Piazza Cappuccini | Giacomo Pusterla

Nella storia varzese riveste particolare importanza religiosa e civile l’insediamento, avvenuto nel 1625, di una famiglia di Frati Minori Cappuccini all’interno dell’antica Pieve di origine romanica. A seguito dell’invasione francese, fu adibito per circa un secolo a deposito attrezzi agricoli. La pieve negli anni 70 tornò al suo uso originario: fu spogliata delle sovrastrutture stilistiche aggiunte nei secoli e riportata al primitivo carattere romanico.
Il progetto prevede la riqualificazione di gran parte delle superfici; il piazzale e l'area antistante l'ingresso al convento sono state pavimentate in arenaria secondo una configurazione geometrica a quadri, con colori che riprendono la facciata della chiesa, mentre per il sagrato è stata scelta l'arenaria locale. La nuova pavimentazione della strada comunale è di tipo tradizionale, costituita da ciottoli di fiume con trottatoie in arenaria.
Tutto il verde preesistente viene mantenuto e ampliato con formazione di nuove aiuole ridisegnate al fine di creare un’area destinata a luogo di sosta e meditazione, e completate con percorsi pedonali di accesso alle panchine.
L’intervento di riqualificazione al monumento di San Francesco si ispira al Cantico delle Creature: i quattro elementi che esso cita vengono rappresentati sul monumento in termini fisici tridimensionali attraverso il linguaggio dell’architettura. Anche la cancellata di accesso al convento realizzata su disegno in ferro pieno riprende anch'essa elementi tratti dal cantico quali il sole e la luna.