Piazza Sant'Antonino - primo classificato
Progetto vincitore del concorso di Riqualificazione della Piazza Sant'Antonino Piacenza / Italy / 2006
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“Se la storia corrisponde in qualche modo alla stratificazione di presenti successivi, l’architettura e’ assimilabile ad un’archeologia della trasformazione:l’uomo distrugge una civiltà ,ma ne costruisce un’altra utilizzando i mattoni di quella precedente “(Andew Wajda)
Storicamente il borgo di Sant’Antonino si colloca al margine dell’antico castrum, fuori dal corpus civitatis, ed e’ allineato lungo la via francigena attorno alla piazza omonima, dove, già nel tardo medioevo, si concentravano le funzioni pubbliche quali fiere e mercati.
Nel rinascimento la piazza si afferma come evento architettonico legato al monumento-basilica , ma e’ nell’età barocca che assume la connotazione attuale con l’edificazione dei palazzi nobiliari , alla piazza pubblica si affacciano così tante piccole piazze all’interno dei cortili d’onore.
Piacenza e’ ancora oggi una città dentro la città ,rappresentata dai cortili verdi all’interno dei palazzi nobiliari che si intravedono dagli austeri portoni .Il luogo urbano del progetto e’ stato generato da stratificazioni e modificazioni che hanno plasmato e disegnato la scena urbana nel corso dei secoli ; all’austero volume della chiesa di
Sant’ Antonino fa seguito la chiesa di Santa Maria , i palazzi settecenteschi e
l’ importante mole del teatro neorinascimentale(1804).
Oggi la piazza Sant’ Antonino è uno spazio opaco , informe , privo di spessore simbolico, ritagliato dall’uso automobilistico e ricoperto di asfalto ,dove le quinte degli edifici si ergono maestose e silenziose .
L’intento del progetto e’ la riqualificazione mediante il recupero della memoria storica ; l’atemporalità del luogo , oggi orfano di tutte le tracce delle trasformazioni urbane che tanto hanno inciso sulla piazza, viene risolta attraverso un progetto che trova il suo equilibrio nello spazio urbano riuscendo a rintracciare regole , matrici , tracce dell’impianto originale e delle sue trasformazioni storiche .
L’obiettivo e’ recuperare l’idea di piazza rinascimentale dove il microcosmo architettonico si fonde nel microcosmo urbano condividendo questo privilegio con la cattedrale , il teatro ed i palazzi circostanti .
La piazza di progetto e’ chiusa , una piazza-chiostro, una piazza cortile,una piazza foro, in cui l’unitarietà dei fronti si coniuga con la modularità dell’impianto, legandosi indissolubilmente con gli edifici che la circondano .
Già il Manfredi nel piano del 1933 propone una piazza chiostro, creando un portico che funge da collegamento con lo spazio sistemato a verde all’interno dell’antico chiostro di Sant’ Antonino .
Il ridisegno della piazza riduce al minimo gli interventi costruiti rifiutando la progettazione vistosa e preferendo la ricerca di quei sobri elementi architettonici in grado di rimettere in tensione le geometrie profonde della struttura storica, introducendo il verde del prato come elemento connettore ed ordinatore del progetto;scelta non così singolare nelle nostre città storiche, a tal proposito si può ricordare la felice riuscita di simili spazi verdi nella piazza dei Miracoli di Pisa e nella Piazza della Pilotta di Parma .
Viene poi recuperato l’allineamento degli antichi tracciati cardo-decumano che ancora oggi in modo così evidente scandiscono la trama della città , divenendo nel progetto assi pedonali con diverse gerarchie .
Il cardo, che ha origine nel chiostro della Basilica , si estende virtualmente fino ad incontrare ,da una parte via Sant’Antonino definendo l’ambito di progetto e dall’altra unendosi al muro che cinge il chiostro , attraversandolo .
Si apre qui una “breccia” nel muro di forma regolare rivestita da una lastra in vetro temperato ,che invita il passante a guardare dentro all’antico chiostro .
