Ecomuseo minerario della Bagnada | Dario Benetti

Recupero ad uso turistico culturale di una miniera abbandonata di talco Lanzada / Italy / 2008

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All’interno dell’ampio capitolo degli Ecomusei e dei Musei etnografici all’aperto, la questione del recupero dei siti minerari dismessi ha trovato, in questi ultimi anni, una importante collocazione. Un recente censimento ha documentato la presenza in Italia di oltre 1200 centri estrattivi. “Si sta passando dalla fase di produzione a quella di parziale o definitivo abbandono dei principali centri minerari…I progetti e gli studi di fattibilità redatti in questi ultimi anni si pongono proprio questo obbiettivo: passare dalla fase della conoscenza, indispensabile per entrare nel merito dei problemi, alla fase della proposta di conservazione e di utilizzo a fini, ovviamente, diversi da quelli dell’industria mineraria. E’ un passaggio importante, che consente di individuare nelle vecchie aree minerarie nuove funzioni di carattere turistico culturale in grado di dare nuova linfa ai manufatti e agli impianti abbandonati. I modelli museografici e le tipologie progettuali individuati in molti paesi del Centro-Europa e degli Stati Uniti stanno a dimostrare che in Italia un’operazione di questo genere non solo è fattibile, ma è anche economicamente in grado di sostenere le ferree leggi del mercato.” In Austria, Francia, Belgio e Stati Uniti, solo per citare alcuni degli esempi più clamorosi, migliaia di turisti visitano ogni anno le miniere recuperate a fini espositivi. In Italia, solo recentemente si è dato avvio ad esperienze analoghe, con notevole successo: è il caso, restando solamente nel nord, della miniera di talco della Val Chisone ove ora è attivo il museo denominato Scopriminiera e quello di altre località, in Lombardia (provincia di Brescia e di Lecco), in Liguria e, da citare per l’ampiezza del sistema museale, la provincia di Bolzano. La Valmalenco ha visto recentemente riconosciuto il suo status di importante area mineraria storica da parte della Regione Lombardia ed ha, all’interno del proprio territorio una vasta rete di miniere collegata alla ricchezza del patrimonio geologico e mineralogico delle sue montagne. Il recupero della miniera dismessa della Bagnada, in comune di Lanzada, con la realizzazione di un centro museale sul tema, costituisce il punto di riferimento di una prospettiva di ampia valorizzazione che colleghi non solo altri siti minerari (vedasi le cave della pietra ollare, del serpentino e delle piode utilizzate per la copertura dei tetti tradizionali), ma anche il sistema di grotte naturali recentemente scoperto in alta valle di Scerscen e in altre aree limitrofe. L’intervento ha portato al recupero a fini museali dell’area della miniera dismessa della Bagnada (Provincia di Sondrio, Comune di Lanzada), situata a monte della strada che collega Lanzada a Campo Franscia, tra quota 1.360 e quota 1.500 metri sopra il livello del mare. L’intervento, inaugurato nell'estate dl 2008, ha portato alla realizzazione di un Ecomuseo delle risorse minerarie della Valmalenco, la prima opera di tale genere in Valtellina
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    All’interno dell’ampio capitolo degli Ecomusei e dei Musei etnografici all’aperto, la questione del recupero dei siti minerari dismessi ha trovato, in questi ultimi anni, una importante collocazione. Un recente censimento ha documentato la presenza in Italia di oltre 1200 centri estrattivi. “Si sta passando dalla fase di produzione a quella di parziale o definitivo abbandono dei principali centri minerari…I progetti e gli studi di fattibilità redatti in questi ultimi anni si pongono proprio...

    Project details
    • Year 2008
    • Work started in 2005
    • Work finished in 2008
    • Client Comune di Lanzada (So)
    • Status Completed works
    • Type Adaptive reuse of industrial sites / Landscape/territorial planning / Museums
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