Città dell’acqua e del benessere | Salvatore Re Architect

Progetto escluso nel concorso "Citta’ dell’acqua e del benessere" Rome / Italy / 2007

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L'edificio
La progettazione del complesso oggetto del concorso si articola su due comparti che si attestano all’incrocio di una importante viabilità del quartiere EUR, a sud di Roma. Il comparto A, confinante con Via del Ciclismo, Viale della Tecnica, Viale dei primati Sportivi e Viale dell’Oceano Pacifico, ospita le funzioni legate all’attività sportiva, di fitness-benessere, ricreativa, ricettiva e pubblica di quartiere; il comparto B, confinante col Viale della Grande Muraglia e il Viale Oceano Pacifico, ospita la funzione direzionale.
L’organismo architettonico mutuato dalle geometrie del Velodromo esistente, è composto da due elementi principali: un anello a geometria variabile, concluso superiormente da un elemento, il corsello, e parzialmente coperto internamente per generare un grande spazio chiuso; un corpo di fabbrica disposto longitudinalmente sospeso da terra e “incastrato nell’anello.
L’idea di progetto del nuovo organismo architettonico è “l’effetto sorpresa” della copertura inteso in una duplice interpretazione fisica di elemento che si svela solo entrando nel costruito reso ipogeo e propriamente architettonica come elemento di chiusura orizzontale delle pareti verticali rappresentate dal volume anulare del corpo di fabbrica: come dire questa copertura genera un grande edificio che contiene le volumetrie dell’ex Velodromo. Il recupero della memoria storica è inoltre materializzato nel nuovo progetto con la riproposizione della pista in doussié, prima territorio del ciclista ora dell’utente del complesso polifunzionale
La scelta di concentrare in un unico organismo una molteplicità di attività consente indubbi benefici sotto il profilo ambientale, distributivo, economico e gestionale; il tema principale diventa quindi il connettivo: “il concept O”, DNA del progetto, suggerito dalla stessa conformazione ad anello ha reso possibile una netta separazione dei flussi che hanno origine dal corpo di fabbrica d’ingresso sul Viale Oceano Pacifico, fulcro dei collegamenti verticali e orizzontali, e si sviluppano ad ogni livello lungo il percorso anulare adiacente l’invaso.
Questa “città” dell’acqua e del benessere si configura come luogo capace di segnare un confine con il mondo esterno, il suo ingresso diventa una sorta di passaggio e i suoi interni un vero e proprio rifugio. La fluidità di questi luoghi diventa linfa vitale dal potere rigenerante, capace di risvegliare la sensorialità dei visitatori che tornano così ad ascoltare e ad ascoltarsi. Il percorso che si compie in queste “oasi” è fatto di contaminazioni segniche e concettuali e ha come obiettivo la celebrazione di un ritrovato equilibrio, una sintonia che non è mera perfezione delle forme del corpo, ma profondo benessere interiore.
La “città” svela già alle sue “porte” il flusso rigenerante: un magma blu primario anima il corner reception caratterizzato da forme fluidificate che si liquefanno dall’alto e si estendono in altrettante forme biomorfe che rivestono colonne espositore con nicchie candide illuminate per l’esposizione di prodotti legati al mondo del benessere.

La distribuzione
Al fine di mantenere l’entità architettonica e spaziale dell’impianto esistente è stata determinante la localizzazione delle funzioni all’interno del comparto e la distribuzione ai vari livelli delle attività da insediare. E’ importante evidenziare che le scelte fatte sono anche il risultato di analisi di mercato volte a massimizzare le rendite delle attività insediate al fine di ottenere un complesso funzionale dotato anche di respiro commerciale
- livello 0 dove sono ubicate le attività commerciali, con ingressi dislocati anche tutt’intorno all’anello, servite da una zona per il carico e scarico merci con accesso dal Viale dei Primati Sportivi, la hall di ingresso all’hotel su doppio volume dalla quale si raggiungono in modo autonomo ed esclusivo le sale meeting e il ristorante (livello +1), le camere (livelli +2 e +3), le attività prevalenti del centro benessere e al centro diagnostica/riabilitazione sotto la copertura in vetro, all’aquatic center e alle zone per attività acquatiche e ginniche;
- livello -1 dove trova posto la vera e propria città dell’acqua e del benessere con ingressi separati per chi proviene dall’esterno e dall’hotel; questi spazi sono raggiungibili in modo autonomo anche dall’ingresso riservato agli atleti sul lato del Viale del Ciclismo;
- livello +1 dove gli spazi sono destinati alle sale meeting, al ristorante, agli accessi alle tribune della piscina e agli uffici. L’ingresso sul Viale del Ciclismo immette dentro l’edificio al livello 0 e permette di svincolare l’accesso degli atleti per raggiungere in modo autonomo gli spogliatoi e le zone delle attività sportive del piano -1 I blocchi dei collegamenti verticali in prossimità degli ingressi (scale, scale mobili e ascensori) sono ubicati in adiacenza degli anelli distributivi a ciascun livello a formare l’impianto dei collegamenti dell’intero organismo architettonico.
Al di sotto dei tre livelli sopra descritti il piano -2 è destinato a parcheggio in corrispondenza del costruito e il centro della cavea è interessato dalle vasche d’acqua dei piani superiori; sotto il blocco d’ingresso principale si sviluppa la quota -3 anch’essa destinata a parcheggio.
- livello +2 ospita le camere dell’hotel e gli accessi all’auditorium sul lato del Viale Oceano Pacifico e gli uffici sul Viale del Ciclismo.
- livello +3 l'ultimo piano dell'edificio è occupato ancora dalle camere dell’hotel e dagli auditorium che si sviluppano su due livelli.
Nell’edificio di ingresso principale un taglio longitudinale permette l’ingresso di luce naturale dall’alto a tutti i livelli fuori terra: una vasca ai piani del parcheggio riceve l’acqua dalle pareti vetrate che la delimitano, introducendo il tema dell’intervento “città dell’acqua e del benessere”.

