POESIA IN COLLINA | sergio sargentini
Immersa tra il verde degli ulivi, al limite del bosco, una casa colonica ha trovato una nuova armonia con il contesto rurale che la circonda.
Tradizione ritrovata
Il progetto, preso atto dei volumi esistenti, oramai definiti da mura portanti e solai, ha “avvolto” la struttura con una nuova “pelle” utilizzando materiali e tecniche che appartengono alla memoria delle case contadine. Ritroviamo così il legno usato per la pergola (che richiama quasi fedelmente gli impalcati dove rampicava l’uva - quella per preparare l’uva passa), insieme alla “cannina” o “canniccia” utilizzata come frangisole, alle soglie e alle gronde a doppia pianella e alle parti in ferro volutamente fatte “arrugginire”. L’azzurro del cielo terso e il grigio-verde degli ulivi hanno ispirato colori caldi e tenui (infissi esterni, pitture interne, cotto rosato al naturale per i pavimenti), tonalità tipiche delle case coloniche di una volta. Segni, cromatismi e materiali riportano la memoria ad un passato rurale, orientamento questo che ha costituito l’input prioritario del progetto. All’interno, tutte le funzioni abitative sono state razionalizzate e basate soprattutto sulla loro esposizione solare e panoramica.
I lavori
Generalmente, quando si interviene nella ristrutturazione di vecchi casali e di case contadine già predisposte con murature in pietrame e mattoni di notevoli dimensioni e con gli spazi interni generalmente definiti e abbastanza limitati, è difficile rendere la casa perfettamente salubre ed isolata termicamente. Infatti oltre al rinzaffo e stilatura dei giunti esterni e a al rifacimento dell’intonaco interno (anche a calce), spesso non vi sono altre soluzioni praticabili, se non, al limite, utilizzare prodotti impregnanti. Nel nostro caso, avendo una muratura portante semplice, di massimo 30 cm di spessore e la copertura a solaio, si è potuto realizzare un perfetto isolamento in questo modo:
• Pareti esterne. La pietra di circa 20 centimetri aggrappata alla struttura esistente oltre a contribuire alla tenuta statica ha aggiunto spessore (una sorta di cappotto) come ulteriore isolamento.
• L’interno. All’interno è stata realizzata un’intercapedine costituita da una contro parete di 5 cm in laterizio leggero. In questo modo è stata ottenuta, in totale, una parete esterna di circa 55 cm a tre strati isolanti.
• Copertura. In questo caso è stato possibile eseguire un tetto con materiale isolante interposto fra il manto (tegola-coppo) e il solaio esistente. Questo in quanto non vi era un limite di altezza in gronda da rispettare fedelmente. Per cui anche qui dai 30 cm del solaio si è passati a circa 50 cm. Ovviamente senza aggravanti di peso significative.
• Al piano terra, cioè a contatto con il terreno, valgono le stesse considerazioni del tetto. Si è potuto cioè realizzare un vero e proprio solaio, staccato quindi dal terreno, cosa che nei restauri generalmente è molto difficile e costoso da realizzare, per la mancanza di altezze e spesso perché in questi casi si è obbligati ad andare sotto le fondazioni con cordoli ed altro.
Immersa tra il verde degli ulivi, al limite del bosco, una casa colonica ha trovato una nuova armonia con il contesto rurale che la circonda. Tradizione ritrovata Il progetto, preso atto dei volumi esistenti, oramai definiti da mura portanti e solai, ha “avvolto” la struttura con una nuova “pelle” utilizzando materiali e tecniche che appartengono alla memoria delle case contadine. Ritroviamo così il legno usato per la pergola (che richiama quasi fedelmente...
- Year 2012
- Work started in 2010
- Work finished in 2012
- Cost 600.000
- Status Completed works
- Type Country houses/cottages
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