compromessa dalla perdita di integrità del basamento che si trova in uno stato di rovina con i grandi fornici a vista. Anche la parte superiore del basamento è stato trattato con una sistemazione a verde che svilisce la grandiosità originaria del monumento e contribuisce alla perdita di quella relazione fondamentale con il Colosseo. Di fronte alla Basilica di Massenzio, la sistemazione novecentesca del muro di Muñoz è stata recentemente alterata con la demolizione della rampa che collegava Via dei Fori Imperiali con i giardini del palazzo Silvestri-Rivaldi. Una demolizione legata ai lavori della nuova linea della Metropolitana, che lascia aperto il problema della definizione architettonica del collegamento. Infine, vi è una vera e propria confusione di soluzioni costruttive ed elementi architettonici che derivano dagli scavi archeologici successivi, che hanno avuto luogo senza essere soggetti ad un piano generale architettonico di sistemazione d'insieme.


Progetto architettonico e paesaggistico
L'insieme dei Fori Imperiali è uno dei più importanti siti archeologici del mondo, ciò che vogliamo è creare un grande parco archeologico integrato all'interno del sistema generale dei parchi urbani della città di Roma. Occorre recuperare la sua comprensibilità all'interno del contesto urbano contemporaneo della città di Roma, essere accessibile a tutti, sia agli abitanti della città, agli studiosi e ai turisti e, ridiventare un nuovo grande Forum urbano per la città di Roma.


Recuperare la leggibilità geometrica e spaziale del Fori Imperiali
Si tratta di ricostruire l'impianto morfologico degli antichi Fori in stretta relazione con la struttura urbana della città contemporanea, generando una rete di nuovi percorsi e piazze in continuità con il resto della città. Si prevede quindi la sostituzione della Via dei Fori Imperiali e della Via Alessandrina con una nuova trama di percorsi in quota, che occupano il sedime degli antichi portici dei Fori. Da questo livello superiore le rovine dei Fori sarebbero percepiti come un vuoto o cavità rispetto al piano orizzontale della città contemporanea, come una sorta di grande finestra sul passato. Attualmente dai percorsi esistenti la visone dei resti archeologici non corrisponde alla forma della città antica, e ciò rende illeggibile la sequenza spaziale dei Fori. In contrasto con questa confusa situazione attuale, la nostra proposta progettuale permette di poter rileggere con chiarezza le rovine dei Fori, visibili attraverso i vuoti dei nuovi percorsi che ricalcano la trama della città antica. Nel livello inferiore, attualmente gli spazi archeologici sono visibili solo per frammenti chiusi da strade e terrapieni che non corrispondono alle vecchie unità spaziali urbane dei diversi Fori. L'attraversamento e la visita di questo livello archeologico diventa irregolare e frammentario, in un certo modo impermeabile, rendendo difficile anche capire quali aree sono state coperte e che cosa scoperto.
Nella proposta progettuale i percorsi elevati si impostano sopra il sedime degli antichi portici riconfigurandoli, permettendo di percepire dal livello basso, archeologico, i limiti delle rovine di ogni Foro, restituendo spazialmente la sua forma originaria. Le aree coperte dai nuovi percorsi sono quindi coerenti con le aree coperte degli antichi Fori. In sintesi attraverso una visione e una finalità contemporanea si restituisce la trama del tessuto storico dei pieni e dei vuoti degli antichi Fori. Quindi si progettano nuovi portici il cui estradosso costituisce il percorso e la superficie della città contemporanea. I nuovi portici non poggiano sull'antico pavimento in marmo, ma la loro struttura portante poggia sul piano di fondazione delle antiche colonne che era già progettato per grandi carichi. La parte superiore del portico, al livello del percorso ha una sezione che permette la presenza di un sedile incassato nel suo spessore che permette una vista panoramica delle rovine evitando la realizzazione dei parapetti o ringhiere.


Manutenzione di Via dei Fori Imperiali come asse visivo
L'eliminazione del tratto di Via dei Fori Imperiali non comporta la scomparsa dell'importante asse visivo tra Piazza Venezia e il Colosseo. Si genera un grandioso asse visivo privo di ostacoli, il cui punto focale è il Colosseo, fiancheggiato dalle colonne ricostruite per anastilosi che emergeranno in altezza sopra il livello della città contemporanea.


Recuperare il collegamento tra i Fori e la città esistente
L'estrusione della morfologia dei Fori alla quota urbana, attraverso i nuovi percorsi in quota, consente inoltre di ricollegare l'area dei Fori con le parti confinanti della città contemporanea, principalmente con l'area dell'antica Suburra con l'area della Curia e della Chiesa di Santi Luca e Martina. Uno degli aspetti più interessanti è che si recuperano connessioni con parti della città moderna che esistevano tra i Fori con la città antica, per esempio tra il Foro di Augusto e la Piazza del Grillo e Via Tor de Conti.


Nuovi ingressi ai Fori chiari, rappresentativi e adeguati
Si progettano due nuovi ingressi individuati in relazione alla mobilità pedonale e veicolare urbana e alla nuova rete della Metropolitana, il primo nell'area del Colosseo e il secondo in corrispondenza del Tempio della Pace.


Intervento sul Tempio Della Pace
E' considerato un luogo idoneo, per la sua posizione alla fine della Via Cavour e al centro del futuro parco archeologico, per individuare uno spazio coperto, a livello della città contemporanea, che genererebbe una sala ipostila al livello delle rovine. Entrambi i livelli saranno collegati attraverso un grande vuoto centrale, in cui si trova una gradinata e una scala di accesso.