Il decumano corre parallelo a via Verdi , divenendo l’asse pedonale dominante del progetto .
I percorsi pedonali che tagliano il prato riprendono l’orientamento cardo-decumano, così come la passerella in vetro e corten che permette di superare la differenza di quota tra la piazza e la Basilica .
L’elemento che più identifica il progetto e’ rappresentato dal verde dei prati che esce dai cortili e dai giardini storici inondando la piazza e divenendo esso stesso piazza , creando così un armonico contrasto cromatico con il cotto e la pietra. L’idea propone l’eliminazione della recinzione che oggi chiude il giardino storico lungo via
Sant’ Antonino , abbracciando il verde che si estende nella piazza .
Prato che invita alla sosta, alla contemplazione, alla seduta e che permette di ammirare i monumenti che si affacciano sulla piazza senza interagire con essi, ma esaltandoli con il contrasto cromatico dei mattoni e dell’erba.
L ‘ossatura portante del progetto e’ la proiezione dei sagrati, piattaforme di granito montorfano tagliate a lastre longitudinali, appoggiate sul verde del prato:quello principale della Basilica , che corre fino alla chiesa di Santa Maria inglobandola , quello secondario verso via Sant’Antonino ed il “foyer all’aperto” del teatro . La via Verdi viene ridisegnata prolungando il nastro verde , che da una parte prosegue il prato e dall’altra si arricchisce di fiori dai vivaci colori ; lungo la stessa via potrebbero trovare collocazione gli stalli di sosta in numero variabile,con un numero massimo previsto di 25 posti auto .
La circolazione e’ garantita lungo la Piazza Sant’ Antonino verso dell’edificato , a doppio senso di circolazione solo per i bus ,a senso unico per i mezzi di emergenza ed i residenti ; sulla piazza si attestano inoltre le fermate dei bus contrassegnate da paline in vetro temperato e sedute in acciaio corten .
L’ illuminazione notturna e’ risolta mediante luci a parete ,sapientemente collocate sulle facciate degli edifici e da fari interni alla passerella che permettono di percepirla di notte come un nastro di luce .
I materiali
Lo spazio e’ disegnato dalla presenza di pochi materiali : il verde del prato, il granito montorfano a lastre longitudinali per i sagrati ed il “foyer all’aperto “ del teatro e la pietra di luserna a correre per tutto l’ambito di progetto .Nella convinzione che la stessa pietra possa assumere conformazioni e sfumature diverse variandone la lavorazione superficiale (fiammata, spazzolata, a spacco , graffiata,martellinata) ottenendo interessanti vibrazioni di tono ,senza creare eccessivi contrasti cromatici . Sull’intero perimetro dell’intervento ,a ridosso dell’edificato, e’ prevista una fascia in acciottolato come finitura della pavimentazione in lastre di pietra di lucerna .
L’acciaio corten a lastre longitudinali definisce l’ambito di progetto , diviene struttura portante nella passerella per disabili , panchine per la sosta e dissuasori disposti a delimitare il “foyer all’aperto”.
Il corten usato come materiale contemporaneo , che ha nelle sua stessa costituzione un trattamento che rimanda ai segni del tempo e riesce a conciliare l’innovazione con la tradizione . Viene poi usato il vetro temperato nella realizzazione delle paline per la sosta dei bus e nell’affaccio sul chiostro della basilica con finitura trasparente e nella parte superiore della passerella con finitura satinata , materiale scelto per la sua trasparenza alla luce , che rende quasi immateriali gli elementi realizzando un basso impatto ambientale Tutto questo nella piena convinzione che nella piazza di Sant’ Antonino occorra creare uno spazio vuoto dove godere appieno della vista dei suoi monumenti , abbandonandosi su “chaise longue” appoggiate nel verde ,dove nessun elemento progettato possa concorrere o turbare l’armonia architettonica dei suoi volumi di pietra e la storia che raccontano .
