Museo Bailo

Treviso / Italy / 2015

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Il Museo Bailo, destinato a ospitare la collezione di arte moderna della città di Treviso, si trova entro la sua cerchia muraria cinquecentesca, lungo il rettifilo alberato di Borgo Cavour, che conduce alla Porta cittadina di Santi Quaranta; l’edificio è arretrato rispetto al filo stradale, è fronteggiato dalla chiesa di Sant’Agnese e fiancheggiato dalla mole della Biblioteca Comunale. Esso occupa la sede di un convento il cui primo nucleo risale all’inizio del XIV secolo; ricostruito alla fine del XVI secolo, raddoppiato con un secondo chiostro nel 1856, demolita la chiesa annessa per costruire la biblioteca nel 1871, apre finalmente come museo nel 1889. Nel 1944 un pesante bombardamento ne distrugge la facciata e parte del chiostro Sud; ricostruiti nel 1952, la facciata perde tutti gli apparati decorativi. Nel 2000 il museo chiude, le collezioni sono trasferite in altra sede; nel 2010 il Comune ottiene un finanziamento europeo che gli consente di mettere in gara la progettazione del restauro e dell’allestimento e di avviare i lavori. Il museo è stato inaugurato il 29 ottobre 2015.


Al progetto si chiedeva la riorganizzazione distributiva e funzionale di tutto il complesso, il consolidamento delle strutture, la messa a punto di una dotazione impiantistica adeguata, il restauro conservativo degli elementi originali rimasti e l’allestimento della collezione, il cui nucleo principale è una cospicua parte dell’opera di Arturo Martini.


Uno dei temi fondamentali era la facciata: quella esistente, del tutto priva di carattere, non era in grado di rappresentare sulla scena urbana l’istituzione rinnovata.


La nuova facciata si eleva sul podio costituito dalla piccola piazza, anch’essa ridisegnata; le sue rinnovate proporzioni consentono al museo di ritrovare un ruolo urbano pari a quello degli altri edifici istituzionali presenti nel sito: la chiesa, la biblioteca e la porta di città. La parete della facciata preesistente, finita a marmorino bianco analogo a quello della chiesa antistante, costituisce il fondale per la nuova struttura: una controparete profonda circa 70 cm,  formata da otto grandi lastre prefabbricate di pietra artificiale, trattate con una texture puntinata che accentua i chiaroscuri dovuti all’esposizione a Sud, e disposte in modo da disegnare una croce, figura che allude alla disposizione dei corpi di fabbrica retrostanti. Le lastre di facciata, la cui coesione è assicurata da un getto di calcestruzzo, sono in graniglia di marmo di Carrara legata da un particolare cemento bianco fotocatalitico; dello stesso materiale, posato dopo un trattamento di acidatura antisdrucciolo,  sono i gradini e il lastricato della piazza; le lastre che costituiscono il portale sono invece levigate.


Sulla facciata è stata aperta la “finestra del chiostro”;  essa consente di traguardare dalla piazza, attraverso una doppia arcata liberata dal tamponamento, verso il chiostro Sud, dove si affacciano le sale che ospitano le opere di Arturo Martini; nel chiostro in particolare si trova il gruppo di Adamo ed Eva, che la città di Treviso acquistò tramite sottoscrizione popolare, e che viene così restituita alla vita cittadina.


Il secondo nuovo elemento introdotto dal progetto, legato alla facciata, è la galleria; si tratta di un corpo autonomo, inserito all’interno di uno stretto e oscuro cavedio preesistente, lungo circa 28 m, largo 2,5 m , alto 12 m, in calcestruzzo bianco lisciato, gettato in opera, poggiato a terra su quattro pilastri e aperto alla luce verso il cielo. La galleria è il nuovo atrio del museo, e consente una facile distribuzione di tutte le sue aree funzionali: la reception, le sale di accoglienza, il bookshop, le sale per esposizioni temporanee, la sala conferenze. Il percorso espositivo, strutturato ad anello a partire dal primo piano, si apre e si conclude nella galleria.


Ove possibile si è operato il restauro conservativo degli elementi di finitura e delle strutture originarie superstiti alle distruzioni belliche. Sono state invece rimosse tutte le murature interne non portanti, in modo tale da recuperare la spazialità originaria, caratterizzata dai lunghi assi prospettici delle gallerie di distribuzione delle celle monastiche. Tutti gli intonaci e i rivestimenti murari sono a calce; quelli esterni in marmorino bianco, quelli interni, dove si è avuto cura di lasciare leggibili le tracce delle lavorazioni manuali, in stucco pigmentato da sabbie marnose. I pavimenti sono in terrazzo con graniglia di piccolo calibro in marmo di Carrara legata con cemento bianco. I serramenti sono a taglio termico in profili sottili, in  acciaio cor-ten nei fori esistenti, in acciaio inossidabile nei nuovi varchi.


Uno dei temi del progetto è anche la riqualificazione energetica dell’edificio; si è incrementata l’inerzia dell’involucro intervendo sui sottotetti e sui soffitti con strati isolanti; le pareti che non presentavano decorazioni o finiture originali di pregio, sono state coibentate dall’interno. Tutti gli apparecchi illuminanti sono a Led.


La nuova centrale tecnica è stata interrata nel giardino su via Caccianiga; essa ospita le pompe di calore a scambio geotermico tramite acqua di falda. La distribuzione è a tutta aria a soffitto al piano primo, mista a pavimento al piano terra.


Il giardino su via Caccianiga è stato completamente rinnovato; sono state definite delle superfici regolari da piantumare con erbacee ed arbusti perenni, disposte a fasce contenute entro schiere di liriope, in sequenze stabilite in relazione ai tempi di fioritura e maggior vigore.


L’allestimento ha riportato all’evidenza una collezione di opere fondata sulla figura di Arturo Martini. Le basi per le sculture disegnano un paesaggio di famiglie di piccole architetture a servizio delle opere d’arte; la ricca collezione di grafica è esposta entro vetrine a parete, in modo da consentirne una visione in simultanea; i dipinti novecenteschi sono esposti direttamente a muro, su pannelli quelli ottocenteschi. I supporti per scultura sono in pietra artificiale (graniglia di marmo nero con cemento grigio, o graniglia di marmo di Carrara con cemento bianco); le vetrine hanno struttura in mdf grigio e piani in corian bianco latte; le vetrine a parete hanno struttura in mdf grigio e superfici espositive in tessuto ignifugo grigio.


È stata progettata anche la grafica interna, stampata direttamente su pannelli di acciaio inossidabile.

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    Il Museo Bailo, destinato a ospitare la collezione di arte moderna della città di Treviso, si trova entro la sua cerchia muraria cinquecentesca, lungo il rettifilo alberato di Borgo Cavour, che conduce alla Porta cittadina di Santi Quaranta; l’edificio è arretrato rispetto al filo stradale, è fronteggiato dalla chiesa di Sant’Agnese e fiancheggiato dalla mole della Biblioteca Comunale. Esso occupa la sede di un convento il cui primo nucleo risale...

    Project details
    • Year 2015
    • Work started in 2010
    • Work finished in 2015
    • Client Città di Treviso
    • Contractor Due P Costruzioni srl, Modena
    • Cost 3.900.000
    • Status Completed works
    • Type Museums / Recovery/Restoration of Historic Buildings
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