CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DELLE COPERTURE DEGLI ACCESSI DELLA METROPOLITANA DI TORINO | mario marano

Turin / Italy / 2008

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Torino non è esattamente quello che sembra e non sembra esattamente quello che è.
La sua austerità urbanistico/architettonica del reticolo a scacchiera si contraddice all’improvviso con la leggiadria dei capolavori del barocco europeo e poi ancora con il sistema a raggiera dei quartieri operai.
L’astuta tela di rapporti diplomatici l’hanno tenuta da sempre al centro delle sorti del paese e di tutta l’Europa, da sempre crocevia di molteplici interessi fin dalle sue origini di importante colonia romana, in seguito prima capitale d’Italia e poi grande polo industriale.
Eventi di ampio respiro periodicamente l’hanno ridestata dal suo letargo e ne hanno rinnovato di volta in volta l’immagine restituendole in breve tempo quella frenesia da capitale europea che tanto le appartiene.
Anche in questi anni la città è interessata da un profondo rinnovamento – urbanistico, architettonico, infrastrutturale, della mobilità - che la sta rendendo sempre e ancor più città a misura d’uomo.
L’acquisizione di nuove soluzioni progettuali per la copertura agli accessi delle stazioni della Linea 1 della Metropolitana di Torino, così come richiesto dal Bando, alla ricerca di una “copertura che non dovrà avere la sola funzione di riparo, ma dovrà essere riconoscibile nell’aspetto e nell’individuazione, rappresentando quell’impronta sul territorio di un’infrastruttura interrata dedicata alla mobilità veloce delle persone”, ci rimanda oggi, parafrasando, proprio a ripensare a tutto ciò che è impetuosamente conservato nelle pieghe di questa città e a tutto ciò che sommessamente affiora in superficie.
Proporre un’idea per le coperture della metropolitana in una città come Torino, fatalmente ‘composta’ eppure così sempre in progress, porta a pensare a forme fluttuanti ma sempre sobrie, libere di muoversi ma sapendo bene dove si sta andando (!) e da dove si viene; porta a pensare ad elementi primari, composti fra loro secondo il più semplice dei sistemi (trilitico) in cui le varie parti si alternino dinamicamente fra loro e si integrino con gli altri elementi della composizione-città nell’intento di creare uno spazio ‘in motus’, semovibile, capace di esperienze percettive sempre cangianti piuttosto che di vere e sole rappresentazioni immobili, fisse.
Tutto questo rimanda, ancora di più, ad un linguaggio architettonico essenziale che, attraverso l’avverarsi di una percezione insolita, fisica e visiva, descriva l’atto di entrare in un’area dai connotati “diversi”, in grado di configurare una nuova identità di spazio contemporaneo non solo alternativamente underground ma, addirittura, continuamente sinergico con quello storicizzato della città.
La veste formale di tale idea è affidata a volumi leggeri ed imponenti al tempo stesso; scheletro d’acciaio e anima di vetro. Volumi all’apparenza inconsistenti, quasi sbilanciati, cedevoli, addirittura, nel loro raccontare del movimento attraverso il forte scheletro metallico che nasce su in superficie; eppure, quasi contemporaneamente, dalla loro fragile anima di vetro che riaffiora dal sottosuolo, scaturisce il loro essere delicatamente equilibrati, segretamente immobili e quasi smisuratamente resistenti.
Il volume-tipo delle coperture nasce dal cubo forma-base che destrutturandosi si assottiglia fino a ridursi a semplice cornice/portale nei pannelli d’acciaio, fermi quelli orizzontali, semovibili quelli verticali ad indicare l’idea del divenire in movimento; poi l’idea del cubo ritorna, e per ‘fissarsi’ questa volta, nel volume di vetro sottostante, spazio concluso, definito, ad indicare l’idea dello stabile riparo, che porta con sé l’idea di solidità. Ecco : l’ ecopensilina (eco-cover) a copertura degli accessi della metropolitana.
Da lontano si intravedono soltanto i portali metallici, solo avvicinandosi si scopre il volume vero contenuto dai pannelli trasparenti. I portali, dalle dimensioni di 4,00 mt di altezza, 15 cm di spessore e lunghezze variabili varco per varco, sono costituiti da una leggera struttura metallica, tutta racchiusa in una sottile lamina in acciaio satinato, materiale già presente nelle finiture delle stazioni esistenti, dunque in armonia di stile e tecnologia con esse.
La funzione dei portali metallici è quella di sostenere i pannelli in cristallo che realizzano il volume vero e proprio costituito da un parallelepipedo completamente trasparente posto più in basso rispetto ai pannelli che compongono i portali, e ad essi saldamente ancorato. Infatti apposite crociere del tipo “air sistem” a quattro braccia, realizzate in acciaio inox AISI 316, collegate ai pannelli di cristallo, vengono fissate alla struttura metallica con opportuni accessori che permettono la regolazione in profondità in modo da garantire la perfetta complanarità delle diverse lastre di cristallo. Questi accessori sono composti da una base, fissata alla struttura, e da un’apposita ghiera interna regolabile sulla quale viene fissata la crociera tramite un bullone in acciaio inox.
Lo spazio che rimane tra le lastre di cristallo viene sigillato con guarnizioni siliconiche interne e con silicone neutro strutturale esterno. I cristalli temperati impiegati per la ecopensilina (eco-cover) sono del tipo basso emissivo, internamente, e del tipo “acquaclean” riflettente, esternamente. Il loro spessore tiene conto anche del carico neve.
Il cristallo basso-emissivo scherma le radiazioni ultraviolette, riflettendo il calore irraggiato ma conservando al contempo un’alta trasmissione luminosa; processo questo ottenuto mediante un deposito di ossidi metallici che attuano così la riflessione selettiva dell’irraggiamento solare.
