Riqualificazione del centro storico | Luca Farinelli

Riqualificazione degli spazi polifunzionali al servizio del centro storico di Mesola Mesola / Italy / 2012

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La valorizzazione del centro storico di Mesola perseguìta dal progetto mira a interpretare le peculiarità che il riconoscimento Unesco ha individuato per il Delta del Po e le residenze estensi, ovvero il carattere esemplificativo relativamente a “l’influenza che la cultura del Rinascimento ebbe sul paesaggio naturale trasformandolo in un contesto culturale pianificato che conserva la sua forma originale”. I caratteri identitari del sito, il suo brand, sono dunque individuabili da un lato nel Castello e dall’altro nel paesaggio, con lo straordinario e delicato equilibrio tra terra e acqua che accompagna la storia della media insula senza soluzione di continuità dalla sua nascita sino all’ultima bonifica.


Il grande fulgore di cui la città godette come delizia estense ha suggerito di rivisitare nel progetto, rideclinati e attualizzati, i canoni della pianificazione rinascimentale. Se la cifra di tale pianificazione è ravvisabile nell’ortogonalità della sua maglia geometrica, l’esame della cartografia storica mostra che un tale impianto non venne mai meno, tanto da essere tuttora parzialmente leggibile. Partendo da queste considerazioni, dalle peculiarità del sito e dalla fedeltà alla sua organizzazione spaziale, si è improntato il progetto alla regolarità e pulizia di linee individuate come caratteristiche della città e riprese anche negli interventi di riqualifica più recenti.


PIAZZA VITTORIA Nuovo centro pulsante, unità e collegamento tra le parti La cosiddetta ‘piazza’ Vittoria, malgrado il nome, attualmente appare più simile ad uno ‘slargo’, uno spazio sfrangiato di risulta tra due strade, segnato dalla sagoma isolata del fabbricato del Comune, privo di bordi e di riferimenti urbani, se si eccettua il prospetto del “borgo”, in cui si ravvisa una certa continuità di quinta prospettica benché manomessa da interventi edilizi e di finitura non coordinati tra loro. Al di là della piazza la sponda del fiume, con la ciclabile “Destra Po”, appare inoltre occultata, ma non tanto da richiamare lo sguardo e la tentazione di raggiungerla per guadagnare il respiro di una vista dall’alto. Nell’intento di valorizzare uno dei genii individuati per questo luogo, che dall’acqua ha visto dettare la sua storia, la sponda è stata resa funzionale con una panoramica sul fiume attrezzata a gradoni, che la congiunge alla piazza, e diviene il punto di fuga della prospettiva generata da questa. Nell’ottica di una rifunzionalizzazione della sponda e delle sue adiacenze entra anche la collocazione del parcheggio lungo via Bernardini, collegato all’area verde posteriore al Comune e, attraverso essa, alla piazza. In questa nuova definizione degli spazi, via Roma depone il suo aspetto attuale di netta cesura nel cuore della piazza, per diventarne parte integrante, come suggerisce la continuità di materiale; la sua funzione rimane quella di demarcazione della fuga prospettica che da piazza Vittoria giunge sino alla nuova scalinata. La piazza è pedonale, benché transitabile anche con mezzi motorizzati a servizio delle attività commerciali e del mercato settimanale e, qualora lo richiedessero particolari necessità, potrebbe consentire la sosta ai veicoli. La nuova collocazione dei parcheggi consente la sosta anche nei giorni del mercato settimanale, e lascia inalterati quelli dietro al municipio, con accesso da via Battisti. Adiacente ad essa corre una pista ciclabile alberata che, chiudendo il lato sud della Piazza Vittoria, giunge a collegarsi con la rampa esistente del percorso “Destra Po”. Particolare attenzione è rivolta alla riqualificazione dei prospetti e delle attrezzature degli esercizi commerciali che si affacciano sulla piazza, con uno studio specifico dei materiali e dei colori, dei dehors, delle tende, dei serramenti e delle finiture murarie. Le pavimentazioni riprendono i materiali naturali presenti nelle aree già riqualificate del borgo e del castello, con l’impiego di porfido, pietra d’Istria, trachite grigia e gialla, e ciotolo, secondo un disegno a maglie quadrate che rimanda alla pianta del castello. Ancora nell’ottica di una riconnessione delle parti viene potenziato un asse ideale che va dal vertice delle strade all’argine ed è segnato da un filare di frassini, scelti per il portamento colonnare che li rende poco invasivi per il traffico, e per l’assenza di problemi fitopatologici che ne minimizza la manutenzione. Lungo tale asse sono collocate le sedute e l’illuminazione.


