Restauro e conservazione superfici intonacate e lapidee, serramenti edifici e scalinata scoperta Santuario di San Romedio a Tavon di Coredo (Trento) | Giorgia Gentilini

Progetto preliminare, definitivo e esecutivo, coordinatore progettazione e esecuzione; direzione lavori; certificato regolare esecuzione. Sanzeno / Italy / 2014

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Il santuario di San Romedio è composto da una successione di edifici che si sviluppano lungo la rupe sulla quale poggia l'intero complesso attraverso 115 scalini; l'aspetto odierno è il risultato di una serie di aggiunte ed interventi che a partire dal secolo XI si sono susseguiti fino al secolo scorso.
Il progetto aveva come area di intervento il cortile d'ingresso così definito: nella parte bassa si colloca la zona residenziale ampliata nel secolo XVIII, nella parte alta invece la cappella dell'Addolorata a destra e quella di San Giorgio a sinistra (anch'esse oggetto d'intervento), sul lato nord l'edificio dell'appartamento della famiglia Thun a due piani con ballatoio ligneo. Entrando a destra del cortile si osserva la presenza di grandi arcate in pietra e del loggiato che proseguono anche sulla parete d'ingresso, in fondo sul muro della cappella di San Giorgio un crocifisso e lateralmente gli stemmi dei conti de Cles e Füchs di Castelfondo, sulla facciata est invece è collocato lo stemma della famiglia Thun; altri portali in pietra segnano gli ingressi agli edifici della zona residenziale e alle cappelle a cui si accede con scale in pietra. La pavimentazione del cortile in acciottolato prosegue oltre l'ingresso con tre gradoni e con una scala di dieci gradini che conduce all'arco d'ingresso della zona sacra; l'arco d'ingresso è sostenuto da quattro colonne lapidee, al vertice è posto lo stemma di San Romedio, lateralmente sono raffigurati a sinistra San Romedio con i compagni Abramo e Davide, a destra i martiri anaunensi Sisinio, Martirio e Alessandro. Proseguendo la scalinata esterna datata 1864 a destra si trova la prima delle sette stazioni che interpretano alcuni momenti salienti della Passione di Cristo, rappresentante l'Orazione di Gesù nell'orto degli ulivi composta da alcune statue lignee e una decorazione a tempera di un paesaggio sullo sfondo, quest'ultima oggetto d'intervento. Oltrepassato l'arco decorato a tempera si iniziano a percorrere i restanti scalini della scala coperta datata 1741 che conduce alla parte alta del santuario dove sono collocate la chiesa di San Michele, la chiesa Maggiore o di San Romedio, la chiesa Antica o di San Vigilio, l'appartamento Thun. La concessione di autorizzazione del seguente progetto comprendeva anche i progetti di restauro e conservazione delle decorazioni affrescate presenti sui prospetti oggetto di questo intervento, degli altari lignei delle cappelle e delle sculture delle stazioni della passione di Gesù che per la sua natura sono stati oggetto di specifici progetti di restauro e conservazione autorizzati dalla competente Soprintendenza per i Beni Storico-Artistici con determinazioni del proprio Dirigente.
L'obiettivo generale del progetto era la risoluzione dei fenomeni di degrado che interessavano gli elementi del cortile: in particolare l'umidità presente nelle cappelle e nella parte bassa degli intonaci del cortile dovuta al ruscellamento con successivo ristagno delle acque meteoriche che interessava la scalinata scoperta, favorita dalla mancanza di una caditoia al termine della scala e dalla presenza di un'aiuola in corrispondenza della stazione dell'Orto degli ulivi. Anche gli elementi lapidei, i serramenti lignei e la relativa ferramenta non presentavano un buono stato di conservazione e si sono previsti interventi di restauro e manutenzione. Infine il rivestimento in intonaco degli edifici che si affacciano sul cortile d'ingresso era stato recentemente ripreso con un intonaco finito di colore bianco di consistente spessore che in alcuni casi copriva gli elementi lapidei delle cornici di apertura delle finestre e nella parte inferiore del prospetto S-O del convento e della scalinata erano presenti integrazioni incoerenti in malta cementizia e l'intonaco si presentava molto decoeso soprattutto nella parte basamentale in prossimità della rupe. Come da progetto si è proceduto quindi, successivamente all'esecuzione di sondaggi stratigrafici sulle pareti del cortile e sui nodi murari, al descialbo dell'ultima tinteggiatura ed al recupero dell'intonaco antico non decorato mediante bisturi, spatole metalliche e martellina; contemporaneamente è stata effettuata la rimozione degli intonaci ammalorati e fatiscenti sulla fascia basamentale delle facciate e delle scale. Nelle aree che presentavano distacchi di intonaco, questo è stato consolidato mediante iniezioni localizzate con calce desalinizzata. Nel corso dell'attività di descialbo delle superfici intonacate sono emerse diverse scritte a sanguigna, altre ricoperte da iscrizioni più recenti, l'angolata originaria della cappella di S. Giorgio e alcune decorazioni