Nuova sede della provincia di Arezzo

Concorso europeo di progettazione Arezzo / Italy / 2005

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CARATTERE DELL’INTERVENTO Fondato nel rigore di precise esigenze d’uso, spaziali e distributive, l’intervento si carica di senso assimilando il principio dei contrasti sia alle superfici e sia allo spazio: nord e sud, ruvido e liscio, opaco e diafano, leggero e pesante, compresso e dilatato. All’esterno, l’identità di carattere pubblico è affidato all’estensione dell’edificio a spessore ed alla matericità dei muri; all’interno, l’identità dell’istituzione è affidata allo spazio del vano scala. Riteniamo che la discrezione dell’intervento, cercata sul solco di un’ipotetica evoluzione del Razionalismo italiano, ha incamerato le forti connotazioni del paesaggio di Arezzo potendo ambire ad essere un punto di riferimento nel territorio.


CRITERI PROGETTUALI L’interrogazione della planimetria e le richieste del bando, hanno suggerito l’adozione di volumi essenziali con la prevalenza di un corpo denominato “edificio a spessori”. Nel lotto assegnato, l’insieme e l’edificio a spessori sono disposti secondo una sequenza di piani. Anche la composizione dell’edificio avviene per sequenze di piani o spessori che, partendo dal muro cieco a sud, organizza i servizi ed i percorsi verticali, un vuoto di distacco, i percorsi orizzontali e gli uffici disposti dietro l’ampia vetrata a nord. Questa scelta, insieme all’adozione di una griglia modulare di 70 centimetri, ha favorito alcune condizioni ritenute convenienti sia allo scopo e sia alla riconoscibilità dell’intervento. Questi sono:chiarezza spaziale e distributiva
modularità e semplicità strutturale
individualità degli spazi d’uso e fluidità con lo spazio pubblico
evidenza rappresentativa dell’Istituzione sia all’esterno e sia all’interno
ruolo urbano dell’intervento
DISTRIBUZIONE E ARCHITETTURA Le quantità necessarie, sono state raccolte in tre organismi: sul lato nord il corpo del CSA; in posizione mediana l’edificio a spessori con l’annesso corpo del teatro; a sud, un terzo corpo con cortile posto come basamento dell’edificio a spessore. L’intenzione di bilanciare gli spazi coperti e l’ingombro in altezza con i volumi necessari, ha indotto l’inserimento di un livello seminterrato oltre il piano interrato dei garage. C.S.A. Il lungo corpo, che comprende anche il nido d’infanzia e il servizio politiche per l’impiego e mercato del lavoro, chiude l’invaso della piazza sul lato nord. È ad un solo livello oltre una piccola parte degli archivi interrata. Il fronte sulla piazza è caratterizzato da un portico che favorisce l’attraversamento da via Mecenate all’area di parcheggio e via Duccio Da Boninsegna. Piazza I due volumi emergenti definiscono i lati nord e sud della piazza mentre i lati est e ovest sono segnati da fasce di 70 cm in continuità allo spessore dei muri.


Edificio a spessori E’ un lungo parallelepipedo di cinque livelli di calpestio dal livello terra. L’orientamento ha determinato la contrapposizione del muro cieco a sud e della facciata vetrata a nord che apre la visuale su Arezzo. E’ composto dalla sequenza di quattro sezioni del volume generale: il volume dei servizi con scale e ascensori separato dal volume con le stanze degli uffici; fra questi, un vuoto attivo esteso per l’intera altezza e lunghezza che distacca un’asola vetrata e lo spessore dei percorsi orizzontali. Questa scelta, derivata dal principio della separazione fra spazi serviti e spazi serventi, unisce i primi tre volumi nell’articolata spazialità caratterizzata dalla scala. Il blocco degli uffici è separato da un diaframma attrezzato con sopralice vetrato. La permeabilità visiva della hall con la piazza è totale ma l’ingresso è unico, posto in prossimità al teatro dove c’è il centro di controllo e informazioni. Alla limitata altezza della hall, si contrappone l’espansione ascensionale del vasto muro di pietra che tende inoltre ad evocare i caratteri medioevali di Arezzo nella dimensione adeguata all’Istituzione Pubblica. La tensione dell’insieme è rafforzata dal fatto che il muro poggia sul vuoto del sottostante cortile assorbendo la luce riflessa da sud. Il percorso della scala si conclude con l’unica finestra, di 70×70 cm, che consente di traguardare il paesaggio verso sud.


Corpo a corte Racchiude un recinto di funzioni attorno ad una corte centrale. Chiuso da muri sui fianchi, all’esterno apre solo sul lato sud e parzialmente sul lato ovest. I due livelli contengono i gruppi di funzioni riportate in pianta.


