5 easy peices
Menzione d'onore al concorso Livingbox Web / Italy / 2005
2
1) TSUNAMI FIRST AID: L’IDEA MATRICE
Il concept progettuale prende le mosse dal tentativo, quasi dalla sfida, di realizzare il numero minore possibile di moduli base e di pezzi da assemblare, conseguendo contemporaneamente il più alto risultato nelle possibilità di variante. Si sono seguite le seguenti linee guida:
a - massima flessibilità, in modo tale da permettere una variazione altissima degli assemblaggi in unità abitative, per rispondere alle più diverse richieste di tagli ed esigenze.
b - dimensioni massime trasportabili su strada in un container - e per questo si è scelto di usare moduli con le dimensioni del container stesso – così da rendere più agili e snelli sia il trasporto, sia le susseguenti operazioni di assemblaggio in cantiere. ¬
.c - successiva ulteriore possibilità di unire tra loro le unità singole ottenute, consentendo le aggregazioni tipologiche più varie (torre, schiera, ballatoio, linea…in possibilità di varianti anche queste praticamente infinite), fino a poter prefigurare addirittura l’idea un’ intera città, a partire da quei pochi moduli base.
L’ idea nasce infatti come verosimile meccanismo per un eventuale primo soccorso in caso di calamità naturali, coniugando praticità di trasporto e facilità di assemblaggio dei pezzi, con la duttilità delle possibilità aggregative, il decoro della composizione ed il comfort abitativo. Ma si è tentato di fare anche un passo oltre, pensando soprattutto le aggregazioni minime come vere e propri alloggi unifamiliari, personalizzabili dal fruitore secondo esigenze personali ed inclinazioni di gusto (seguendo il concetto della Smart) attraverso una serie di scelte ed opzioni nei dettagli di tamponatura che seguono, per poter ottemperare a ciò e per mantenere nel contempo un’ unitarietà compositiva, precisi criteri di modularità.
2) CINQUE PEZZI FACILI: APPUNTI SUL PROGETTO
A) SOTTOUNITA’ DI TRASPORTO SU STRADA
Una volta stabilite le dimensioni del modulo (come già accennato si è scelto di utilizzare le massime e quindi quelle del container 6,10x2,44x2,44 m), si è lavorato per rendere invece minimo il numero di moduli diversi, ma con caratteristiche tali che permettessero, assemblati tra loro, una casistica di possibilità, nelle dimensioni e nei tagli abitativi, praticamente infinita. Il risultato finale sono tre UMT (Unità Massime Trasportabili), moduli intelligenti costituiti ognuno da uno scheletro strutturale e da un sistema di tamponature e tramezzature interne con partizioni fisse; più altre due, con le stesse dimensioni e caratteristiche, che fungono da collegamento/collante tra le unità abitative, una volta realizzate; e cioè un modulo collegamento verticale (scala + ascensore) ed un modulo collegamento orizzontale (terrazzo/ballatoio).
Le tamponature fisse seguono una modularità piuttosto rigida, ma non completano mai l’ involucro, mantenendo sempre delle partizioni libere, per le quali la scelta è invece demandata alle esigenze ed alle inclinazioni dell’ utente, che può scegliere tra una serie di carter di progetto modulari di dimensioni 0,8x2 m come opzione di completamento.
Tali opzioni possono essere di semplice scelta materica tra opaco (doghe legno, lamiera recata, u-glass tamponato con cartongesso), semiopaco (u-glass) o trasparente (vetro); ma anche funzionali (parapetto, porta d’ ingresso, tamponatura bagno e tamponatura con ripiani interni) ed addirittura di esposizione per i carter di oscuramento.
La complessità che scaturisce da questo pur semplice meccanismo di patchwork - di immagine, ma anche di opzioni tipologiche (le quali crescono fattorialmente ad ogni ulteriore input introdotto) - suggerisce addirittura la possibilità dello studio e dell’ introduzione di un apposito software per gestirla in maniera più rapida ed efficace.
B) UNITA’ SIGOLE DI ASSEMBLAGGIO E AGGREGAZIONE TIPOLOGICA
La flessibilità studiata dei tre moduli, giustapposti ed assemblati tra loro, ulteriormente arricchiti dalla possibilità di scelta di dettagli e partizioni, permette un numero praticamente infinito di tagli abitativi, di disposizioni, di dimensioni, di immagine finale. di risposte ad esigenze contingenti e culturali delle utenze più diversificate. Ma a tutti gli effetti sono alloggi unifamiliari e tali rimarrebbero senza lì introduzione e l’ interazione degli ulteriori due pezzi (terrazza/ballatoio e collegamenti verticali) che permettono l’ opzione di realizzare l’ effetto città attraverso l’ aggregazione delle unità in tipologie che potranno essere le più varie: torre, linea, ballatoio, schiera…con risultati finali che potranno essere convenzionali, ma anche i più fantasiosi possibili, i più rispondenti al genius loci ed alla cultura dove si andrà ad intervenire, così come, all’ occorrenza, negarla.
Anche in questo caso, l’ introduzione e lo studio di un software di gestione delle illimitate possibilità di aggregazione, appare auspicabile e non potrà che rendere più lineare, articolata ed interessante la fase progettuale.
3) I HAD A DREAM: UNA CONCLUSIONE
A questo punto nulla vieta di chiudere gli occhi e sognare di un serpentone infinito di Tir incolonnati che si muove verso dove c’è bisogno, trasportando un’ intera città a misura e scelta d’ uomo, smontata in piccoli/grandi pezzi delle dimensioni di un container.
