Piazza Sant'Antonino - segnalazione 2 | Studio di Architettura Luca Scacchetti
Progetto segnalato al concorso di Riqualificazione della Piazza Sant'Antonino Piacenza / Italy / 2006
2
Il progetto cerca di riportare attraverso la sua definizione formale il senso storico del luogo ed il suo imprescindibile rapporto con gli edifici che lo delineano, con i suoi androni e le loro corti nobiliari, in un rapporto fondamentale tra interno ed esterno, tra piazza e corte.
L’importante presenza di palazzi nobiliari quali Palazzo Marazzani Visconti, Palazzo Anguissola, Palazzo Zanardi Landi, Palazzo Gazzola, Palazzo Casella, Palazzo Malvicini Fontana, trasforma questo rapporto non in una relazione lineare ed univoca, ma in un sistema complesso, in un ricchissimo intreccio, reticolo di connessioni tra loro sovrapposte e tra loro strutturate.
E’ la ricchezza stessa della città storica di Piacenza, delle sue famiglie, della sua storia e della sua sedimentazione storica, che qui diviene significato allegorico, rimando astratto, nel disegno intrecciato della pavimentazione.
E’ un reticolo di percorsi, di viste, di sguardi, di penetrazioni e di uscite, è l’annunciazione stessa del senso di spazio pubblico nel suo rapporto di necessità con lo spazio privato, è la condizione di luogo pubblico che per essere, per vivere, deve alimentarsi di quella promiscuità propria della storia, con gli spazi privati.
La caratteristica che rende così particolare Piazza S. Antonino è l’insieme eterogeneo degli spazi, delle funzioni e della successione temporale in cui questi vengono percepiti.
La piazza si manifesta allo stesso tempo come uno spazio pubblico di sosta e aggregazione; come sagrato ovvero spazio sacro di introduzione alla Basilica e alla Chiesa di S. Maria in Cortina e quindi sede di riti e cerimonie; come foyer del Teatro Municipale ed infine anche come sede tradizionale del mercato e del commercio.
La particolare forma a saetta, carattere peculiare della sequenza di spazi che descrivono la piazza, non ne permette la percezione in un unico sguardo; anche percorrendola per intero permane l’impressione di attraversare spazi slegati fra loro e caratterizzati da funzioni diverse.
Riunire questa varietà in un grande spazio unitario senza rinunciare alla sua ricchezza è quindi una delle motivazioni dominanti il progetto.
Il disegno unitario e la tessitura intrecciata che uniformano la piazza sono lo strumento per trasformare un insieme di episodi in un'unica corale sinfonia. Il legame viene rafforzato dalla presenza di alcuni “segni” che legano la forma a zeta della piazza: nello specifico il canale di raccolta delle acque piovane a livello della pavimentazione ed il filare dei lampioni di illuminazione a livello tridimensionale. Lo sguardo e il cammino del passante vendono condotti “attraverso” la piazza alla scoperta dei suoi monumenti.
La presenza monumentale e la storia antichissima della basilica di S. Antonino costituiscono l’anima della Piazza.
Le trasformazioni che l’edificio ha subito nei secoli hanno portato in secondo piano l’ingresso principale alla chiesa, oscurato peraltro dal maestoso portale del “Paradiso”. Allo stesso tempo scarso risalto presenta la piccola chiesa di S.Maria in Cortina, confusa nel tessuto edilizio tanto da passare inosservata, ma la cui storia è strettamente legata alla basilica di S.Antonino. L’edificio, infatti, ospitò le spoglie del martire prima che queste venissero traslate, nel 400 ad opera di S.Savino, nella chiesa che prenderà il suo nome.
Per infondere una nuova enfasi a questi due momenti si è voluto suggerire un’area di sagrato, realizzata tramite un cambiamento cromatico della pavimentazione nel disegno di due rettangoli tra loro intersecantesi, che li distaccasse dall’intorno e che allo stesso tempo unisse simbolicamente i due edifici religiosi manifestandone il legame storico.
Con un unico segno nella pavimentazione si è voluto quindi ovviare a due ordini di problemi, uno funzionale e l’altro simbolico.
