TEATRO TRAETTA - Bitonto | Architetti Pazienza - de Renzio & ass.

Restauro del teatro di proprietà comunale costruito nei primi decenni dell'800. Bitonto / Italy / 2005

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Edificato tra il 1835 e il 1838 al limite Est del nucleo antico della città di Bitonto, a confine con l’espansione ottocentesca, per volere di ventuno nobili famiglie bitontine, il teatro Umberto I° fu ispirato al cosiddetto teatro all'italiana, costituito cioè da più ordini di palchi sovrapposti planimetricamente a ferro di cavallo. I lavori furono ultimati nel 1838 e il teatro venne inaugurato il 15 Aprile, giorno di Pasqua, con la "Parisina" di Donizetti. L'avvenimento, come si rivela dai giornali dell'epoca ebbe una vasta risonanza in terra di Bari, luogo dove il Teatro Umberto era uno dei primi esemplari realizzati.
Va detto subito, peraltro, che nonostante fosse sorto per una reale esigenza di un teatro stabile, che lo portò ad ospitare varie rappresentazioni, come può desumersi dai vari permessi rilasciati dal Comune alle compagnie, il Teatro Umberto fu scarsamente usato, infatti in un documento della Provincia di Bari in cui si fa un censimento dei teatri della provincia, si legge che il "reddito annuale preventivo" non può desumersi perché rarissimamente aperto in pochi giorni dell'anno. A seguito dell'accrescersi del numero dei proprietari dovuto alla morte di alcuni di loro e al subentrare di più partecipanti per quota, si affida la gestione della società teatrale ad una apposita persona sia per la parte amministrativa che per quella di funzionamento vero e proprio. A partire dagli anni venti del secolo scorso si sussegue una serie di gestori mentre alla fine degli anni trenta il teatro viene usato anche come cinema cittadino, in seguito all'installazione di una rudimentale cabina di proiezione nel cosiddetto palco reale.
L'edificio va così perdendo la sua originaria funzione di teatro ed é l'esclusivo uso cinematografico che riesce a tenerlo in vita. A metà degli anni cinquanta però anche questa residua utilizzazione si esaurisce ed inizia così il degrado dell'opera reso più rapido dalla sua totale chiusura.
Tant'è che il 25 febbraio 1972 le tre capriate della parte relativa alla platea cadono, devastando in modo irreparabile le strutture dei palchetti e coinvolgendo il magnifico plafone decorato con oro zecchino che le celava.
Gli interventi che vengono effettuati sino al 1989 sull'edificio sono esclusivamente mirati all'eliminazione dei pericoli di crollo di parti prospicienti le pubbliche strade e vengono fatti a cura e spese del Comune di Bitonto, data l'inerzia dell'ormai innumerevole schiera di proprietari.
Il Comune di Bitonto espropria nel frattempo l'immobile e comincia ad adoperarsi per la salvaguardia dei resti, poi, dotatosi di un progetto esecutivo, procede all’appalto dei lavori di “Recupero del Teatro Umberto I°“ che vengono iniziati il 19/06/1998.
Il recupero funzionale si è basato sul ripristino dell’originaria funzione di teatro e su altre, perfettamente compatibili, che consentissero di avere l’edificio come riferimento culturale della città.
Si è quindi realizzato un edificio più flessibile, capace di contenere più attività di carattere culturale che si affiancano a quella principale di teatro, che consentirà una gestione meno onerosa.
Il nuovo assetto generale del corpo di fabbrica ha necessariamente imposto alcune variazioni a quello originario in modo da poterlo adeguare alle nuove esigenze. Per rendere il teatro organicamente funzionale sono stati recuperati tutti quegli spazi al contorno che potessero consentire di allocare una serie di funzioni prima non presenti.
Tali nuovi volumi sono stati ottenuti operando innanzitutto uno svuotamento della parte posta sotto la platea e sotto il palcoscenico, per lo più costituita da materiale di riempimento, con lo strato di roccia situato ad una quota di circa - 4,60 mt. Inoltre sono state utilizzate le due fasce laterali e precisamente quella di sinistra, lungo via Goldoni, e quella di destra che si trova alle spalle della torre angioina non visibile da largo Teatro.
Si sono così ottenuti:
un foyer situato sotto la platea e parte del palcoscenico raggiungibile sia da una scala posta nella fascia laterale di sinistra – parallela a via Goldoni - sia da una scala che funge anche da via di fuga sfociante nell’atrio interno a ridosso della torre Angioina; il foyer è raggiungibile anche direttamente dall’esterno dal nuovo ingresso ricavato su via Goldoni;
un locale deposito situato sotto l’arcone di manovra sinistro del palcoscenico che, sfruttando il notevole dislivello fra largo teatro e via Goldoni, è in comunicazione diretta con l’esterno, sempre dal detto nuovo ingresso ricavato su via Goldoni; il collegamento diretto con il sovrastante palcoscenico è realizzato con un montacarichi-elevatore che consente anche il raggiungimento del palcoscenico ai disabili in carrozzella;
una zona camerini posta a destra del palcoscenico e ricavata sopraelevando parte della originaria fascia laterale dietro la torre Angioina; tale parte si sviluppa su tre livelli, quello dei camerini, quello sottostante utilizzato come ufficio di direzione e, ancora più giù, a livello del foyer, quello dei locali tecnici;
il recupero e la valorizzazione dei resti di una torre angioina precedentemente occultata da una serie di superfetazioni e liberata per tutto il suo sviluppo, insieme ai resti – scoperti durante il corso dei lavori - della cinta muraria normanna e di un’antichissima porta della città detta “Porta Cupa” inglobata e occultata dalla stessa torre.
Tutti gli spazi, ad eccezione degli ordini superiori, sono accessibili ai disabili in carrozzella, tramite un ascensore ricavato nella fascia laterale sinistra che collega il livello dell’ingresso principale con quello sottoposto del foyer.
La platea e i quattro ordini superiori sono stati riprogettati per una loro fruizione più razionale. Si è eliminato il solaio superiore di chiusura dell’ingresso insieme alle due quinte murarie frontali liberando in tal modo la muratura a ferro di cavallo e rendendo meno angusta questa zona.
L’eliminazione dei setti di divisione fra i palchi ha consentito di ridurre le porte di accesso agli stessi che, per gli ordini dal 1° al 4°, si riducono a due per ogni emiciclo.
I servizi igienici sono ubicati al 2° e 3° ordine e a quest’ultimo, in posizione centrale è stata sistemata la cabina di regia. Altri servizi igienici – praticabili anche da disabili in carrozzella - sono ubicati nel foyer al piano interrato.
Sempre nel rispetto della volumetria originaria si sono riproposte le coperture a 2 falde per la zona platea utilizzando come materiale strutturale delle capriate l’acciaio.
I lavori, a meno della decorazione della sala e dell’arredo, demandati ad un distinto progetto di completamento, sono stati ultimati il 30/10/2001.
Si sono così portate a compimento le opere murarie e impiantistiche dell’edificio che è ora pronto per “accogliere” le decorazioni e l’arredo della sala.
Infatti sono da realizzare ancora le componenti decorate della sala platea da ricostruire secondo i disegni originari, con l'utilizzo di materiali e tecniche tradizionali, con caratteristiche di compatibilità e reversibilità, che consistono in:


