Concorso di idee per la riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele II. Chieti | Francesco Verrocchio

Progetto quinto classificato Chieti / Italy / 2008

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Lo spazio urbano oggetto del concorso è lo spazio pubblico più rappresentativo e importante della città di Chieti e ad esso è riconosciuto storicamente il valore di piazza: la presenza di diverse emergenze architettoniche, quali la cattedrale, il municipio, il palazzo di giustizia, rendono questo luogo il centro della vita civica della città. Ma è allo stesso modo evidente come il valore, seppur nutrito dalla memoria storica e vivo nel sentimento dei cittadini, sia oscurato e danneggiato da un degrado evidente, e soprattutto da una funzione, quale quella di “distesa” di parcheggi per autoveicoli, non idonea alla rappresentatività sopra ricordata.

Il nuovo disegno della piazza: centro, incontro, ordine, scena, qualità.

Il progetto quindi viene impostato planimetricamente partendo da qui e considerando il punto dove è posizionata la statua come centro di un cerchio che ha sì il compito di far puntare l’attenzione sul monumento, ma anche quella di fare da cerniera tra l’area ad est della piazza (la parte che ha mantenuta una configurazione pressoché costante nel tempo) e l’area a ovest (quella derivante dalla costruzione del palazzo di giustizia.

Il secondo passo dell’idea di progetto è quella di creare un collegamento virtuale, un incontro tra le emergenze architettoniche, che renda la piazza meno anonima e che sia proprio il simbolo delle relazioni che si creano da sempre in uno spazio centrale della vita cittadina. Così l’emergenza del municipio viene messa in risalto da due linee ideali, tracciate seguendo la forma trapezoidale della sua impronta, che tendono a convergere verso il centro della piazza.

A questo punto non è difficile mettere in evidenza come il palazzo di giustizia, con la sua facciata regolare e simmetrica, funge da elemento ordinatore e per questo da esso, come terzo stadio della impostazione progettuale, si fa partire un grigliato, le cui dimensioni derivano dal passo degli archi del portico, e che regola e misura la maggior parte dello spazio. In questo modo è definita una nuova configurazione della pavimentazione che dà ordine e mette in evidenza le emergenze e le esalta e allo stesso tempo riunifica e rende luogo d’incontro un grande spazio pubblico.

Un grande spazio pubblico aperto come l’oggetto dell’intervento mostra anche i suoi prospetti come ideali quinte sceniche che si aprono al visitatore o a chi sosta dando armonia al luogo e unicità a ogni angolo della piazza, configurando diverse viste prospettiche. Così, pensando ad una scena aperta a tutti, si è dato importanza ad alcune facciate, come sfondi importanti. Ciò è stato evidenziato in pianta con una pavimentazione apposita e con una forma che richiamasse la centralità di ogni elemento verticale. Quindi oltre a evidenziare per esempio l’ingresso del palazzo di giustizia con un “tappeto di pietra bianca”, il prospetto laterale della cattedrale diviene sfondo ad un ideale palcoscenico costituito da un basamento in pietra che, rialzato dal piano della piazza, può fungere da palco; in asse a questo si crea un lastricato che mette in risalto la posizione della “scena” e che delimita una sorta di platea ideale: storicamente così si riprende una antica funzione una volta svolta dalla scalinata laterale che esisteva proprio in quel punto e che accoglieva manifestazioni importanti. Una fascia sulla pavimentazione, posta dinanzi al Palazzo Mezzanotte, riprende il suo allineamento e riunisce idealmente il lato sud della piazza sotto un unico riferimento; quest’ultimo palazzo diviene anch’esso sfondo di una configurazione scenica composta da una successione di sette zampilli d’acqua posti a livello del terreno. Infine, come ricordo degli archi presenti sul lato sud-ovest, che simboleggiavano un ingresso alla piazza, si è pensato alla collocazione di una fontana che con il suo “muro d’acqua” chiude idealmente l’angolo vuoto e soprattutto dà valore a quell’ingresso alla piazza, che è soprattutto quello per chi arriva da fuori.

L’ultimo passo per la sistemazione funzionale ed estetica della piazza è quello di dare qualità ad ogni angolo: la qualità è qui intesa come vivibilità e come umanità. E’ inutile creare spazi altamente monumentali che poi però devono essere vissuti quotidianamente dalla gente comune; allora per questo si sono inserite due zone attrezzate a giardino, con piante, aiuole e sedute, così da creare dei micro luoghi, che pur facenti parte di un unico grande contenitore, quale quello della piazza, possano essere delle oasi a misura d’uomo e delle attività dei locali commerciali e di ristoro presenti negi edifici storici soprattutto nell’angolo sud-est.

Con questa idea di piazza si salvaguarda la misura umana del luogo, e allo stesso tempo si dà valore alle emergenze e alla valenza simbolica e monumentale di ogni cosa.

Il sistema di illuminazione si prefigge molteplici obiettivi, a completamento del piano di riqualificazione strutturale della piazza.
Partendo dal presupposto di eliminare definitivamente i due pali attualmente presenti al centro per lasciare spazio ad una maggiore libertà funzionale e visiva, l’illuminazione si sviluppa su tre momenti fondamentali: Illuminazione ordinaria; Illuminazione supplementare per eventi particolari che si svolgono nell’arco dell’anno; Illuminazione da intrattenimento, a completamento della precedente situazione, che rende viva e movimentata la piazza stessa.



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    Project details
    • Year 2008
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Restoration of old town centres / Lighting Design
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