Progetto per il nuovo complesso parrocchiale di S. Lucia - Enna
Concorso di progettazione. Terzo classificato Enna / Italy / 2014
Una passeggiata lungo il viale, scopre l’edificio cultuale nella sua purezza geometrica, il cui impianto introverso determina comunque la volontà di definire i suoi fronti all’interno di un percorso urbano e in relazione agli edifici limitrofi. Da nord si apprezza lo spigolo vivo del volume che si dilata lievemente e diviene campanile, fulcro visivo e riferimento a più larga scala e da ogni direzione. Abbassando lo sguardo ci si ritrova in un cambio di direzione nel percorso: la parete si piega ampliando lo spazio esterno all’ingresso; la severità dell’edificio qui si annulla e lascia al visitatore la sua personale esperienza sacra e spaziale. Il sagrato è luogo di sosta e riflessione che si distingue dalle aree circostanti, che accoglie e abbraccia il fedele. Così la porta indica solennità e sacralità ed è punto nevralgico dell’intero complesso parrocchiale, mentre lateralmente il percorso segnato dalla via Crucis/Lucis, segna il raggiungimento di un’area celebrativa esterna.
Lucia nega se stessa dedicandosi a Dio ed è espressione di luce. La chiesa Santa Lucia così impone la sua negazione verso l’esterno in cui il volume si eleva tendendo univocamente verso l’alto, attraverso l’esasperazione della falda di copertura esposta a sud. L’edificio cultuale dialoga continuamente con l’ambiente urbano sempre diverso, mantenendo comunque l’accesso principale a ovest.
E’ chiara l’espressione del linguaggio architettonico contemporaneo, tuttavia il progetto fonda le sue radici nella tradizione storica architettonica cultuale e, in particolare, nonostante l’aspetto introverso, la struttura dell’impianto planimetrico e del fronte ovest rivelano i principi concettuali dell’architettura barocca del centro Sicilia e riscontrabile in opere cultuali romane: la parete che si allinea al viale, è quinta urbana e in prossimità dell’ingresso si inginocchia, ampliando lo spazio esterno e diviene sagrato, luogo di congregazione e riflessione lontano dal caos stradale.
Sia che si provenga da nord che da sud, il volume si smaterializza e si apre alla città; la copertura rappresenta gli occhi che rendono la struttura permeabile alla luce naturale, libera di entrare all’interno determinando un rapporto fisico e sensoriale tra l’interno dei volumi e il cielo. Si raggiunge, quindi, un piccolo nartece superando la fessura sulla parete, in cui si organizzano i sistemi di salita alla chiesa. La Porta e la vetrata annunciano il percorso di luce raccontando uno spazio nuovo. Qui la concavità esterna si contrappone a quella interna e il volume introverso, all’interno si ammorbidisce e diventa immateriale; se ne comprende la copertura visibile all’esterno, aperta verso la luce: io vedo (vide o).
La doppia pelle che ne definisce lo spazio è priva di spigoli, è materna ma è anche la doppia natura di Cristo: vero Dio e vero Uomo. Così, lo spazio architettonico offre al fedele ogni sua parte, strettamente correlata al campo visivo attivo dalla Porta. Se il bema e il fonte battesimale si strutturano di luce piena, sull’aula liturgica la stessa è mediata dalla volta, in materiale leggero e plastico e la micro foratura offre una volta stallata a protezione dei fedeli: terra e cielo, ombra e luce.
Una passeggiata lungo il viale, scopre l’edificio cultuale nella sua purezza geometrica, il cui impianto introverso determina comunque la volontà di definire i suoi fronti all’interno di un percorso urbano e in relazione agli edifici limitrofi. Da nord si apprezza lo spigolo vivo del volume che si dilata lievemente e diviene campanile, fulcro visivo e riferimento a più larga scala e da ogni direzione. Abbassando lo sguardo ci si ritrova in un cambio di direzione nel...
- Year 2014
- Client Diocesi di Piazza Armerina - CEI
- Status Unrealised proposals
- Type Churches
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