IL BORGO RITROVATO | sergio sargentini

Un antico castello fortificato è riemerso dalle nebbie del tempo insieme alla chiesa e alla canonica “inglobate” nelle sue mura.

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Il Castello è posto longitudinalmente sulla sommità di un colle, con le sue mura difensive e torri in parte crollate ma ancora leggibili. La sua costruzione risale al XIV secolo e avvenne sui ruderi di un tempio dedicato a Giove. Dopo la costruzione e i fasti del primo Rinascimento che portarono artisti come il Perugino, il Pomarancio, il Bramante (e allievi) a partecipare alla costruzione del sottostante Santuario, un lungo periodo “buio” durato fino ai nostri giorni ha praticamente determinato l’abbandono e in parte il degrado del borgo, soprattutto per quanto riguarda la chiesa dotata di relativa canonica, la torre campanaria e le piccole abitazioni dislocate secondo l’asse centrale est-ovest.


La forma planimetrica attuale del borgo è il risultato di vari interventi succedutesi nel corso dei secoli. Non vi sono dubbi sulla presenza di un vero e proprio castello, vista l’ampia documentazione storica al riguardo e dello stesso possiamo avere conferma dalle strutture ancora in piedi come la torre posta a ovest dalla struttura originaria. Successivamente il castello ha però inglobato anche piccole costruzioni che, a causa delle frequenti “guerre” locali, sono state annesse grazie alla costruzione d’imponenti mura di cinta che determinarono la nascita di un piccolo borgo fortificato. L’impianto urbanistico che tutt’ora si legge, è a forma esagonale allungata delimitata da cinque torri, oltre alla torre campanaria. L’ingresso al borgo è costituito da un arco e da una strada angusta che, salendo fra le costruzioni sino a raccordarsi con l’asse longitudinale, lo divide praticamente in due. A ovest, entrando dall’arco, si trova subito il lato destro con accesso alla chiesa e sono visibili due rinforzi aggettanti che scandiscono esternamente la continuità della facciata. Comunque si voglia chiamare il complesso attuale, “castello” o “borgo fortificato”, si tratta senz’altro di una struttura di grande interesse urbanistico e storico-artistico, soprattutto nel “nodo” architettonico all’ingresso costituito da diverse strutture rimaneggiate nel corso secoli.


Il progetto


L’intervento ha riguardato proprio il “nodo” di cui abbiamo appena detto, ossia la parte più rimaneggiata che ha visto sovrapporre al primo impianto, costituito da mura e bastioni fortificati, la chiesa, la canonica, la torre campanaria e l’arco di accesso. Ciò ha provocato un forte aumento del carico statico, anche in conseguenza del notevole dislivello tra l’interno e l’esterno delle mura (vedi disegno analisi dei volumi). Proprio su quest’area, che rappresenta la parte più intensamente edificata dell’intero borgo, il terremoto del 1997 ha inciso profondamente sulla stabilità delle strutture murarie. Spesso però le avversità della natura possono portare a cambiamenti positivi. Infatti, dopo l’evento sismico è iniziato il censimento dei danni e, a distanza di qualche anno, sono stati stanziati fondi per il recupero degli edifici pubblici di maggior rilievo, tra cui proprio la piccola chiesa, la torre campanaria e parte delle mura adiacenti.


Lo stato di fatto


Ha seguito del terremoto del 1997 lo stato di degrado della chiesa, dell’ex canonica e della torre campanaria presentava alcuni elementi critici, come il dissesto statico leggibile nelle diverse lesioni, di varia grandezza, presenti sulle murature, sopratutto quelle del lato sud, nonché il dilavamento con sconnesione del paramento interno a intonaco ed esterno in pietra della chiesa. Ulteriore elemento critico è stato rappresentato dalla presenza d’infiltrazioni di umidità dovute a perdite del manto di copertura, alla presenza di punti di passaggio delle acque piovane e a fenomeni di risalita per capillarità.