Il concept progettuale prende le mosse dal tentativo, quasi dalla sfida, di realizzare il numero minore possibile di moduli base e di pezzi da assemblare, conseguendo contemporaneamente il più alto risultato nelle possibilità di variante. Si sono seguite le seguenti linee guida:
a - massima flessibilità, in modo tale da permettere una variazione altissima degli assemblaggi in unità abitative, per rispondere alle più diverse richieste di tagli ed esigenze.
b - dimensioni massime trasportabili su strada in un container - e per questo si è scelto di usare moduli con le dimensioni del container stesso – così da rendere più agili e snelli sia il trasporto, sia le susseguenti operazioni di assemblaggio in cantiere. ¬
.c - successiva ulteriore possibilità di unire tra loro le unità singole ottenute, consentendo le aggregazioni tipologiche più varie (torre, schiera, ballatoio, linea…in possibilità di varianti anche queste praticamente infinite), fino a poter prefigurare addirittura l’idea un’ intera città, a partire da quei pochi moduli base.
L’ idea nasce infatti come verosimile meccanismo per un eventuale primo soccorso in caso di calamità naturali, coniugando praticità di trasporto e facilità di assemblaggio dei pezzi, con la duttilità delle possibilità aggregative, il decoro della composizione ed il comfort abitativo. Ma si è tentato di fare anche un passo oltre, pensando soprattutto le aggregazioni minime come vere e propri alloggi unifamiliari, personalizzabili dal fruitore secondo esigenze personali ed inclinazioni di gusto (seguendo il concetto della Smart) attraverso una serie di scelte ed opzioni nei dettagli di tamponatura che seguono, per poter ottemperare a ciò e per mantenere nel contempo un’ unitarietà compositiva, precisi criteri di modularità.
2) CINQUE PEZZI FACILI: APPUNTI SUL PROGETTO
A) SOTTOUNITA’ DI TRASPORTO SU STRADA
Una volta stabilite le dimensioni del modulo (come già accennato si è scelto di utilizzare le massime e quindi quelle del container 6,10x2,44x2,44 m), si è lavorato per rendere invece minimo il numero di moduli diversi, ma con caratteristiche tali che permettessero, assemblati tra loro, una casistica di possibilità, nelle dimensioni e nei tagli abitativi, praticamente infinita. Il risultato finale sono tre UMT (Unità Massime Trasportabili), moduli intelligenti costituiti ognuno da uno scheletro strutturale e da un sistema di tamponature e tramezzature interne con partizioni fisse; più altre due, con le stesse dimensioni e caratteristiche, che fungono da collegamento/collante tra le unità abitative, una volta realizzate; e cioè un modulo collegamento verticale (scala + ascensore) ed un modulo collegamento orizzontale (terrazzo/ballatoio).
Le tamponature fisse seguono una modularità piuttosto rigida, ma non completano mai l’ involucro, mantenendo sempre delle partizioni libere, per le quali la scelta è invece demandata alle esigenze ed alle inclinazioni dell’ utente, che può scegliere tra una serie di carter di progetto modulari di dimensioni 0,8x2 m come opzione di completamento.
Tali opzioni possono essere di semplice scelta materica tra opaco (doghe legno, lamiera recata, u-glass tamponato con cartongesso), semiopaco (u-glass) o trasparente (vetro); ma anche funzionali (parapetto, porta d’ ingresso, tamponatura bagno e tamponatura con ripiani interni) ed addirittura di esposizione per i carter di oscuramento.
La complessità che scaturisce da questo pur semplice meccanismo di patchwork - di immagine, ma anche di opzioni tipologiche (le quali crescono fattorialmente ad ogni ulteriore input introdotto) - suggerisce addirittura la possibilità dello studio e dell’ introduzione di un apposito software per gestirla in maniera più rapida ed efficace.
B) UNITA’ SIGOLE DI ASSEMBLAGGIO E AGGREGAZIONE TIPOLOGICA
La flessibilità studiata dei tre moduli, giustapposti ed assemblati tra loro, ulteriormente arricchiti dalla possibilità di scelta di dettagli e partizioni, permette un numero praticamente infinito di tagli abitativi, di disposizioni, di dimensioni, di immagine finale. di risposte ad esigenze contingenti e culturali delle utenze più diversificate. Ma a tutti gli effetti sono alloggi unifamiliari e tali rimarrebbero senza lì introduzione e l’ interazione degli ulteriori due pezzi (terrazza/ballatoio e collegamenti verticali) che permettono l’ opzione di realizzare l’ effetto città attraverso l’ aggregazione delle unità in tipologie che potranno essere le più varie: torre, linea, ballatoio, schiera…con risultati finali che potranno essere convenzionali, ma anche i più fantasiosi possibili, i più rispondenti al genius loci ed alla cultura dove si andrà ad intervenire, così come, all’ occorrenza, negarla.
Anche in questo caso, l’ introduzione e lo studio di un software di gestione delle illimitate possibilità di aggregazione, appare auspicabile e non potrà che rendere più lineare, articolata ed interessante la fase progettuale.
3) I HAD A DREAM: UNA CONCLUSIONE
A questo punto nulla vieta di chiudere gli occhi e sognare di un serpentone infinito di Tir incolonnati che si muove verso dove c’è bisogno, trasportando un’ intera città a misura e scelta d’ uomo, smontata in piccoli/grandi pezzi delle dimensioni di un container.
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1) TSUNAMI FIRST AID: L’IDEA MATRICE Il concept progettuale prende le mosse dal tentativo, quasi dalla sfida, di realizzare il numero minore possibile di moduli base e di pezzi da assemblare, conseguendo contemporaneamente il più alto risultato nelle possibilità di variante. Si sono seguite le seguenti linee guida: a - massima flessibilità, in modo tale da permettere una variazione altissima degli assemblaggi in unità abitative, per rispondere alle più diverse richieste di tagli ed...
- Year 2005
- Client edilportale.com
- Status Competition works
- Type Modular/Prefabricated housing
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