Il progetto del verde
“La strada romana si caratterizza da una continuità determinata dalla mancanza di marciapiedi e di scale davanti agli
androni, i colori, gli odori, la vita multiforme e pulsante che determinano il carattere concreto dell’idillio della strada romana… La strada romana non separa le case ma le collega, e trasmette, quando la si percorre, l’impressione di trovarsi all’interno invece che all’esterno. La strada è un <> dove la vita ha luogo nel pieno senso della parola. Questo carattere singolare si accentua ulteriormente nella piazza, ove gli edifici si raccolgono intorno allo spazio…”
Da questa breve descrizione di Roma di Norberg –Schulz nasce il progetto degli spazi aperti dell’ex Velodromo. Il progetto del verde cerca quindi di definire una successione di spazi urbani in modo da diventare un elemento identificativo del contesto in cui è collocato. Si instaurano pertanto strette relazioni a scala urbana e territoriale che comportano la necessità di concepire lo spazio pubblico come luogo polifunzionale, multivalente in cui si intrecciano relazioni e desideri sul modo di fruire, percepire, amare la città e il suo territorio. Questo vuole essere il progetto di landscape: contenitore delle più svariate attese al quale il parco e le piazze generalmente sono chiamati a rispondere: spazialità, naturalità, poesia, colore, emozioni; luminosità e, non per ultimo, sicurezza. Il progetto del Landscape diviene il generatore di qualità ambientale non solo per il nuovo quartiere ma diviene un primo tassello fondamentale per definire un ipotetico nuovo asse di connessione che congiunge l’ex velodromo e l’intero quartiere dell’EUR attraverso un nuovo epicentro cittadino.
Gli ambiti paesaggistici di riferimento assunti all’interno dell’Ex Velodromo definiscono spazi riconoscibili e di particolare intensità urbana che, schematicamente, possono riassumersi in:
- La piazza centrale: l’ingresso principale dal quale si può accedere alle nuove attività legate all’acqua. Di particolare impatto scenografico sono i tagli della pavimentazione da cui si stagliano esemplari di Pinus pinea che idealmente sembrano avvolgere il volume dell’ex Velodromo insieme al percorso ciclabile in legno.
- Il parco del velodromo: è pensato come un grande piano a prato dove le corti ipogee, con forme naturaliformi, vengono abbracciate dai percorsi pedonali (in calcestre) che disegnano gli spazi attrezzati mentre filari di Cornus alba “Sibirica” e Cornus stolonifera “Flaviramea” scandiscono le connessioni trasversali del parco stesso.
- La cornice alberata: costituisce il volume vegetale che instaura un rapporto di continuità con il progetto architettonico assecondandone l’andamento planimetrico. Tale gesto viene rafforzato dalle alte chiome di Pinus pinea e di robinie (esistenti) che definiscono un fondale continuo.
- Il giardino del quartiere: il progetto nasce per il massimo della sottrazione, la semplicità degli elementi, il gesto minimale e umile, la sensibilità ecologica, ma anche per la dinamicità dell’evoluzione del giardino. È un paesaggio costruito che tuttavia non rinuncia al dialogo con la natura, ecco allora che i filari alberati, che sembrano nascere dalle linee dei parcheggi entrano nel parco e vengono interrotti da un sistema di tre piazzette.
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