Storicamente il borgo di Sant’Antonino si colloca al margine dell’antico castrum, fuori dal corpus civitatis, ed e’ allineato lungo la via francigena attorno alla piazza omonima, dove, già nel tardo medioevo, si concentravano le funzioni pubbliche quali fiere e mercati.
Nel rinascimento la piazza si afferma come evento architettonico legato al monumento-basilica , ma e’ nell’età barocca che assume la connotazione attuale con l’edificazione dei palazzi nobiliari , alla piazza pubblica si affacciano così tante piccole piazze all’interno dei cortili d’onore.
Piacenza e’ ancora oggi una città dentro la città ,rappresentata dai cortili verdi all’interno dei palazzi nobiliari che si intravedono dagli austeri portoni .Il luogo urbano del progetto e’ stato generato da stratificazioni e modificazioni che hanno plasmato e disegnato la scena urbana nel corso dei secoli ; all’austero volume della chiesa di
Sant’ Antonino fa seguito la chiesa di Santa Maria , i palazzi settecenteschi e
l’ importante mole del teatro neorinascimentale(1804).
Oggi la piazza Sant’ Antonino è uno spazio opaco , informe , privo di spessore simbolico, ritagliato dall’uso automobilistico e ricoperto di asfalto ,dove le quinte degli edifici si ergono maestose e silenziose .
L’intento del progetto e’ la riqualificazione mediante il recupero della memoria storica ; l’atemporalità del luogo , oggi orfano di tutte le tracce delle trasformazioni urbane che tanto hanno inciso sulla piazza, viene risolta attraverso un progetto che trova il suo equilibrio nello spazio urbano riuscendo a rintracciare regole , matrici , tracce dell’impianto originale e delle sue trasformazioni storiche .
L’obiettivo e’ recuperare l’idea di piazza rinascimentale dove il microcosmo architettonico si fonde nel microcosmo urbano condividendo questo privilegio con la cattedrale , il teatro ed i palazzi circostanti .
La piazza di progetto e’ chiusa , una piazza-chiostro, una piazza cortile,una piazza foro, in cui l’unitarietà dei fronti si coniuga con la modularità dell’impianto, legandosi indissolubilmente con gli edifici che la circondano .
Già il Manfredi nel piano del 1933 propone una piazza chiostro, creando un portico che funge da collegamento con lo spazio sistemato a verde all’interno dell’antico chiostro di Sant’ Antonino .
Il ridisegno della piazza riduce al minimo gli interventi costruiti rifiutando la progettazione vistosa e preferendo la ricerca di quei sobri elementi architettonici in grado di rimettere in tensione le geometrie profonde della struttura storica, introducendo il verde del prato come elemento connettore ed ordinatore del progetto;scelta non così singolare nelle nostre città storiche, a tal proposito si può ricordare la felice riuscita di simili spazi verdi nella piazza dei Miracoli di Pisa e nella Piazza della Pilotta di Parma .
Viene poi recuperato l’allineamento degli antichi tracciati cardo-decumano che ancora oggi in modo così evidente scandiscono la trama della città , divenendo nel progetto assi pedonali con diverse gerarchie .
Il cardo, che ha origine nel chiostro della Basilica , si estende virtualmente fino ad incontrare ,da una parte via Sant’Antonino definendo l’ambito di progetto e dall’altra unendosi al muro che cinge il chiostro , attraversandolo .
Si apre qui una “breccia” nel muro di forma regolare rivestita da una lastra in vetro temperato ,che invita il passante a guardare dentro all’antico chiostro .
Il decumano corre parallelo a via Verdi , divenendo l’asse pedonale dominante del progetto .
I percorsi pedonali che tagliano il prato riprendono l’orientamento cardo-decumano, così come la passerella in vetro e corten che permette di superare la differenza di quota tra la piazza e la Basilica .
