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Realizzazione di un attraversamento pedonale su via Lamarmora in Biella Andorra la Vella / Italy / 2006

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L’ipotesi di progetto deriva nel modo più immediato dall’obiettivo fondamentale della competizione bandita: risolvere l’interferenza tra il flusso di traffico pedonale di attraversamento (Nord-Sud) e quello veicolare di percorrenza (Est-Ovest) di via Alfonso Lamarmora, in corrispondenza dell’accesso al centro commerciale. Il tentativo è quello di unire la semplicità dell’idea di base all’inserimento di un nuovo elemento forte dell’infrastrutturazione urbana, alla rapidità di messa in opera e, infine, al contenimento dei costi.
L’area di progetto costituisce un punto di snodo piuttosto importante all’ interno della struttura costruita della città di Biella, marcando il collegamento tra il nucleo storico del Piano e i quartieri dell’espansione residenziale e industriale postbellica.
Spazio - filtro, notevole anche nelle dimensioni, è piazza Vittorio Veneto, pedonale in quanto organizzata a giardino e sviluppata in lunghezza in adiacenza a via Lamarmora, con la presenza qualificante dell’Ufficio di accoglienza turistica; proseguendo per poche decine di metri lungo l’asse di via Torino si imbocca infine via Italia, l’antica via Maestra, arteria principale della porzione bassa della città, sviluppatasi a partire dal X secolo, e ancora oggi cuore delle attività commerciali e culturali biellesi, con un’alta concentrazione di monumenti, a cominciare dalla Chiesa della SS. Trinità, dal vicino Duomo a croce latina e dallo splendido, antico Battistero a pianta quadrata, con quattro absidi semicircolari, una delle più importanti costruzioni preromaniche del Piemonte.
Il Centro commerciale I Giardini, in virtù della sua estensione, della sua posizione immediatamente a Sud del centro, della presenza di numerose attività commerciali e del parcheggio interrato, è venuto a costituirsi negli ultimi anni quale nuova importante polarità in appoggio ai servizi esistenti, capace di sviluppare un bacino d’utenza sviluppato su porzioni diverse della città, aumentando l’attrattività del Piano stesso.
È altresì del tutto evidente come l’attuale gestione dei diversi flussi (pedoni, cicli, autovetture, mezzi pesanti), risolta completamente a raso lungo via Lamarmora, sia portatrice di difficoltà e rallentamenti, in special modo durante gli orari di maggiore fruizione del Centro commerciale. L’assenza di percorsi riservati è deleteria per la scorrevolezza del traffico veicolare, per l’inquinamento da esso generato in loco e, soprattutto, per la sicurezza delle persone, indotte ad attraversare in sicurezza anche a causa della bella pavimentazione in porfido, che richiama la presenza di un’area del tutto pedonale o, quantomeno, di una zona a traffico moderato, quale, in realtà, essa non è.
Via Lamarmora rappresenta ancora, nonostante tutto, una frattura, una barriera. La storia le ha assegnato questo ruolo, avendo essa costituito, per lungo tempo a partire dal XIII secolo, il limite del nucleo urbano fortificato, come dimostrano le piante di diverse epoche, e in particolare i secenteschi disegni del Borgonio per il Theatrum Sabaudiæ. Con l’avvento dei collegamenti ferroviari, la stazione della città fu collocata proprio in questo punto: dalle mura al fascio dei binari, veniva a cambiare il tipo di sbarramento, ma non la sostanza. Lo spostamento dello scalo in piazza San Paolo, provvedimento risalente ai primi anni Cinquanta del secolo scorso, ha consentito una maggiore permeabilità tra i due quartieri, ma l’aumento del traffico e la quarantennale vicenda del riuso dell’area dismessa non hanno certo favorito una compenetrazione così marcata. La previsione di interramento di via Lamarmora, contenuta nel Piano Regolatore Generale di metà anni Settanta venne rispettata solo da alcuni dei partecipanti al successivo Concorso per la progettazione del Centro Direzionale, che non ebbe esiti concreti. L’intervento di Gardella Associati, recentemente realizzato, ha il merito di colmare, con l’inserimento di negozi, gallerie, alberghi, uffici e residenze, un vuoto quasi atavico; ma se esso incentiva ancor di più i legami Nord-Sud, allo stesso tempo, sembrano essere carenti le strutture capaci di assecondare e supportare i crescenti flussi. Il passaggio delle linee di trasporto locale è poi occasione per rafforzare l’identità del luogo come punto integrato di scambi e di interscambio, grazie alla presenza di grandi attrattori, di attività di servizio, di parcheggi pubblici.
