28 Posti | gaetano berni

28 POSTI è un bistrot di cucina contemporanea di solo 28 coperti. Si trova nel cuore dei Navigli in via Corsico 1 dove ha preso il posto dello storico Karaoke CantaMilano. Il progetto architettonico ha riportato il locale allo stato originario inserendo nuovi elementi di arredo prodotti interamente con materiali di recupero e cercando di ricreare un'atmosfera intima e accogliente. La cucina è l'anima del progetto, a cui gli ospiti possono accedere tramite un rapido passaggio obbligatorio all'ingresso e una feritoia in sala che svela la preparazione dei piatti. Una cucina contemporanea, che utilizza solo prodotti di stagione, orientata verso valori etici, attenta alla qualità degli alimenti, al rispetto dell'ambiente e all'equità dei processi di produzione.
I lavori edili sono stati eseguiti dai detenuti dell'Istituto Penitenziario di Bollate, che hanno potuto beneficiare dell'Art. 21 prendendo parte al cantiere. In seguito a quest'importante esperienza, il ristorante ha continuando a dedicarsi con impegno alla reintegrazione professionale di categorie svantaggiate, attraverso percorsi di formazione a favore di detenuti e rifugiati politici. L'associazione Liveinslums ONG e cooperativa (www.liveinslums.org), partner del progetto, ha avviato all'interno del carcere un laboratorio di falegnameria e costruzione degli arredi, a cui hanno partecipano i detenuti che erano impossibilitati ad uscire, individuati dagli educatori e seguiti dai membri dell'associazione durante tutto il periodo di formazione e lavoro.
All'interno del laboratorio sono stati costruiti tavoli, porte e armadiature del ristorante, disegnati da Francesco Faccin e realizzati con il contributo del maestro ebanista Giuseppe Filippini. In seguito la falegnameria ha continuato a sviluppare progetti di interior design e ha organizzato un programma di workshop con ospiti. In sala sono esposti i progetti Nomadic Sellers di Filippo Romano e Statale 106 esposto alla Biennale di Architettura 2010.
Le lampade del ristorante Pet Lamp sono state realizzate da Alvaro Catalan De Ozon con un gruppo di indigenti emigrati a Bogotà all'interno di un progetto di cooperazione sociale.
Le sedie Pelle e Ossa sono prodotte da Miniforms, disegnate da Francesco Faccin.
Gli oggetti esposti in sala sono autoproduzioni provenienti dalla baraccopoli di Mathare (Nairobi) esposti alla mostra Made in slum - Triennale di Milano 2013. Progetto architettonico: Gaetano Berni, Maria Luisa Daglia, Francesco Faccin