Il cristallo “acquaclean” riflettente è invece un cristallo autopulente costituito da un rivestimento speciale sul lato esterno che scompone lo sporco organico e consente all’acqua piovana, scorrendo sul vetro, di rimuoverlo.
Tali portali inoltre consento di dotare le coperture degli accessi alle stazioni della metrò di un’altra importante funzione: l’autoalimentazione con energia solare.
Infatti l’ecopensilina (eco-cover) alloggia, sull’estradosso degli elementi orizzontali, un sistema fotovoltaico che consente l’autoalimentazione elettrica di tali strutture.
Più in particolare il sistema fotovoltaico dell’ecopensilina (eco-cover) comprende:
n. 16 strisce fotovoltaiche UNI-SOLAR mod. SHR-17 (17Wp, 8.6V, 2°) collegate in serie per ottenere un sistema a 12 V nominali con corrente di spicco di 16°.
n. 1 centralina di comando a microcompressore con regolatore di carica Morningstar mod. Sunlight SL-10 (12V 10°).
n. 1 batteria ermetica senza manutenzione con elettrolito al gel, con capacità 100ah in 20 ore a 25° adatta all’utilizzo con cicli di carica e di scarica.
n. 1 quadro elettrico con temporizzatore per la regolazione del tempo di accensione della lampada.
Le prestazioni dell’impianto fotovoltaico dell’ecopensilina (eco-cover) sono calcolate in funzione dei dati statistici della radiazione solare sul piano orizzontale in MJ/mq, tratte dalla pubblicazione ENEA “Profilo climatico d’Italia”. Vengono presi in considerazione i mesi più critici: Novembre, Dicembre e Gennaio. Si considera un rendimento del sistema del 75%. La potenza resa da 16 strisce fotovoltaiche, posizionate sul tetto della pensilina è di 248.8 Wh resi quotidianamente in Nord Italia a Dicembre. Questa è la potenza che potrebbe essere utilizzata da una lampada da 18W a 12V a basso consumo (quindi pari a 120W) accesa per 16 ore con 120 lux di illuminazione.
L’impianto d’illuminazione così autoalimentato è alloggiato all’intradosso di ogni pannello orizzontale, in appositi vani che rendono rapide, facili e sicure le operazioni di manutenzione.
All’intradosso dei pannelli orizzontali, possono essere alloggiate anche le telecamere di videosorveglianza che permettono un controllo continuo da parte degli operatori del PCC. Il volume trasparente infatti garantisce una visione completa dell'intero varco della metropolitana senza che alcun ostacolo si frapponga fra le telecamere e il sistema: scala fissa - scala mobile - relativi sbarchi antistanti. Il sistema d’illuminazione, inoltre, calibrato secondo un orientamento dei fasci di luce, garantisce una corretta illuminazione dei percorsi pedonali sia interni che limitrofi ai varchi della metropolitana, in modo da assicurare una buona luminosità diffusa a tutto l’impianto, a garanzia di una maggiore sicurezza, e al contempo può fungere anche da segnale luminoso, che in condizione di scarsa visibilità, anche diurna, funzioni da “faro” che faciliti la visibilità dei varchi della metropolitana. Inoltre l’energia così autoalimentata dal sistema fotovoltaico può essere utilizzata, là dove ci sia spazio a sufficienza, per ospitare “stazioni” per la ricarica di biciclette elettriche da posizionare, all’occorrenza, proprio in prossimità dell’ecopensilina (eco-cover) lungo i pannelli verticali. Infatti ogni portale metallico potrebbe consentire la confluenza di molteplici funzioni: i pannelli verticali potrebbero fungere, infatti, da supporto per pubbliche affissioni, per espositori pubblicitari, per insegne e targhe, per impianti di segnaletica stradale, per mappe Brail, ecc., e per rastrelliere portabici, all’occorrenza anche dotate di congegni telematici per l’adozione di bici elettriche.
Lo studio dell’ ecopensilina (eco-cover) prevede l’uso di materiali semplici, quali l’acciaio e il vetro, che risultano essere inalterabili e tecnologicamente avanzati, tali cioè da perseguire l’obiettivo di ottenere una facile manutenibilità che consiste soltanto in operazioni di manutenzione ordinaria quali la pulizia periodica, la sostituzione di lampade, alimentatori etc…
……Volumi estremamente semplificati da inserire in uno contesto urbano ordinatamente dinamico; prospettive sempre cangianti in una spazialità da vivere in continuo movimento; molteplicità di funzioni che si possano incontrare agevolmente ed in sicurezza nello stesso luogo; uso di materiali resistenti, facilmente manutenibili e contemporanei.
Tutti questo è : la nostra proposta di copertura per agli accessi della Metropolitana di Torino - Linea 1 - nel tentativo di scoprire e valorizzare i significati potenzialmente presenti nel sito urbano in questione, per giungere ad orientarsi in esso e a sentirsi al sicuro, cioè fino a sentirlo proprio.

“………..…lo scopo essenziale dell’architettura è quello di trasformare un sito in un luogo………….….” (C. N. Schultz)
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    Torino non è esattamente quello che sembra e non sembra esattamente quello che è.La sua austerità urbanistico/architettonica del reticolo a scacchiera si contraddice all’improvviso con la leggiadria dei capolavori del barocco europeo e poi ancora con il sistema a raggiera dei quartieri operai.L’astuta tela di rapporti diplomatici l’hanno tenuta da sempre al centro delle sorti del paese e di tutta l’Europa, da sempre crocevia di molteplici interessi fin dalle sue origini di importante colonia...

    Project details
    • Year 2008
    • Client GTT_ servizi
    • Status Competition works
    • Type Urban Furniture / Railway Stations
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