Serve a questo punto un collegamento forte e autonomo, che permetta di risolvere i problemi suddetti senza però stravolgere la configurazione urbana definitasi nei secoli: via Lamarmora è una porzione del percorso che costeggiava dall’interno la cinta dell’antico nucleo urbano e, in quanto tale, si sceglie di non celarla, né, naturalmente, di interromperla. La nuova realizzazione si sovrappone e s’inserisce nell’esistente in modo semplice, pratico, con pochi ma significativi adattamenti.

Idea progettuale e materiali utilizzati
La proposta deriva dai flussi: l’obiettivo principale è invitare le persone a sfruttare il nuovo percorso sopraelevato, il quale, assecondando i principali itinerari, permette comodamente e senza interferenze di oltrepassare l’asse di via Lamarmora.
L’opera è certo visibile, si mette in mostra per attirare l’attenzione sulla propria utilità, segno necessariamente autoreferenziale perché calato in un contesto piuttosto debole che pare corretto non demolire, bensì arricchire di un nuovo espressivo fattore in grado di qualificare lo scenario di questa parte della città.
In planimetria si notano immediatamente un braccio principale, quello a scavalco, e cinque rampe d’accesso; tre di queste si trovano sul lato settentrionale di via Lamarmora, mentre le altre due scendono su quello meridionale. L’ultimo, ma non ultimo, punto d’attracco della passerella viene proposto in una posizione insolita, ma convincente: direttamente all’interno del grande atrio del Centro commerciale, con una scala metallica e un ascensore vetrato (più facilmente inseribile in quanto al coperto e al riparo da rischi di vandalizzazione). Questa scelta vuole sostenere l’idea di collegamento sottolineata dagli obiettivi del Concorso stesso e resa necessaria dalla grande quantità di persone che si dirige, in gran parte, proprio ad usufruire della struttura di vendita. Il nuovo ingresso sfrutta la grande mezzaluna finestrata presente sulla facciata del complesso ed è percorribile solo durante i prolungati orari di apertura (ad oggi, tutti i giorni dalle ore 8 alle 21, salvo il lunedì mattina e la domenica); un apposito serramento a fotocellula, scorrevole, chiude il passaggio quando il Centro è chiuso, ma la discesa è comunque agevole sfruttando le due rampe laterali, l’una verso Est, l’altra verso Ovest. Anche gli accessi a Nord cercano, come detto, di orientarsi nelle direzioni più percorse, nel rispetto del giardino e delle strutture presenti. Una rampa per ogni lato (quella occidentale a Nord e quella orientale a Sud) viene realizzata alla pendenza richiesta dalla normativa per la percorribilità da parte dei portatori di handicap (8%), mentre le altre risultano più brevi ma risultando comodamente utilizzabili sia da pedoni che da cicli; la quota da raggiungere sulla strada (per non compromettere il passaggio dei mezzi di trasporto più alti) è di 4,5 metri, mentre l’apertura sulla facciata del Centro commerciale (cui ci si appoggia) è a 5,3 metri; la larghezza minima dei camminamenti è pari a 3 metri.
