Palasport di Trecenta (RO) | Filippo Mazzaron

Progetto per il concorso di idee per una struttura sportiva polifunzionale Trecenta / Italy / 2006

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Il comprensorio di Trecenta si caratterizza per vive tradizioni rurali. Sito in riva al Canalbianco, la sua esclusività è rappresentata dai Gorghi, cavità naturali, che, alimentate dalle sorgive di un vecchio alveo del Po, hanno creato piccoli laghetti in un ambiente particolarmente ricco di vegetazione, piante acquatiche e fauna lacustre.
Partendo dal Capoluogo e percorrendo via Raffaello Sanzio, si possono ammirare i sei Gorghi di Trecenta: Gorgo Bottazza (documentato fin dall’inizio del secolo scorso) e Gorgo Gàspera – adibiti recentemente ad itticoltura, Gorghi Magòn (specchi d’acqua isolati dal bacino principale), Gorgo Bianco (profondo ben tredici metri), Gorgo della Sposa (il più grande nei territori di Rovigo e Ferrara, diviso in due bacini, di cui quello settentrionale supera la profondità di dodici metri); Gorgo Zùcolo (il più piccolo e degradato) e Gorgo Magherino (oggetto nel diciassettesimo secolo di opere di bonifica). Il settimo, detto Gorgo Malopera, è situato nella frazione di Pissatola.


Alla luce di questa forte caratterizzazione ambientale, si è ritenuto che il processo compositivo non potesse prescindervi, e che dovesse, invece, partire proprio dalle preesistenze ambientali per richiamarle e reinterpretarle.
A questa peculiarità del territorio di Trecenta, si unisce la forma, l’ubicazione e l’orientamento del lotto scelto per il concorso per la nuova palestra: due lotti di forma rettangolare allungata e separati da un profondo e largo fossato, tra i terreni ad ovest del centro storico e passanti per quello che era un tempo l’antico alveo del Po di Adria, prima di incontrare la zona dei gorghi.

Così la planimetria d’insieme del complesso, data dalla struttura e dalle pertinenze scoperte, tenderà a riprendere le forme dolci ed irregolari di un gorgo, mentre i corpi in elevazione cercheranno una mimesi fatta di ritmi e rapporti dettati dalla leggerezza e dal movimento dei canneti agitati dal vento in quelle terre.
Da qui, in primo luogo, il lato ovest avvolto da frastagliate strutture lignee, variamente incrociate secondo un preciso modulo compositivo, che, a mezzo di ampie vetrate, trova continuità nelle strutture portanti della palestra, dove la copertura fonda la propria statica proprio a mezzo di travi in legno lamellare variamente incrociate, ed in secondo luogo la scelta di rivestire i corpi in elevazione con una pelle inclinata di colori e riflessi, evocanti il tema dell’acqua, inducono nello spettatore, grazie al rovesciamento altimetrico, l’ergersi di un nuovo gorgo - trasposizione antropica dell’ambientazione territoriale.

Nel perseguire l’obiettivo planimetrico prefissato, gli edifici che compongono la palestra sono stati così individuati: il campo coperto della palestra è stato racchiuso ed inscritto in un volume dall’impianto ellittico, minimamente troncoconico rovesciato a catturare una luce che scivola lungo le pareti interne dello stesso volume. Questo corpo, che riprende a tutti gli effetti la forma di un piccolo gorgo, produce attorno a se un insieme di increspature verdi e naturali, tali da avvolgere visivamente anche dall’interno del campo da gioco la percezione di un parco dai rilievi morbidi, i quali fungono allo stesso tempo da gradinate esterne, ampliando le possibilità di fruizione anche ad eventi di diversa natura da quella sportiva.
Lungo il lato ovest dell’ellisse si affiancano due corpi spogliatoi, separati e allo stesso tempo avvolti da una struttura lignea che funge da pergolato, riunendoli visivamente, e rimarcando così la forza dell’asse verticale imposto dallo scolo consortile.
Ad unire il corpo dell’ellisse con quello rettagolare degli spogliatoi, sono stati inseriti come spina di relazione i locali di servizio al piano terra, e le gradinate con duecento posti al piano superiore.
Nella visione di questo parco che riprende le linee sinuose dei gorghi, è stato collocato nel secondo lotto, ossia nella parte a sud-ovest dell’area, un campo scoperto polivalente, per sport quali basket, pallavolo e calcio a cinque, in stretta relazione con il corpo spogliatoi più a sud, e separato dall’area parcheggio dallo scolo consortile.
Per limitare l’impatto visivo del parcheggio, la cui conformazione asseconda peraltro quella dei rilevati e della piazza pedonale d’accesso, è stata prevista per esso una pavimentazione in blocchi alveolari di calcestruzzo che consenta la crescita di erba e piantumazioni d’alto fusto, cui è deputata oltretutto la funzione di ombreggiatura dei posti auto.
L’idea che l’area, oltre ad ospitare la nuova palestra, rappresenti un nuovo spazio urbano aperto, un parco curato dove i giovani cittadini possano incontrarsi al di là dell’attività sportiva, è fondamentale nella visione del progetto, prima tappa verso gli itinerari dei gorghi veri e propri.
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