Parcheggi Quello esterno, nel terreno di proprietà del comune, è per 138 auto (nel rispetto degli standard) disposte a pettine e con idonee alberature sia per ombreggiare gli autoveicoli e sia come schermo verde per la piazza. Quello interno, riservato ai dipendenti è, come richiesto, per 150 auto. Sala conferenze. Posta all’estremità ovest del lato piazza, si incunea simulandone un appoggio all’edificio a spessori. Vi si accede dall’esterno con una scala posta sull’estremità est e l’attraversamento del sottostante spazio adibito a galleria per mostre. La sala è divisibile in due sale autonome tramite pannello a libro. L’estradosso a gradoni consente l’uso occasionale per manifestazioni all’aperto e proiezioni cinematografiche estive. Collegamenti. Il sistema dei percorsi garantisce la separazione fra pubblico e privato con il controllo degli accessi al pubblico. I corpi funzionali sono stati compartimentati sia per ragioni d’uso sia per ragioni di sicurezza. Tutti gli ambienti sono dotati di autonome vie di fuga. L’insieme dei collegamenti garantisce il superamento delle barriere architettoniche.


STRUTTURA, COSTRUZIONE E MATERIALI Tutto ciò che è possibile per la tecnica non è detto che debba essere necessario sul piano logico e del buonsenso. Invece è stato proprio il senso della misura – quello metrico, dimensionale, tecnico e dei costi – ad aver confermato, con l’irrinunciabile riferimento all’identità del luogo, la costruzione governata da livella e linea a piombo, l’unica che permette di ottimizzare l’impiego di strutture usuali in cemento armato. La riduzione all’essenza cercata nei principi compositivi – in cui gli aggettivi sono subordinati ai sostantivi – ha favorito la riduzione dell’espressione di due materiali principali, pietra e vetro, oltre parti di cemento lasciato a vista. La pietra dorata non è solo un rivestimento che stabilisce un rimando diretto di appartenenza e riconoscibilità con la città di Arezzo, ma è parte integrante della costruzione: le lastre di pietra – di 8 cm di spessore e di larghezza variabile, segate secondo filari di moduli e sottomoduli di 70 cm – sono integrate all’apparecchio murario costituendo le casseforme dei massicci muri in calcestruzzo. La tecnica, che ripropone tempi e modi d’esecuzione delle tradizionali giaciture dal basso verso l’alto, prevede la posa in opera dei filari di pietre, la disposizione dell’armatura ed i getti in calcestruzzo. L’uso di inerti alleggeriti conferisce alla massa muraria equilibrate prestazioni sia d’inerzia termica e sia di coibenza. L’organismo, oltre gli ottimi requisiti di staticità, garantisce un’eccellente durabilità con una manutenzione praticamente nulla. L’ossatura strutturale è in cemento armato con solai laterocementizi, travi a spessore e intradossi in cemento liscio a vista. I pilastri del portico presentano il cemento strutturale, con inerti neri, a vista. Gli infissi sono in profili commerciali in alluminio bruno a taglio termico e vetri a bassa remissività. I pavimenti interni sono in gres industriale. Le ringhiere esterne sono in ferro. I divisori degli uffici sono in sistema modulare integrato con le canalizzazioni dell’impiantistica elettrica ed elettronica. Le coperture sono a tetto rovescio con verde intensivo. Tutte le parti del complesso sono governate da una maglia modulare di 70 centimetri. Il modulo si manifesta nei corsi dei muri in pietra (e suoi multipli) e nelle fughe di pavimentazione degli spazi aperti.


IMPIANTI E CONTROLLO ENERGETICO La conformazione costruttiva, l’inerzia termica degli spessi muri in pietra, il verde in copertura, l’orientamento con le pareti vetrate a nord e quelle in pietra a sud, est ed ovest, favoriscono un eccellente controllo climatico sia estivo che invernale, garantendo il contenimento dei costi energetici e buone prestazioni bioclimatiche. La ventilazione ed il ricambio d’aria sono naturali mentre la climatizzazione artificiale di riscaldamento e raffrescamento è affidata ad impianti radianti a pavimento che ottimizzano la costanza termica aderendo perfettamente alla normativa vigente. Le macchine del trattamento termico sono autonome per i rispettivi ambiti e dislocate negli appositi vani dello spessore tecnico. A queste è possibile integrare tecnologie esterne per l’accumulo dell’energia solare.


 


Gruppo Entasis: Sandro Raffone, Maria Rosaria Fiocco, Gianluca di Vito, Luigi Scarpato, Valeria Sorrentino, Davide Capo, Irene Troisi, Simona Pandolfo, Giuseppe Basso, Mariateresa Giammetti, Antonio Greco.

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    CARATTERE DELL’INTERVENTO Fondato nel rigore di precise esigenze d’uso, spaziali e distributive, l’intervento si carica di senso assimilando il principio dei contrasti sia alle superfici e sia allo spazio: nord e sud, ruvido e liscio, opaco e diafano, leggero e pesante, compresso e dilatato. All’esterno, l’identità di carattere pubblico è affidato all’estensione dell’edificio a spessore ed alla matericità dei muri;...

    Project details
    • Year 2005
    • Client Provincia di Arezzo
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Urban Furniture / Government and institutional buildings / Office Buildings / Business Centers / Theatres / Concert Halls / Libraries / Bars/Cafés / Restaurants / Graphic Design / Leisure Centres / Day-care centres
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