Intervento sugli Auditoria di Adriano
L'idea progettale per la copertura degli scavi archeologici dei resti del cosiddetto Auditorium di Adriano consiste nella creazione di due volume che emergono dal piano stradale per ripristinare il carattere spaziale del vecchio edificio realizzate con un materiale traslucido. L'accesso sarebbe realizzato attraverso un percorso sotterraneo che unisce questi resti archeologici con il Foro di Traiano. Intervento nel seminterrato del Tempio di Venere e Roma e nuovo accesso al Forum. Il tema progettuale del nuovo accesso ai Fori dalla Basilica di Massenzio e il tema della riconfigurazione spaziale della rovina del Tempio di Venere e Roma e del suo asse con il Colosseo, trovano sintesi per mezzo di una soluzione unica. Un muro, che cinge il perimetro del Tempio, ristabilisce la riconoscibilità geometrica dell'impianto del basamento della rovina. Questo recinto murario contiene il nuovo sistema di accesso e uscita dei Fori, in corrispondenza dell'area della stazione metropolitana Colosseo in costruzione. Dall'ingresso, il muro si dispone parallelamente alla fronte del tempio di Venere e Roma che guarda il Colosseo, diventando percorso aperto verso i ruderi del basamento e chiuso verso l'area dell'anfiteatro. Tale percorso garantisce l'uso delle scale esistenti che conducono alla peristasi del tempio, in sommità. Il percorso prosegue poi in direzione della via di San Bonaventura, asse con fondale che inquadra l'Arco di Tito e che costituisce il naturale ingresso ai Fori dal Colosseo. Il muro, una cortina continua di opera cementizia, ha nella soluzione d'angolo con la via di San Bonaventura un'unica eccezionale bucatura. Una grande vetrata fissa permette la vista dell'asse della via San Bonaventura culminante nel fondale dell'Arco di Tito, pur mantenendo la separazione fisica del muro tra lo spazio pubblico dell'area del Colosseo e l'area dei Fori accessibile solo a pagamento. Il coronamento del muro-ingresso è un'orizzonte artificiale che fa emergere la rovina del Tempio di Venere e Roma in tutta la sua monumentalità. Per chi guarda il Colosseo dal pronao del tempio, la misura del muro-percorso è tale da non interferire con la vista del Colosseo e del suo rapporto frontale enfatizzato dall'asse del tempio. La soluzione proposta per il nuovo ingresso ai Fori dal Tempio di Venere e Roma consente il mantenimento del percorso di salita in quota esistente alla Basilica di Massenzio, come possibile percorso di sola uscita dai Fori a monte che permette di mantenere il libero accesso al sagrato della Basilica di Santa Francesca Romana.


Sistemazione dell'area Massenzio e muro di Muñoz
Per la sistemazione dell'area si sceglie di mantenere la sistemazione attuale opera di Antonio Muñoz con il ridisegno della rampa mentre sul fronte opposto viene creata una nuova modellazione verde del suolo che raccorda il piano stradale con il basamento della Basilica di Massenzio, inglobando il muro e la salita al sagrato della Basilica di Santa Francesca Romana. Questo nuovo disegno permette di evidenziare l'asse di Via dei Fori Imperiali risolvendo contemporaneamente i problemi di ridisegno urbano di un'area fondamentale dell'asse Piazza Venezia-Colosseo.


Invaso Colosseo terme di Tito e Traiano
Intorno al Colosseo si prevede una modellazione del suolo con l'utilizzo di un'area verde che cinge il monumento delimitando in modo netto il sistema veicolare dall'area archeologica. Questa nuova sistemazione ingloba in nuovo accesso al nuovo museo del Ludus Magnus e attraverso un sistema di scale, sistemate a raggiera, permette di raggiungere la quota della strada soprastante e le rovine delle Terme di Tito e Traiano.


Progetto museologico - museografico (Antiquarium)
Realizzazione di un nuovo antiquarium e sistemazione della Forma Urbis
L'idea progettuale di base Ë quella di unificare in un unico sistema museale urbano l'antiquarium e lo spazio espositivo della Forma Urbis, collocato sopra sui resti archeologici del Ludus Magnus. Questa soluzione permette di risolvere il problema dell'isolamento del Ludus Magnus dal contesto urbano circostante e di ricreare una relazione diretta con l'area del Colosseo.


L'edificio è composto da due grandi volumi impostati sopra un basamento piazza sospesa che traguarda il Colosseo. Tra i due volumi si inserisce a ridosso degli edifici di sfondo un doppio corpo che ingloba la struttura espositiva della Forma Urbis e il collegamento tra i due corpi laterali. La forma architettonica pura quasi per estrusione emerge dal piano della piazza ricalcando proprio i resti del Ludus Magnus che vengono cosÏ protetti e valorizzati. Composta da un alto e stretto muro scavato da una sezione estrusa della cavea dell'anfiteatro, dalla cui copertura-lucerario penetra la luce naturale fino a raggiungere i resti archeologici del Ludus. I percorsi sono composti principalmente da rampe che collegano agevolmente le diverse parti della struttura. Gli ingressi avvengono dai due lati corti. L'accesso più importante è quello che collega direttamente l'area del Colosseo con il museo attraverso un sottopasso che arriva direttamente all'interno degli scavi. Da questo livello archeologico si può risalire e arrivare al livello dall'antiquarium dove si può vedere, ad un'altezza adeguata, il grande pannello della Forma Urbis. Da questa quota si raggiunge l'altra parte dell'antiquarium realizzato nell'intercapedine della struttura semiellittica e ridiscendere nella piazza sopraelevata.
Una struttura sincretica pensata, nella sua forma e dimensione, in stretta relazione con il Colosseo da cui deriva anche l'idea di monomatericità che lo caratterizza visualmente.


 

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    Project details
    • Year 2016
    • Client Accademia Adrianea
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Restoration of old town centres / Museums / Archaeological Areas / Urban Renewal / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Restoration of Works of Art
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