Così come si persegue un adattamento funzionale che consenta una migliore fruibilità del luogo, altrettanto il sovrappasso pedonale presenta una grande autonomia formale rispetto ad un contesto invero già poco uniforme. Il distacco è netto, frutto di un disegno smussato e dell’uso di materiali metallici, per un’opera né mimetica né invasiva, che desidera sovrapporsi all’intorno per rafforzarlo.
La costruzione poggia in alcuni punti su semplici pilastri in acciaio, dalla forma rastremata, che reggono una struttura orizzontale in cemento armato, la cui superficie grigia scende a terra appoggiandosi come una lingua sulla pavimentazione esistente; questa viene rivestita nell’immediato intorno da un nuovo strato di cemento in un tono di grigio più scuro, che diventa invito e segnalazione per l’accesso alla passerella. Le rampe meridionali presentano invece un diverso piano di calpestio, realizzato in grigliato metallico antiscivolo, con lo scopo di non ostruire per nulla le griglie di aerazione del parcheggio, immediatamente sottostanti. I prospetti del sovrappasso, sul lato esterno, oltre ai tradizionali parapetti non scalabili, tamponati in plexiglass, si caratterizzano sin dalla partenza dal basso per la presenza di leggeri ma efficaci elementi di lamiera microforata in acciaio Corten che vengono facilmente agganciati alla struttura già montata e, una volta in opera, ancora tagliati e piegati con l’obiettivo di realizzare un manufatto vario ma semplice, che potrebbe essere ancora successivamente modificato con poche mosse. Questi pannelli, collocati ad altezze differenti, permettono, con le loro aperture fitte ma strette, di prevenire quasi del tutto il rischio del lancio di oggetti e assicurano allo stesso tempo una buona visibilità dal percorso verso l’esterno e soprattutto viceversa. L’illuminazione del percorso è realizzata in maniera non puntuale, bensì lineare, a garantire maggiore uniformità; corpi illuminanti continui sono installati lungo il piano di calpestio e i fasci luminosi emessi sfruttano la presenza dei pannelli esterni, riflettendo più luce verso l’interno e generando all’esterno, tramite i fori presenti, un sorprendente effetto che sottolinea la presenza della passerella anche nelle ore di buio.
Le medesime lamiere vengono prolungate, in due punti specifici, a rivestire e coinvolgere nella logica del manufatto le nuove fermate delle linee di autobus, dotate di sedute, protezioni dalle intemperie e realizzate con materiali e forme coerenti; queste ultime sono collocate, rispettivamente, sul lato settentrionale in prossimità dell’Ufficio turistico e sul lato meridionale poco oltre l’accesso del Centro commerciale, suggerendo, in base alla vicinanza e nell’ottica dell’interscambio tra le linee, il percorso di attraversamento (e quindi di collegamento tra una fermata e l’altra) più breve e meno pendente. A tal proposito, i marciapiedi lato Sud vicini alla strada vengono sostituiti da una siepe e il percorso utile diventa ora quello immediatamente prossimo alla struttura del Centro Direzionale. Lungo via Lamarmora, per tutta l’area d’intervento (anche attorno allo spartitraffico) e con l’eccezione degli spazi di attestamento degli autobus, vengono disposti parapetti trasparenti che, non scalabili, impediscano un pericoloso attraversamento e obblighino all’uso del sovrappasso. Dal lato Nord, a pochi passi dal bar è tra l’altro possibile recuperare 8 posti auto a pettine in aggiunta agli esistenti.
La nuova passerella è dunque un collegamento organico, vivo, che si inserisce nel tessuto e unisce sotto di sé il giardino, i marciapiedi, le fermate del trasporto locale, i parcheggi pubblici, il Centro commerciale e le altre attività della zona, riservando una grande attenzione alla comodità dei percorsi e alla sicurezza.
Modalità, tempi di realizzazione e programma di manutenzione
Caratteristiche qualificanti della proposta vogliono essere la rapidità e la semplicità di costruzione. L’opera inizia con il posizionamento degli esili piloni in acciaio dalla forma rastremata; per maggiore solidità e per evitare rischi di corrosione interna, si realizza in ciascuno di essi un getto di cemento, operazione che richiede 5-6 giorni.
