Alternative Model of City | Bruno Nazareno Sabatino

La tecnologia seppellita in involucri simbolici o nascosta dietro schemi colossali è al centro di questo modello alternativo di città alla maniera di Superstudio. Prendendo come caposaldo quella che Superstudio definisce “architettura tecnomorfa”, si è cercato di fondere la macchina, emblema della tecnica contemporanea, con delle figure caratterizzate da un ordine geometrico elementare che si evolveranno diventando delle superfici astratte sotto cui si potrà far scorrere indiferezziatamente fluidi, collegamenti o cavi.

Da qui inizia la trasformazione della città: lasciando inizialmente alterata la sua forma, lo spazio urbano si lascia attraversare da un “viadotto” che assumerà forme diverse in base al carattere dei luoghi, arrivando a trasformarsi in un gigantesco contenitore nei pressi dei centri storici per salvaguardare quell’organismo nato per essere la casa dell’uomo, divenuto poi prigione ed infine sepolcro. Infine, un’ultima fase permette di dissolvere la “fisicità della costruzione”: non ci saranno più delimitazioni fisiche o architetture di alcun genere, ma solo una Supersupeficie alimentata da una tecnologia innovativa che soddisferà qualsiasi esigenza umana.