EX MAGAZZINI E CORTE Visione d’insieme per un futuro sviluppo agricolo sostenibile Il centro operativo Ersa occupava una straordinaria centralità di riferimento per il territorio agricolo e di bonifica: come testimonianza storico-culturale è equiparabile, in agricoltura e politica sociale, a quello che furono i grandi opifici per l’archeologia industriale. La sua vocazione è il mantenimento di tale centralità, da attualizzare rispetto alle produzioni biologiche e alle politiche provinciali di valorizzazione dei prodotti DOP (asparagi, riso e radicchio). Come un antico chiostro rinascimentale, il complesso si articola attorno alla corte, ripavimentata con i materiali impiegati anche nel ridisegno della Piazza Vittoria; come già sui lati est ed ovest, sul lato nord i magazzini centrali si aprono ad ospitare uno spazio per la commercializzazione dei prodotti tipici a km 0. Nei magazzini restanti troveranno posto spazi ricettivi e di ristoro, gli uffici e gli esercizi commerciali ed artigianali. Il corpo a sud, di grandi dimensioni ma minor pregio edilizio, viene destinato interamente a funzione museale con accesso dalla corte attraverso una bussola vetrata. Si pensa ad un museo multimediale dell’Agricoltura e della Bonifica, con biblioteca e centro di documentazione, un foro permanente dedicato alla memoria e alla vocazione del territorio, concepito non in termini nostalgici ma quale chiave per la ricerca e l’aggiornamento costante sulle tecniche colturali, in vista di uno sviluppo economico basato sul turismo e su un’agricoltura più moderna. Segna il centro della corte un grande albero, che potrebbe essere anche un tecnologico “albero solare” costituito di chiome fotovoltaiche per alimentare le attività che qui si svolgono; e attorno ad esso sedute associate a una siepe di bosso, essenza dalla lenta crescita e dall’ottima fioritura estiva.


AREA VERDE DI VIA BIVERARE Dal Castello al barco del duca: progetto per nuove addizioni urbane Attualmente si presenta come un’area di straordinarie dimensioni e potenzialità che la rendono adatta a far convivere due visioni complementari: una storico-ambientale, che, rafforzata dalla originaria identità di Orti Estensi di quest’area, lascia spazio a suggestioni rinascimentali e letterarie, e inserisce elementi – un labirinto, ruscelli e fontane, pergolati e boschetti- evocativi dell’ariostesco giardino di Alcina; secondo l’altra visione il verde diviene invece spazio di servizio al centro urbano, cui è fisicamente più vicino. Tali approcci progettuali corrispondono a due differenti sezioni del parco: quella “urbana”, comprendente spazi ad alta fruizione, servita dal parcheggio esistente, è la prima che si incontra provenendo dal centro storico; più oltre, in una sorta di passaggio dal “costruito” al “naturale”, si incontra invece l’area più “naturalistica” e “selvaggia”. Cuore della prima è la grande fontana con ugelli a raso, che coi suoi giochi d’acqua richiama anche acusticamente un visitatore proveniente dal Castello. A nord ovest, creando lievi curve di livello, è ricavato un piccolo anfiteatro per rappresentazioni-spettacoli; a ovest un chiosco per sosta e ristoro. Nella sezione più naturalistica, invece, ispirati dalle suggestive ipotesi circa la nascita della delizia di Mesola secondo cui gli Estensi, perso il ducato di Ferrara, avrebbero inteso creare un’analoga città alle foci del Po, diventa interessante reinterpretare l’antico progetto alla luce delle esigenze attuali. Il percorso di collegamento a quello che chiamiamo “Bosco di Alcina” ha inizio dall’area Ersa e prosegue con i viali secondo cui si organizza il parco; uno di essi è fiancheggiato da un rivolo che, generato da un muro d’acqua in prossimità dell’area ristoro, scorre sino ad una “chiusa” – un omaggio alla bonifica- per poi formare un laghetto attraversato da passerelle lignee. Tale percorso è concepito come “canale interattivo” e affiancato da pannellistica esplicativa per l’approfondimento su temi ambientali, a integrazione della visita al Museo ospitato nel Castello, che fanno di questo settore del parco una sorta di Museo del Cervo en plein air. Speculare alla fontana sorge, nella zona “selvaggia” del parco, un labirinto di siepi. L’intera area verde si articola secondo una maglia geometrica tracciata da percorsi ghiaiati, la cui ortogonalità riconduce da un lato all’armoniosa regolarità della pianificazione rinascimentale, dall’altro alla scansione dei canali di bonifica. Questi assi generano aree tra loro differenziate dagli elementi vegetali e dalle strutture in esse inseriti: roseti antichi, essenze aromatiche, piante da frutto antiche o dimenticate (sorbo, mirabolano, gelso, nocciolo, nespolo, mora, corbezzolo, meli e peri antichi), giochi per bimbi costruiti in materiali naturali, ecc. Vengono previsti, in particolare sui sentieri, tunnel o gazebo vegetali coperti da piante rampicanti. Sul lato est un boschetto di essenze forestali tipiche (farnia, acero, carpino, leccio, frassino, arbusti ed essenze tipiche del litorale oggi a rischio di estinzione).

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    Project details
    • Year 2012
    • Client Comune di Mesola
    • Status Competition works
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