URBS - CIVITAS - THERMAE | Giovanni Matteo Cudin

L’urbanistica delle città termali un tempo al centro di politiche e incentivi statali, ora si
ritrova a essere una mera questione di standard e di bassa qualità progettuale, inserita in
una logica di formazione della città, che non segue più i criteri post rivoluzione industriale.
Le cause scatenanti delle scelte alla base dell’urbanistica di allora non sussistono più.
Eppure continuiamo a ragionare in un’ottica di standard e parcellizzazione del territorio.
Nelle pagine seguenti sono riportate alcune riflessioni fatte a seguito di una lunga indagine
condotta in prima persona all’interno dei comuni di Abano Terme e Montegrotto Terme. In
questo testo proviamo a dare un’alternativa e una diversa organizzazione dei processi
formativi dei piani urbanistici, cercando di risolvere le problematiche relative al rapido
cambiamento della società odierna scegliendo un approccio che miri a produrre scenari
che fungano da valide alternative alla realtà attuale. Il dialogo avuto sia con la popolazione
che con l’amministrazione, ha palesato quelle che fossero le necessità e le richieste dei
luoghi e di chi li abita. Si sottolinea così l’importanza di scegliere un approccio che preveda
logiche d’integrazione, coinvolgimento dei cittadini e di chi vive i luoghi. Questi ultimi, attori
fondamentali al fine della costruzione del territorio e valide risorse da utilizzare per la
formazione degli strumenti urbanistici. Gli scenari prodotti sono frutto di analisi che ci
hanno permesso di approfondire gli aspetti caratterizzanti dei due comuni termali. Parte
delle analisi prodotte sono state presentate all’amministrazione, la quale le ha utilizzate al
fine di poter integrare le indagini e i progetti previsti per il futuro Piano di Assetto del
Territorio. Il nostro interesse, però, non si è fermato ai soli tecnicismi, bensì ci siamo spinti
ad alcune ipotesi di revisione della normativa vigente in merito alla formazione dei piani
urbanistici, approfondendo l’aspetto della partecipazione da parte dei cittadini, delle
comunità straniere e di tutti gli attori coinvolti in questo processo di cambiamento. Il fine
dell’elaborato non è stato quello di produrre progetti, ma scenari capaci di stimolare
riflessioni e dibattiti tra amministrazioni, cittadinanza e attori locali secondo un’ottica
progettante e corale.