a tempera e ad affresco. In particolare sopra al portalino che dà accesso al corpo di fabbrica del lato ovest è stata rinvenuta una decorazione pittorica con la raffigurazione di un fagiano e la scritta per vivere non per mangiare; sulla stessa parete, a lato del portalino, è stata scoperta una finestra con cornice intonacata; sulla facciata esterna della cappella dell'Addolorata è stata rinvenuta sopra l'ingresso una nicchia tamponata e rotta per l'inserimento di una finestra su cui era presente una superficie affrescata su cui non si sono individuate figure o motivi riconoscibili; sul prospetto dell'appartamento Thun la scritta AMICO A CHE SEI VENUTO a cui era stato sovrapposta PELLEGRINO A CHE SEI VENUTO e il rifacimento della frase MEMENTO MORI e del quadrante dell'orologio. Per gli elementi lapidei (portali, cornici di finestre, scale) una volta eseguite alcune prove di pulitura con carbonato d'ammonio diluito al 10% e poi con tensioattivi si è deciso di operare con impacchi di polpa di carta e carbonato d'ammonio, spazzolatura con spazzolini di nylon e risciacquo con acqua, trattamento biocida localizzato; le integrazioni e le stuccature sulla pietra grigia sono state effettuate con un impasto a base di calce idraulica naturale, Marmo Lustro, inerte calcareo di Fasano, sabbia del Po e resina acrilica, mentre per gli altri colori utilizzando un impasto a base di calce, inerti colorati e resina acrilica. Durante il cantiere l'osservazione ravvicinata delle colonne lapidee del loggiato ha rilevato la presenza di cedimenti di cinque di queste con rotazione di alcuni capitelli, spostamenti significativi e formazione di lenti di distacco di materiale lapideo dovuto all'eccessiva concentrazione di carico. A seguito di un sopralluogo nel sottotetto si è constatato che la causa dei cedimenti era da attribuirsi ad un precedente intervento di sostituzione dell'orditura lignea della copertura, durante il quale erano stati tagliati e riassemblati alcuni travetti portando ad una modifica dello schema statico della struttura e ad un aumento dei carichi sulle colonne favorita dall'installazione di ganci fermaneve che trattengono sui piani di falda la neve. È stata quindi predisposta una variante per intervenire con la posa di tiranti metallici e con il sollevamento e il riposizionamento della trave di banchina per permettere il riposizionamento in sede dei capitelli mediante l'inserimento di una lamina di piombo, inoltre si è previsto il rinforzo della muratura sottostante la trave di mezza casa sul lato est e l'accoppiamento della trave di banchina con l'architrave lignea del loggiato. Lungo il lato sud il degrado delle colonne era limitato al solo ancoraggio dell'architrave lignea: sulla spalla destra del foro del loggiato è stato rimosso il precedente tamponamento eseguito con forati in laterizio spaccati e sostituito con muratura in mattoni pieni e con zeppe in muratura per ricreare una base stabile all'architrave ligneo. I serramenti lignei sono stati completamente sverniciati, previa esecuzione di sondaggi per verificare la sequenza degli strati verniciati, e trattati con mordente e una stesura protettiva; sulle finestre del lato ovest del cortile, finite di colore beige e grigio azzurro chiaro, è stata applicata una base coprente lato esterno verde salvia, lato interno bianco. Gli elementi lignei del sottogronda e del ballatoio sono stati sottoposti, come da progetto, ad interventi di restauro e manutenzione.
Per contrastare l'umidità nelle cappelle il progetto prevedeva il risanamento delle murature e della pavimentazione nonché la verifica degli scarichi delle acque piovane ai piedi della scalinata, l'implementazione degli ugelli di scarico della scalinata scoperta e la realizzazione di una nuova caditoia per l'allontanamento delle acque meteoriche in corrispondenza dell'ingresso delle cappelle. Durante i lavori nella cappella dell'Addolorata si è potuta verificare la stratigrafia della pavimentazione ed è stato deciso, in accordo con il funzionario della Soprintendenza per i Beni architettonici e archeologici, di procedere con la rimozione e la sostituzione del preesistente pacchetto per realizzare un vespaio areato con pavimentazione in battuto di calce che favorisca una migliore aereazione dell'ambiente. Anche nella cappella di S. Giorgio era previsto un intervento analogo, ma la presenza di roccia sottostante non ha reso possibile la realizzazione di un vespaio di areazione, pertanto si è proceduto con la posa di tubo drenante in rame per favorire una ventilazione minima dell'ambiente.

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    Project details
    • Year 2014
    • Work started in 2013
    • Work finished in 2014
    • Client Chiesa R.C. di San Romedio (Trento)
    • Status Completed works
    • Type Churches / Theme Parks, Zoos / Tourist Facilities / Monuments / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Restoration of Works of Art / Restoration of façades
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