La piazza è uno spazio rappresentativo ed allo stesso tempo un luogo di aggregazione e di socializzazione. Non si può dubitare del fatto che il maggiore motivo di degrado dei centri storici delle nostre città sia costituito dalla presenza degli autoveicoli. Il progetto prevede quindi di aumentare la pedonalizzazione, eliminando la sosta delle automobili ed il capolinea dei bus, e restituendo la piazza ai suoi abitanti. Il transito dei bus viene trasferito lungo via Scalabrini – via S.Antonino dove permane la fermata. In accordo con l’estensione della Zona a Traffico Limitato il transito nella piazza è concesso ai soli residenti che possono accedere ai cortili privati. Viene meno così quell’impressione di piazza “di transito” che svilisce lo spazio attuale, trasformandolo in un “salotto” della città dove è privilegiata la sosta ed il rapporto con i monumenti ed i palazzi storici che la circondano.
La scelta di posizionare nell’angolo sud-est della piazza una struttura metallica, consistente in una serie di tettoie affiancate e come sospese in prospettiva verso la piazza e via Verdi, vuole essere una risposta funzionale al posizionamento del mercato bisettimanale ed allo stesso tempo vuole essere segno e presenza contemporanea installata “dentro” il luogo storico. Una presenza aerea e leggera, ma che nella sua deformazione prospettica e nella ripetizione delle falde accostate vuole anche dialogare con quel generico sentimento goticizzante che disegna l’immagine di Piacenza e la chiesa di S. Antonino.
Al disegno contemporaneo della pavimentazione si unisce l’uso di materiali naturali e tradizionali quali il laterizio e la pietra, che rafforzano l’idea di integrazione con l’esistente.
Il materiale dominante è il laterizio in due tonalità, bruno e rosato, le quali si legano visivamente al paramento in mattoni della basilica.
Il reticolo della pavimentazione verrà realizzato in granito bianco, ripreso nelle sedute che delimitano il sagrato ed anche nel canale di raccolta delle acque piovane che attraversa la piazza. Quest’ultimo confluisce in una caditoia in bronzo, posta nell’intersezione dei due rettangoli “simbolici” che legano le due chiese.
L’illuminazione costituisce un non meno importante elemento di unificazione. Realizzata mediante una serie di lampioni in acciaio dalla linea minimale che fiancheggiano il canale di raccolta delle acque, nelle ore notturne rende la piazza uno spazio unico e suggestivo.
L’importante presenza di palazzi nobiliari quali Palazzo Marazzani Visconti, Palazzo Anguissola, Palazzo Zanardi Landi, Palazzo Gazzola, Palazzo Casella, Palazzo Malvicini Fontana, trasforma questo rapporto non in una relazione lineare ed univoca, ma in un sistema complesso, in un ricchissimo intreccio, reticolo di connessioni tra loro sovrapposte e tra loro strutturate.
E’ la ricchezza stessa della città storica di Piacenza, delle sue famiglie, della sua storia e della sua sedimentazione storica, che qui diviene significato allegorico, rimando astratto, nel disegno intrecciato della pavimentazione.
E’ un reticolo di percorsi, di viste, di sguardi, di penetrazioni e di uscite, è l’annunciazione stessa del senso di spazio pubblico nel suo rapporto di necessità con lo spazio privato, è la condizione di luogo pubblico che per essere, per vivere, deve alimentarsi di quella promiscuità propria della storia, con gli spazi privati.
La caratteristica che rende così particolare Piazza S. Antonino è l’insieme eterogeneo degli spazi, delle funzioni e della successione temporale in cui questi vengono percepiti.
La piazza si manifesta allo stesso tempo come uno spazio pubblico di sosta e aggregazione; come sagrato ovvero spazio sacro di introduzione alla Basilica e alla Chiesa di S. Maria in Cortina e quindi sede di riti e cerimonie; come foyer del Teatro Municipale ed infine anche come sede tradizionale del mercato e del commercio.
La particolare forma a saetta, carattere peculiare della sequenza di spazi che descrivono la piazza, non ne permette la percezione in un unico sguardo; anche percorrendola per intero permane l’impressione di attraversare spazi slegati fra loro e caratterizzati da funzioni diverse.
Riunire questa varietà in un grande spazio unitario senza rinunciare alla sua ricchezza è quindi una delle motivazioni dominanti il progetto.
Il disegno unitario e la tessitura intrecciata che uniformano la piazza sono lo strumento per trasformare un insieme di episodi in un'unica corale sinfonia. Il legame viene rafforzato dalla presenza di alcuni “segni” che legano la forma a zeta della piazza: nello specifico il canale di raccolta delle acque piovane a livello della pavimentazione ed il filare dei lampioni di illuminazione a livello tridimensionale. Lo sguardo e il cammino del passante vendono condotti “attraverso” la piazza alla scoperta dei suoi monumenti.