per la decorazione dell'intera partitura degli ordini


realizzazione dei parapetti degli ordini in sandwich di legno lamellare tipo Jelmo di classe 1 e peso di circa Kg. 25/ mq., delle colonne e delle vele del IV ordine, compresa la struttura portante nascosta in profili curvi e retti di acciaio di opportuna dimensione e pannello insonorizzato, con finitura adeguata verso l’interno del palco;
- realizzazione di fregi, cornici, capitelli, ecc. in legno, pasta di legno o altro materiale idoneo, approvato dalla Soprintendenza per durabilità e compatibilità alle successive operazioni;
fornitura di mancorrente per ogni pannello delle balaustre dei vari ordini in tubolare di acciaio sagomato curvo rivestito di pelle;
gessatura a più passate con gesso Bologna e colla totin, previa preparazione dei fondi di tutti gli elementi ricostruiti comprese le superfici piane;
accurata levigatura delle superfici gessate;
stesura a più riprese del bolo armeno rosso sulle superfici da argentare;
applicazione a guazzo dell’argento vero in foglia libera;
brunitura con pietra agata di tutte le superfici argentate;
stesura della mecca con pennello di vaio sull’argento già brunito;
pitturazioni di tutte le superfici piane, precedentemente gessate, con sovrapposizioni di velature a tempera;
patinatura delle superfici dipinte e applicazioni sulle stesse superfici di un film protettivo.


Per il plafone e l'arco di boccascena le decorazioni dovranno essere eseguite con la stessa procedura descritta dalla lettera d) alla k) precedenti secondo i disegni originari.

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    Edificato tra il 1835 e il 1838 al limite Est del nucleo antico della città di Bitonto, a confine con l’espansione ottocentesca, per volere di ventuno nobili famiglie bitontine, il teatro Umberto I° fu ispirato al cosiddetto teatro all'italiana, costituito cioè da più ordini di palchi sovrapposti planimetricamente a ferro di cavallo. I lavori furono ultimati nel 1838 e il teatro venne inaugurato il 15 Aprile, giorno di Pasqua, con la "Parisina" di Donizetti....

    Project details
    • Year 2005
    • Work started in 1998
    • Work finished in 2005
    • Main structure Masonry
    • Client Amministrazione Comunale di Bitonto
    • Contractor Impresa Modugno Restauri e MBF per la ricostruzione dell'apparato decorativo
    • Cost 4216000
    • Status Completed works
    • Type Theatres / Recovery/Restoration of Historic Buildings
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