Progetto di riqualificazione ambientale del sistema collinare di Masino (TO) | Mario Tassoni

Analisi territoriale del sistema insediativo-ambientale del territorio collinare di Masino denominato Collina della Capra: Borgomasino, Caravino, Coss Area collinare / Italy / 2009

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Analisi territoriale del sistema insediativo-ambientale del territorio collinare di Masino
La collina di Masino è stata scolpita dalla storia lasciando un disegno
di territorio omogeneo ed unitario. Come altre parti dell’Anfiteatro Morenico anche la collina di Masino ha una propria identità storico-insediativa. L’analisi a riferimento della riqualificazione ambientale paesaggistica rappresenta il primo passo, quello dell’identificazione, al fine di porre le basi per un’“idea-progetto”. Identificare significa conoscere
le connotazioni paesaggistiche e le interconnessioni esistenti nell’area collinare.
L’analisi ha la finalità di porre le basi per fissare delle strategie per poter
costruire delle politiche coerenti sotto l’aspetto della difesa del suolo
e della valorizzazione ambientale paesaggistica, intesi come leva per lo sviluppo turistico ed ecosostenibile.
L’obiettivo deve essere la valorizzazione della rete ecologica della collina di Masino tramite la promozione di attività eco-compatibili in agricoltura, turismo, didattica, nei servizi pubblici ambientali e nelle iniziative private.
Inoltre, “l’idea-progetto”, può essere la base dello studio di fattibilità per la digestione e compostaggio di scarti agricoli, dei borghi e delle attività produttive, per un’energia alternativa.
Fondamentale sarà la gestione integrata delle risorse idriche con l’uso di tecniche di lagunaggio e fitodepurazione.
1. La nozione di paesaggio
Per paesaggio s’intende la proiezione e la rappresentazione delle azioni umane sul territorio, luogo di stratificazione di segni e tracce delle relazioni antropiche, percepite nella loro forma visibile, ma anche nella sovrapposizione della loro successione.
Il paesaggio è definito dalla “Convenzione Europea del Paesaggio”(1), siglata a Firenze dagli stati membri della Comunità Europea.
La Convenzione estende i termini della progettazione del paesaggio dall’azione prevalentemente estetico-contemplativa, così come per lungo tempo supportata dalla concezione vincolistico-normativa delle “bellezze panoramiche” e delle “bellezze naturali da tutelare”(2), alla dimensione etico-trasformativa. (3)
La Convenzione designa come paesaggio una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva
dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.
Il paesaggio può avere un significato oggettivo, in quanto studiato

come forma fisica di un’area, e uno soggettivo, ovvero l’impressione che il paesaggio genera in un osservatore.
“Un’altra distinzione interpretativa del significato del termine è quello che distingue il paesaggio naturale da quello culturale.
Quest’ultimo coincide con contesti modificati dall’azione umana, frutto
non solo di antropizzazione, ma del susseguirsi di diversi processi sociali e culturali atti a modificare e riprodurre il paesaggio e influire sull’evoluzione della sua idea e immagine. In sostanza ogni paesaggio
può essere letto come un’elaborazione culturale di uno specifico ambiente.
La valorizzazione del paesaggio può essere interpretata come rafforzamento
della stessa identità locale con due risvolti:
• all’interno della comunità, in quanto modalità di integrazione e
identificazione culturale degli abitanti dell’area;
• a livello esterno, come elemento di competitività territoriale”.(4)
La qualità del “paesaggio” e la definizione di un modello di sviluppo sostenibile sono ormai obiettivi fondamentali delle trasformazioni che riguardano “territorio’ e ‘ambiente”.
2. Il lavoro di analisi
Il lavoro di analisi consiste in una sorta di rilievo “attento”, una mappatura
accurata, un vero e proprio censimento di tutto quello che esiste, dello stato di fatto, che permette di conoscere gli elementi di connotazione
paesaggistica, in particolare:
• gli elementi di rilevanza paesaggistica;
• gli elementi di criticità paesaggistica;
Ed il progetto consiste proprio nel rilevarli, denunciarli, riassumerli in una schedatura.
Si creeranno allora dei sentieri, strade reali o fili sottili ed impalpabili, rimandi della storia; si progetteranno unioni, anche solo mentali, che il turista, il pedone, il viandante in bicicletta, percorrono per raggiungere la meta successiva.
Si stabiliranno delle “ragnatele” che raccolgono tutto ciò che insiste nel territorio ed è degno di attenzione: una vecchia piazza o una via acciottolata che conduce ad una osteria o a un bosco e da lì, ripartire per una collezione privata di attrezzi agricoli o per una locanda o un agriturismo, che offre un indiscusso erbaluce.

