VEMA - Paesaggio sonoro

Biennale Venezia 2006, Padiglione italiano - mostra “La Città Nuova. Italia-y-2026. Invito a Vema” Venice / Italy / 2006

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Il progetto riflette il desiderio di collegare la parte naturale a quella edificata dello schema insediativo di Vema come risposta alla separazione creata dagli assi previsti per i collegamenti principali all’interno della città.

Nel procedimento progettuale, un semplice schema razionale parco/città viene frammentato introducendo la logica della spontaneità tipica dei sistemi naturali e, nella città, dalla caratteristica mancanza di regole degli insediamenti abusivi.
I suoni che permeano la natura e la città vengono utilizzati per modificare una struttura urbanistica che nasce inizialmente per rispondere ad esigenze puramente funzionali.

I suoni e gli spazi frammentati da essi generati si incontrano lungo il limite che separa lo spazio urbanizzato da quello naturale deformando il piano orizzontale del territorio.
La pressione dal basso crea uno scollamento della superficie del suolo e genera un grande spazio ibrido tra la città e la natura in cui suoni e rumori si sovrappongono.
Un ambiente intermedio in cui l'architettura segue la logica di un paesaggio sonoro .

Questo paesaggio si estende all’interno della città edificata ribaltando le regole dello spazio pubblico inteso, nella città contemporanea, come luogo destinato prevalentemente alla percorrenza veicolare.
Nel paesaggio sonoro urbano gli spostamenti non sono determinati da strade rettilinee e separate dallo spazio pedonale ma avvengono liberamente secondo modalità e mezzi di trasporto compatibili con l’idea di parco.

Lo spazio urbano sarà il luogo di eventi sonori multietnici che attivano la città e invitano a percorrerla ed a perdersi così come avviene ogni anno a Venezia durante l’evento “Venezia Suona”. “Il passeggiare come forma appropriata per percepire il paesaggio”

La sostituzione delle auto private con piccoli mezzi di trasporto elettrici o biciclette, presi liberamente in appositi spazi di sosta, consente la trasformazione della sede stradale urbana in uno spazio più flessibile formato da percorsi e da spazi verdi come avviene in un parco attrezzato.
Pedoni, biciclette, risciò, monopattini e macchine elettriche si muovono liberamente.
La mancanza di regole è bilanciata dalla bassa velocità e dal necessario rispetto reciproco.

Gli elementi edificati seguono lo stesso processo di trasformazione del modello di città.
Un tessuto periferico basso e regolare, si frammenta e cresce in altezza modificandosi in schemi tipologici differenti.
Le basse abitazioni a patio sono coperte da orti comuni a cui si accede attraverso grandi lucernari che fuoriescono dal piano della copertura.
Anche le altre abitazioni, ad uno o due livelli, sono caratterizzate dalla presenza di ampi patii scavati in profondità nell’alloggio, che consentono di limitare gli affacci esterni ed enfatizzare la individualità dell’abitare. Per contro alcuni spazi al livello del suolo sono gestiti ed utilizzati in comune dagli abitanti e possono ospitare palestre, sale per ballare, asili nido o lavanderie.

Nella parte centrale del quartiere, più rarefatta, si trovano piccoli padiglioni per la vendita di giornali o frutta, internet points, locali bar per ascoltare la musica e luoghi dove si può dialogare e conoscersi ma anche isolarsi in piccoli templi del silenzio.
Questi spazi hanno in comune la caratteristica di poter crescere e trasformarsi grazie alla prefabbricazione e alla modularità, per poter rispondere ai cambiamenti nel tempo.

Nei pressi della barra delle infrastrutture i padiglioni attraversano il limite costituito dai nastri di collegamento pubblico e proseguono nello spazio del parco insieme agli orti, ai percorsi pubblici e ai campi sportivi.
Al contrario l’edilizia a scala maggiore incontra un vero limite lungo il quale, non potendo superarlo, si addensa formando alcune torri in vetro alte e sottili da cui osservare la città e il parco.

La topologia artificiale creata dalla bolla sonora consente la fusione dello spazio del parco e della città. All’interno del rigonfiamento si trovano una discoteca e un auditurium. Le due funzioni delimitano un grande spazio coperto che, come una immensa serra, può ospitare grandi eventi musicali.
Il collegamento tra la città e il parco può avvenire sia attraverso questo spazio coperto sia sulla sua copertura.

La lacerazione prodotta nel tessuto edificato da questo elemento a grande scala urbana è simile a ciò che produce il Beaubourg nel tessuto di Parigi, Piazza san Pietro nel tessuto di Roma o la moschea iraniana di Isfahan.

La grande variazione nella scala dimensionale genera un contrasto fondamentale per la definizione della complessità di uno spazio urbano.
La distanza tipologica e funzionale tra l’alloggio a patio ed il grande spazio per gli eventi rende inoltre evidente la contraddizione del vivere la città contemporanea in equilibrio instabile tra il desiderio di isolamento e la ricerca di coinvolgimento sociale.
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