Vengono successivamente disposti i casseri seguendo l’andamento planimetrico e in alzato dell’impalcato, con l’accortezza di preservare il vano per l’ascensore, due tracce da entrambi i lati esterni per gli impianti di illuminazione e di disporre sin da questo momento gli elementi verticali metallici per il sostegno dei parapetti; il getto del cemento completa la più importante opera realizzativa. Merita di essere evidenziato che la chiusura di via Lamarmora è necessaria solamente per la fase appena descritta, e per non più di un paio di settimane, causando un impatto sulla viabilità molto più limitato rispetto a quello prodotto da opere più complesse, invasive e costose.
Nel momento in cui la struttura è assestata (a strada già riaperta, con protezioni provvisorie sistemate), è possibile fissare i corrimano ai sostegni, lungo l’intero sviluppo del manufatto (salvo i primi metri d’inizio delle rampe, sino a 70 centimetri da terra); nel frattempo, a Sud, vengono piazzati, longitudinalmente, seguendo il tracciato delle rampe, i profilati a C ai quali possono così essere imbullonate le griglie che fungono in questi due casi da piano di calpestio.
Ai tubolari orizzontali piazzati assieme ai corrimano vengono agganciati altri supporti verticali, che servono per il fissaggio dei pannelli di lamiera microforata, che può essere avvitata o saldata in punti qualsiasi, in caso di necessità anche ai piloni portanti. Questa fase, in modo flessibile, può tenersi anche successivamente (e, volendo, con il sovrappasso già aperto al pubblico), in quanto l’opera è a questo punto già sicura e transitabile. Le lamiere, come si è visto, ricoprono le pensiline; queste ultime, con la loro struttura metallica, vengono collocate e assemblate in modo indipendente (quella Sud è però sostenuta da uno dei piloni che sostengono la passerella, mentre quella Nord prevede ne venga collocato uno aggiuntivo, privo di altra funzione) e lo stesso discorso può essere fatto per la scala e l’ascensore interni al Centro commerciale. Si valuta che l’insieme dei lavori, anche con maestranze piuttosto ridotte, venga portato a compimento in circa 3 mesi.
L’attività di manutenzione è particolarmente agevole e, coerentemente rispetto al resto del progetto, economica. Ciò deriva innanzitutto dalla semplicità e dalla chiarezza strutturale del progetto, oltre che dalla robustezza dei materiali.
La realizzazione di un impalcato in calcestruzzo armato, privo di rivestimenti quali piastrelle o simili, ma dotato solamente della finitura superficiale antiscivolo, oltre a fornire unitarietà e coesione all’intero percorso, fa sì che la manutenzione dello stesso sia minima.
La griglia in lamiera microforata in acciaio Corten, elemento che identifica l’intera opera, annulla tutti quegli interventi di manutenzione ordinaria, come la spazzolatura e la verniciatura; al contrario, con il progressivo invecchiamento, il manufatto muterà cromaticamente nel tempo, come un organismo che vive, maturando, il trascorrere delle stagioni. I pannelli di tamponamento dei parapetti, in plexiglass opalino, renderanno poco visibili le macchie dovute alle avversità climatiche.
Come già spiegato, l’impianto di illuminazione prevede l’installazione, nell’impalcato, di faretti ad incasso. La posizione alla quota del piano di calpestio della passerella semplifica gli interventi di sostituzione, non costringendo così all’uso né di autoscale, né di trabatelli; l’indice di protezione scelto, IP 65, riduce al minimo le necessità di manutenzione. L’apparato tecnico dell’ascensore, essendo interno al centro commerciale, rende nulli i danni dovuti alle intemperie e ad atti di vandalismo.
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    Project details
    • Year 2006
    • Status Competition works
    • Type Bridges and Roads
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