BOS - Low Emission Building | Atelier(s) Alfonso Femia / AF517

Edificio per uffici costruito secondo criteri di ecocompatibilità e bioarchitettura Bossarino, Vado Ligure / Italy / 2005

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L’edificio, per uffici, è collocato all’interno di un’area tipicamente industriale, periferica, di risulta, da un passato agricolo. Attraversata dalle condotte che portano il carbone dal Porto di Vado Ligure alla Centrale Elettrica, caratterizzata dalle due ciminiere landmarks, quest’area contiene una grande discarica (la cui proprietà e gestione e della Società committente l’opera), edifici industriali e commerciali, un antico borgo ligure di costa (Bossarino appunto), la viabilità portuale di connessione alla rete autostradale (Savona-Torino, Genova-Ventimiglia), e, ovviamente, il verde che ne risulta.

Il tema del progetto è il Contesto.
Il linguaggio scelto per affrontare questo tema è il Realismo.
Realismo significa guardare in faccia le costruzioni prefabbricate, terziarie, industriali commerciali.
Realismo significa affrontare il tema del Moderno, e della sua declinazione nella periferia delle nostre città.
Realismo è ammettere le condizioni al contorno. Lo “Studium” della fotografia di Barthes.
Realismo significa affrontare la finestra a nastro come “Punctum” del progetto: la stratificazione di elementi orizzontali da una parte dialoga con il territorio (lo Studium) con i suoi attraversamenti infrastrutturali e le sue sovrapposizioni, dall’altra, con i leggeri sfalsamenti e arretramenti di ogni elemento orizzontale, dialoga, proteggendosi, con l’esposizione solare. Le finestre a nastro, a seconda della loro esposizione, divengono bovindi o incassi.
Realismo significa affrontare il grigio universale delle nostre periferie, ed usarlo, in quattro gradazioni, come tema della stratificazione.
Poi, improvvisamente, a questo Realismo fatto di composizione elementare e di gradazione di grigi, si inserisce una voglia di Cinema. Di sogno.
Le luci colorate rosse, gialle e blu, diverse ad ogni piano, si accendono al tramonto o nelle mattinate invernali e, avvicinandosi all’edificio, si scoprono gli stessi colori negli intradossi degli sbalzi, si scoprono spigoli fatti di sbalzi inaspettati. Forti. Espressivi.
Il “Punctum” sembra essere stato individuato.
E il realismo contestuale diventa Realismo Magico.

L’edificio è costituito di tre piani per uffici, più un piano seminterrato adibito a garage. La semplicità distributiva dei tre piani è evidente nel sistema dei collegamenti verticali e dei servizi, tutti concentrati in un unico blocco disposto quasi baricentrico nella parte posteriore dell’edificio. Il leggero disassamento di questo blocco rispetto alla pianta rettangolare, è dettato dalla volontà di sbilanciare, al piano terra, la zona di servizio, bar e mensa, verso il giardino esterno, non allontanando troppo questo sistema dall’accesso principale. Si è trattato anche di un piccolo startagemma per sdrammatizzare, attraverso un lieve e quasi impercettibile disorientamento dell’utente, la rigidità e la simmetria del sistema a manica semplice degli uffici. Così come risulta un poco straniante scoprire che, all’interno degli uffici, grazie agli sfalsamenti dei corpi vetrati, ogni spazio ha un rapporto con le aperture verso l’esterno differente: o è il paesaggio ad entrare con la sua orizzontalità e vista dall’alto nello spazio interno o viceversa ed in differenti gradazioni, lo spazio dell’uffico ad essere proiettato verso l’esterno stesso.
La volontà di inserire, all’interno di un sistema molto razionale e privo di sprechi di spazio, un elemento di straneamento e, quindi, di invenzione specifica, è stata ulteriormente sottolineata all’interno inserendo, in contrasto al bianco totale di pareti e soffitti, un sistema di vetrate colorate (con i tre colori esterni per ogni piano) che sfumano nella la trasparenza verso l’alto; questo semplice escamotage, permette di arricchire il rapporto percettivo verso l’esterno (il grande tubo azzurro del carbone, le ciminiere, le colline, il porto, il mare), rendendo identificabile questa vista solo muovendosi lungo la scala interna: una sparizione-apparizione del contesto appartenente anche questa al mondo cinematografico.

strutture/structural engineering
ing. f. feltri, savona

impianti/system engineering
ing. m. taccini, genova

geologo/geology
c. ferrero, savona

direzione lavori/work management
Atelier(s) Alfonso Femia

impresa costruttrice/contractor
parfiri srl

superfici coperte/indoor surface
Piano interrato 532 mq
Piano terra 553 mq
Piano primo 431 mq
Piano secondo 396 mq
tot. 1902 mq

volume/volume
Volume fuori terra 4133 mc
Volume interrato 1756 mc

costi/costs
2.300.000,00 euro

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    L’edificio, per uffici, è collocato all’interno di un’area tipicamente industriale, periferica, di risulta, da un passato agricolo. Attraversata dalle condotte che portano il carbone dal Porto di Vado Ligure alla Centrale Elettrica, caratterizzata dalle due ciminiere landmarks, quest’area contiene una grande discarica (la cui proprietà e gestione e della Società committente l’opera), edifici industriali e commerciali, un antico borgo ligure di...

    Project details
    • Year 2005
    • Work finished in 2005
    • Client Parfiri s.r.l.
    • Status Completed works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Waterfront / Urban Furniture / Landscape/territorial planning / Multi-purpose Cultural Centres / Theatres / Museums / Concert Halls / Associations/Foundations / Cinemas / Trade Fair Centres / Conference Centres / Pavilions / Exhibition Design / Bars/Cafés / Restaurants / Art Galleries / Exhibitions /Installations / Urban Renewal
    • Websitehttps://www.atelierfemia.com/it/2004/04/palazzo-del-cinema-e-aree-limitrofe-venezia/
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