Il restauro è durato diversi anni ed è stato eseguito in più “stralci”, anche a causa della complessità di lettura della stratificazione delle strutture. Dopo uno studio urbanistico molto approfondito, è stato applicato un metodo conservativo di carattere strutturale e riqualificativo per poi procedere con il recupero di parte degli affreschi interni alla chiesa. L’intervento, oltre ad aver riportato le strutture al loro originario stato e ruolo sociale, ha avuto un interessante effetto “moltiplicatore” di non minore importanza. Infatti, gli stanziamenti e gli interventi post-terremoto sono stati lo stimolo rivitalizzante che ha portato i proprietari a risistemare le loro porzioni di abitazioni. Oggi, a dimostrazione di questa “rinascita”, vi è un interessante afflusso di visitatori attratti dall’arte e dalla natura propria di questi luoghi. “E’ avvenuto quello che amo spesso sottolineare nei miei lavori - ci spiega con entusiasmo l’architetto Sargentini -  ossia che ‘l’Uomo è la città.’ In sostanza, solo la presenza di attività umane può ridare vita agli edifici. Diversamente ogni tipo di costruzione che resta vuota, come una piazza dove non va mai nessuno, è destinata al degrado. In questo caso, la presenza di un edificio di culto, l’ex casa del parroco restaurata a residenza privata e la torre campanaria il cui suono si propaga nella valle sono stati gli ‘epicentri’ di un rinnovamento che ha portato gli altri proprietari, sia all’interno del borgo che in adiacenza, a ristrutturare e riportare a nuovo le loro abitazioni, con i piccoli giardini, gli orti, gli spazi all’aperto, in un insieme che ridà vita a ogni angolo, a ogni pietra, a ogni dettaglio di quest’ antico complesso”.


La chiesa è stata costruita sulle antiche mura a sud-ovest del borgo fortificato e del castello. Tutte le mura, con spessore dai 50-100 cm e oltre, sono state realizzate con pietra arenaria locale grossolanamente squadrata, interstiziata con mattoni interi o scaglie. Il tipo di muratura è per lo più è a “sacco” cioè costituita dai due paramenti, esterno e interno,  riempiti con malta e scaglie di roccia e mattoni. La chiesa presenta una pianta trapezioidale irregolare con accesso da nord a metà sul lato longitudinale interno al borgo. Questa caratteristica è inconsueta nelle chiese cristiane in quanto l’accesso è sempre di fronte all’altare, non di lato. Ciò porterebbe a ritenere che la chiesa avesse un accesso esterno (dove si trova attualmente la torre campanaria) poi chiuso per motivi di difesa. L’altra parte longitudinale (sud) è posta sopra il contrafforte delle mura del borgo che sovrasta la valle, dove nel Cinquecento è sorto uno splendido Santuario con pianta a “croce greca” che si presume opera del Bramante, o comunque di un suo allievo. La torre campanaria è posta a ovest e l’ex-canonica a est e anch’esse sono state costruite sopra il primo impianto urbanistico.


Facciata e tetto


La chiesa non presenta una vera e propria facciata principale, ma un semplice ingresso ben realizzato posto a nord (dentro le mura), formato da un arco incorniciato da elementi in pietra scolpiti e in parte si presume recuperati. Il lato a valle (sud) è conformato per tutta la lunghezza da un muro con contrafforte che inizia dalla torre e termina con un’altezza di dodici metri e un’estensione fino all’ex-canonica, proseguendo a raccordarsi all’altra torre (sud est) del borgo. La facciata est riguarda esclusivamente l’ex-canonica e relativo terrapieno a giardino (sostenuto dalle mura del borgo). In definitiva per la chiesa non si può parlare di una vera e propria facciata principale esterna né di quelle laterali poiché è nata su mura già esistenti risultando di fatto inglobata all’interno del Borgo. La copertura dell’edificio è formata da un tetto a due falde con cimale secondo l’asse est-ovest, con coppo, contro coppo e pianelle, sostenuta da arcarecci e travicelli a vista poggianti su due archi trasversali, tutto riconsolidato. Le gronde sono formate da zampini in legno con interposte pianelle di cotto riconsolidate, con inserimento del canale e dei relativi discendenti per la raccolta delle acque piovane.


 


 

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    Il Castello è posto longitudinalmente sulla sommità di un colle, con le sue mura difensive e torri in parte crollate ma ancora leggibili. La sua costruzione risale al XIV secolo e avvenne sui ruderi di un tempio dedicato a Giove. Dopo la costruzione e i fasti del primo Rinascimento che portarono artisti come il Perugino, il Pomarancio, il Bramante (e allievi) a partecipare alla costruzione del sottostante Santuario, un lungo periodo “buio” durato fino ai nostri giorni...

    Project details
    • Cost Da 800.000 a 1.000.000
    • Status Completed works
    • Type Restoration of Works of Art
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