L’elemento che più identifica il progetto e’ rappresentato dal verde dei prati che esce dai cortili e dai giardini storici inondando la piazza e divenendo esso stesso piazza , creando così un armonico contrasto cromatico con il cotto e la pietra. L’idea propone l’eliminazione della recinzione che oggi chiude il giardino storico lungo via
Sant’ Antonino , abbracciando il verde che si estende nella piazza .
Prato che invita alla sosta, alla contemplazione, alla seduta e che permette di ammirare i monumenti che si affacciano sulla piazza senza interagire con essi, ma esaltandoli con il contrasto cromatico dei mattoni e dell’erba.
L ‘ossatura portante del progetto e’ la proiezione dei sagrati, piattaforme di granito montorfano tagliate a lastre longitudinali, appoggiate sul verde del prato:quello principale della Basilica , che corre fino alla chiesa di Santa Maria inglobandola , quello secondario verso via Sant’Antonino ed il “foyer all’aperto” del teatro . La via Verdi viene ridisegnata prolungando il nastro verde , che da una parte prosegue il prato e dall’altra si arricchisce di fiori dai vivaci colori ; lungo la stessa via potrebbero trovare collocazione gli stalli di sosta in numero variabile,con un numero massimo previsto di 25 posti auto .
La circolazione e’ garantita lungo la Piazza Sant’ Antonino verso dell’edificato , a doppio senso di circolazione solo per i bus ,a senso unico per i mezzi di emergenza ed i residenti ; sulla piazza si attestano inoltre le fermate dei bus contrassegnate da paline in vetro temperato e sedute in acciaio corten .
L’ illuminazione notturna e’ risolta mediante luci a parete ,sapientemente collocate sulle facciate degli edifici e da fari interni alla passerella che permettono di percepirla di notte come un nastro di luce .
I materiali
Lo spazio e’ disegnato dalla presenza di pochi materiali : il verde del prato, il granito montorfano a lastre longitudinali per i sagrati ed il “foyer all’aperto “ del teatro e la pietra di luserna a correre per tutto l’ambito di progetto .Nella convinzione che la stessa pietra possa assumere conformazioni e sfumature diverse variandone la lavorazione superficiale (fiammata, spazzolata, a spacco , graffiata,martellinata) ottenendo interessanti vibrazioni di tono ,senza creare eccessivi contrasti cromatici . Sull’intero perimetro dell’intervento ,a ridosso dell’edificato, e’ prevista una fascia in acciottolato come finitura della pavimentazione in lastre di pietra di lucerna .
L’acciaio corten a lastre longitudinali definisce l’ambito di progetto , diviene struttura portante nella passerella per disabili , panchine per la sosta e dissuasori disposti a delimitare il “foyer all’aperto”.
Il corten usato come materiale contemporaneo , che ha nelle sua stessa costituzione un trattamento che rimanda ai segni del tempo e riesce a conciliare l’innovazione con la tradizione . Viene poi usato il vetro temperato nella realizzazione delle paline per la sosta dei bus e nell’affaccio sul chiostro della basilica con finitura trasparente e nella parte superiore della passerella con finitura satinata , materiale scelto per la sua trasparenza alla luce , che rende quasi immateriali gli elementi realizzando un basso impatto ambientale Tutto questo nella piena convinzione che nella piazza di Sant’ Antonino occorra creare uno spazio vuoto dove godere appieno della vista dei suoi monumenti , abbandonandosi su “chaise longue” appoggiate nel verde ,dove nessun elemento progettato possa concorrere o turbare l’armonia architettonica dei suoi volumi di pietra e la storia che raccontano .
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“Se la storia corrisponde in qualche modo alla stratificazione di presenti successivi, l’architettura e’ assimilabile ad un’archeologia della trasformazione:l’uomo distrugge una civiltà ,ma ne costruisce un’altra utilizzando i mattoni di quella precedente “(Andew Wajda)Storicamente il borgo di Sant’Antonino si colloca al margine dell’antico castrum, fuori dal corpus civitatis, ed e’ allineato lungo la via francigena attorno alla piazza omonima, dove, già nel tardo medioevo, si...
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