La presenza monumentale e la storia antichissima della basilica di S. Antonino costituiscono l’anima della Piazza.
Le trasformazioni che l’edificio ha subito nei secoli hanno portato in secondo piano l’ingresso principale alla chiesa, oscurato peraltro dal maestoso portale del “Paradiso”. Allo stesso tempo scarso risalto presenta la piccola chiesa di S.Maria in Cortina, confusa nel tessuto edilizio tanto da passare inosservata, ma la cui storia è strettamente legata alla basilica di S.Antonino. L’edificio, infatti, ospitò le spoglie del martire prima che queste venissero traslate, nel 400 ad opera di S.Savino, nella chiesa che prenderà il suo nome.
Per infondere una nuova enfasi a questi due momenti si è voluto suggerire un’area di sagrato, realizzata tramite un cambiamento cromatico della pavimentazione nel disegno di due rettangoli tra loro intersecantesi, che li distaccasse dall’intorno e che allo stesso tempo unisse simbolicamente i due edifici religiosi manifestandone il legame storico.
Con un unico segno nella pavimentazione si è voluto quindi ovviare a due ordini di problemi, uno funzionale e l’altro simbolico.
La piazza è uno spazio rappresentativo ed allo stesso tempo un luogo di aggregazione e di socializzazione. Non si può dubitare del fatto che il maggiore motivo di degrado dei centri storici delle nostre città sia costituito dalla presenza degli autoveicoli. Il progetto prevede quindi di aumentare la pedonalizzazione, eliminando la sosta delle automobili ed il capolinea dei bus, e restituendo la piazza ai suoi abitanti. Il transito dei bus viene trasferito lungo via Scalabrini – via S.Antonino dove permane la fermata. In accordo con l’estensione della Zona a Traffico Limitato il transito nella piazza è concesso ai soli residenti che possono accedere ai cortili privati. Viene meno così quell’impressione di piazza “di transito” che svilisce lo spazio attuale, trasformandolo in un “salotto” della città dove è privilegiata la sosta ed il rapporto con i monumenti ed i palazzi storici che la circondano.
La scelta di posizionare nell’angolo sud-est della piazza una struttura metallica, consistente in una serie di tettoie affiancate e come sospese in prospettiva verso la piazza e via Verdi, vuole essere una risposta funzionale al posizionamento del mercato bisettimanale ed allo stesso tempo vuole essere segno e presenza contemporanea installata “dentro” il luogo storico. Una presenza aerea e leggera, ma che nella sua deformazione prospettica e nella ripetizione delle falde accostate vuole anche dialogare con quel generico sentimento goticizzante che disegna l’immagine di Piacenza e la chiesa di S. Antonino.
Al disegno contemporaneo della pavimentazione si unisce l’uso di materiali naturali e tradizionali quali il laterizio e la pietra, che rafforzano l’idea di integrazione con l’esistente.
Il materiale dominante è il laterizio in due tonalità, bruno e rosato, le quali si legano visivamente al paramento in mattoni della basilica.
Il reticolo della pavimentazione verrà realizzato in granito bianco, ripreso nelle sedute che delimitano il sagrato ed anche nel canale di raccolta delle acque piovane che attraversa la piazza. Quest’ultimo confluisce in una caditoia in bronzo, posta nell’intersezione dei due rettangoli “simbolici” che legano le due chiese.
L’illuminazione costituisce un non meno importante elemento di unificazione. Realizzata mediante una serie di lampioni in acciaio dalla linea minimale che fiancheggiano il canale di raccolta delle acque, nelle ore notturne rende la piazza uno spazio unico e suggestivo.
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Il progetto cerca di riportare attraverso la sua definizione formale il senso storico del luogo ed il suo imprescindibile rapporto con gli edifici che lo delineano, con i suoi androni e le loro corti nobiliari, in un rapporto fondamentale tra interno ed esterno, tra piazza e corte.L’importante presenza di palazzi nobiliari quali Palazzo Marazzani Visconti, Palazzo Anguissola, Palazzo Zanardi Landi, Palazzo Gazzola, Palazzo Casella, Palazzo Malvicini Fontana, trasforma questo rapporto non in una...
- Year 2006
- Status Competition works
- Type Public Squares
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