Ognuna di queste tappe, di queste realtà vive già ora a sè, autonoma, ma è il denunciarla, il sapere che esista, portarla in superficie e calarla
all’interno di un sistema di rivalutazione che le comporta un valore ulteriore (cercare di informare e coinvolgere la più larga fascia sociale
possibile nei rispettivi interessi, i più svariati, considerando diverse classi sociali e culturali - ci si dovrà avvalere di una rete informativa ben strutturata).
Un altro aspetto è quello della ricerca archeologica. Tutta l’area dell’Anfiteatro
Morenico, presenta, disseminati, molti resti archeologici di grande interesse. Per vari motivi fino ad ora sono state condotte solo analisi superficiali che non hanno previsto veri e propri scavi. Fin dalla nascita dell’archeologia moderna verso la metà dell’ ‘800, il Canavese restituì parecchio materiale preistorico, che rimase però abbandonato nei magazzini delle soprintendenze, a quel tempo, e soprattutto nel periodo fascista, quando il classicismo “imperiale” era all’apogeo.
Come scriveva Riccardo Petitti, in riferimento al popolo dei Salassi che ha abitato questo territorio, nella sua opera “Sentieri perduti”: “Questo popolo sono i nostri avi e poiché sono passati circa cinquemila anni sarebbe ora di occuparsene in maniera meno sporadica e svogliata come si è fatto finora.”
Il lavoro è strutturato in 5 sezioni:
a. La prima sezione descrive come la natura ha modellato
l’anfite atro morenico e costituito la collina di Masino,
compreso l’analisi sulla fauna e la vegetazione presente:
natura loci;
b. La seconda sezione analizza la storia, dalla fine dell’ultima
glaciazione fino all’età romana: historia loci;
c. La terza sezione analizza la forma urbana dei borghi dal
medioevo in poi: forma urbis;
d. La quarta sezione analizza il sistema viario, in particolare i
sentieri storici: rura reticulata;
e. La quinta sezione riguarda le idee, realizzate o di progetto, come esempio di riqualificazione ambientale e culturale:
proposito operis.

3. L’analisi per la riqualificazione urbanistico- edilizia
Importante per la realizzazione dell’idea-progetto sarà l’analisi urbanistico-
edilizia per permettere il corretto approccio al riuso e valorizzazione
del patrimonio edilizio architettonico ed ambientale esistente.
Le motivazioni sono tre: quella materiale, quella culturale e quella strategica.
La motivazione materiale consiste nel recuperare un patrimonio edilizio
da rendere efficiente ai fini residenziali ma anche per destinazioni affini e compatibili con la residenza, ovviamente non nocive dell’ambiente
(piccole attività artigianali, possibilità di usi ricettivi legati alla tradizione enogastronomica, attività socio-culturali ecc.);
La motivazione culturale consiste nel fornire un valore aggiunto
al paesaggio collinare conseguente all’apprezzamento della
qualità storica ed architettonica degli edifici correttamente recuperati;
La motivazione strategica consiste nel recupero del patrimonio
edilizio esistente e costituisce una alternativa valida all’ulteriore
espansione.
Per questo motivo occorre un censimento puntuale del patrimonio edilizio
che individui:
• Gli edifici non costituenti patrimonio storico;
• Gli edifici modificati dove non risultano più leggibili elementi
tradizionali;
• Gli edifici lievemente modificati che consentono la lettura di
elementi costitutivi propri della tradizione;
• Gli edifici della tradizione rurale canavesana;
• Gli edifici con valenza storico documentale.
Il censimento potrà essere la guida per qualsiasi piano-progetto urbanistico-
edilizio, con i seguenti risultati ed effetti:
• La salvaguardia attiva dell’ambiente;
• Il recupero di una identità propria della tradizione agricola;
• La riconversione di edifici impropri;
• Contrastare l’abbandono degli ambiti rurali;
• La rivitalizzazione del turismo rurale;
• Favorire un impulso all’attività.
4. La rete sentieristica: camminare per conoscere e tutelare
Il territorio collinare è caratterizzato da aree boschive e da una fitta rete sentieristica primaria e secondaria.
Fondamentale per la riqualificazione dell’area sarà:

• la pulizia dei boschi;
• l’analisi statistica per conoscere la tipologia dei visitatori;
• eventuali interventi di consolidamento scarpate e recupero di
movimenti franosi;
• la valorizzazione di spazi verdi ed aree pubbliche comunali
mediante opere di arredo urbano;
• gli interventi di ripristino ambientale e di bioedilizia;
• la sistemazione di muretti a secco;
• il restauro di manufatti in pietra;
• le piccole aree di sosta e cartellonistica informativa;
• gli interventi di miglioramento e parziale ampliamento della rete escursionistica che preveda:
1. Sentieri natura, per attività sportive;
2. Sentieri agricoli - enogastronomici per la valorizzazione della
tipicità dei prodotti della terra;
3. Sentieri educativi - storici, laboratori (aule all’aperto)
che permettano di sperimentare ed imparare giocando con gli elementi della natura e che possano essere inseriti in unità didattiche;
4. Sentieri panoramici;
5. Sentieri di connessione per i quali non si individua un unico senso di percorrenza;
6. Sentieri per disabili, realizzazione ”del giardino dei profumi e dei colori”che possano colpire i cinque sensi.
NOTE
(1) il termine paesaggio “si applica a tutto il territorio e riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Essa comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiana sia i paesaggi degradati”. In “Convenzione europea del Paesaggio”, (art.1), Firenze 20 Ottobre 2000.
(2) vedi Legge 1497/1939.
(3) Massimo Venturi Feriolo, ‘Etiche del Paesaggio. Il progetto del mondo umano’, Edori riuniti, Roma 2002.
(4) Dipartimento Interateneo Territorio Politecnico e Università di Torino, responsabile
scientifico Sergio Conti.
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    Project details
    • Year 2009
    • Work started in 2005
    • Status Current works
    • Type Landscape/territorial planning
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