Museo Etnografico | Gianluca Centurani

Budapest / Hungary

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Lo spazio generato dal museo è inteso come "catalizzatore sociale" in cui l'architettura delle forme tenta di promuovere la socializzazione. Lo spazio interno del Museo è interpretato come il proseguimento di una strada urbana, lungo la quale, ad ogni passo, le persone scopriranno le forme degli edifici che sorgono verso il cielo, le intersezioni con le altre strade che diventano generatrici di confronto, e l'apertura improvvisa di una piazza, che suscita curiosità e sorpresa, che  porta il visitatore a perseguire la sua scoperta e la conoscenza degli spazi, grazie alle nuove ed imprevedibili vedute urbane. Questo è un parallelismo con l'Uomo e la sua crescita culturale legata alle esigenze costanti di esplorare, di imparare, e di capire le cose che vanno oltre. L'obiettivo è quello di creare uno spazio di socializzazione urbano all'interno del museo, in grado di attrarre i visitatori che accrescono le potenzialità di socializzazione (rispetto a quelle del museo stesso). Lo scopo è quello di creare una piazza coperta urbana, utilizzabile anche negli inverni freddi, senza la necessità di visitare il museo. Così il museo è concepito come una foresta di edifici più piccoli che vengono messi in relazione tra loro da una grande vetrata che permette ai visitatori di distinguere sia il parco, che la strada; come se lo spazio interno fosse la prosecuzione di quello urbano. I volumi che generano tale articolazione spaziale sono differenti per forma e trattamento superficiale in funzione della loro posizione rispetto al contesto urbano. Alle forme più rigide ed ordinate pressoché “parallelepipede” dei blocchi posti lungo le due strade, si oppongono volumi più irregolari progettati come enormi massi colorati, collocati sul fronte anteriore, verso il parco, in modo tale da creare attraverso giochi di contrasti e di  colori, attrazione architettonica e vigore tra le masse. Il confronto tra interno ed esterno è tale che l'occhio del visitatore non si ferma mai, sfuggendo continuamente lungo le direzioni spaziali infinite, aiutato dalla mancanza di pareti e soffitti tradizionali.


La complessità dello spazio interno è valorizzato dall’ utilizzo di passaggi pedonali a livelli differenti, che collegando i vari volumi, consentono agli utenti di scoprire diversi scenari urbani. I volumi sono articolati tra loro come se volessero interpretare una scossa dinamica che li ha spostati, ruotati, e deformati; amplificando le rotazioni e cambiando di ortogonalità man mano che ci si avvicina al parco, per la casualità della natura ordinata. Con questa operazione formale, il Museo annuncia alla città la sua importanza come destinazione culturale, così come la sua importanza nei confronti dell'organizzazione del Museo come la più grande ed unica opera scultorea nella collezione del museo stesso.

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    Lo spazio generato dal museo è inteso come "catalizzatore sociale" in cui l'architettura delle forme tenta di promuovere la socializzazione. Lo spazio interno del Museo è interpretato come il proseguimento di una strada urbana, lungo la quale, ad ogni passo, le persone scopriranno le forme degli edifici che sorgono verso il cielo, le intersezioni con le altre strade che diventano generatrici di confronto, e l'apertura improvvisa di una piazza, che suscita curiosità e...

    Project details
    • Client Città di Budapest
    • Status Completed works
    • Type Museums
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