SEDUTE URBANE Comune di Finale Marina SV - Progetto vincitore 1°PREMIO "PANCHINA D'AUTORE" - Concorso Nazionale di Progettazione Nazionale 2008 | francesco campidonico

Progetto Ariu Vallino Associati + Campidonico .+ Moudio - Realizzazione Modo srl - Azienda Arredo Urbano - Campodoro (Padova)

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L’elaborazione della forma oggi vorrebbe superare il principio di necessità. Libero da condizionamenti l’artefice propone alla collettività l’arbitrio della propria soggettività, confonde i mezzi e fini del progettare e porta inevitabilmente ad una irrazionale determinazione delle priorità del progetto e delle sue componenti, con un aggravio dell’economia e delle risorse e un uso razionale e sostenibile di queste, cioè il senso della
tecnica moderna. Tale contraddizione sembra aver contaminato ogni progettualità e ad essa non sono immuni gli utensili e gli oggetti che la tradizione ci ha lasciato.
Nell’ambiente dello spazio pubblico la panchina pubblica e le attrezzature che lo occupano ambiscono ad un carattere universale, ad una dimensione sociale confortevole e “riconoscibile”e alla condensazione nella forma delle diverse valenze collettive dell’abitare, rendendosi anche interpreti della valorizzazione e della definizione dei luoghi.



La forma della panchina urbana, nelle sue innumerevoli declinazioni, è la sintesi storica delle consuetudini dei luoghi e delle persone.
Il progetto di una nuova panchina non può rinunciare alla comprensione e all’affinamento di pochi rigorosi principi originari e un inevitabile
processo d’astrazione, che distingue il nostro tempo, che interpreta i dati di partenza indicati nel bando di concorso.



Nel rispetto dei parametri dimensionali si propone anche una dimensione delle idee e della pratica lontana dai comportamenti“ludico-gestuali”del design, un’ipotesi al contempo critica rispetto al cosiddetto ”funzionalismo ingenuo” e sensibile alle proprietà del cosiddetto “grado zero”dell’espressività, con l’obiettivo di raggiungere quindi un certo grado di “leggerezza” nella sintesi dei materiali utilizzati.



L’intenzione ed il tentativo di generare un “nucleo poetico ed espressivo” del progetto, trova verifica nell’interpretazione dell’oggetto panchina e dalla necessità di generale nuove relazioni con le condizioni al contorno, fornite dall’assetto ambientale della passeggiata Finalese: il mare e il
suo bordo, il suolo lastricato e le sue composizioni geometriche, la presenza e la densità del verde di varia misura ed entità, la presenza scenografica del promontorio.
Il carattere espressivo ed il linguaggio della panchina come prodotto industriale deve potersi coniugare con queste specificità del luogo.


la panchina del “Finale”: idea vs forma
L’universalità della panchina, il suo essere oggetto industriale diffuso dalle regole del mercato globale mal si coniugano con le intenzioni del progetto di identificare la forma con il luogo. Il legame che un tempo si formava tra artefici, artigiani e il luogo di appartenenza è solo un ricordo che non solo non può essere riproposto per fatti contingenti, la perdita del sapere della tradizione che si tramandava da padre in figlio, ma è doveroso superare per non cadere nelle falsificazioni commerciali e populiste che seducono, per breve tempo, le masse incolte.


In questo senso la panchina e, in senso più ampio, l’arredo urbano possono ritrovare il legame con il luogo non tanto nell’unicità della forma quanto per la loro capacità di interagire con il sito e divenirne con esso lo scenario della vita urbana.



In questo senso si propone una panchina che più che un oggetto definito è una idea, un concept, declinata in diverse configurazioni, in possibilità interpretative interagenti con i luoghi. La forma non è quindi stabile e ripetibile indifferentemente, ma deve essere il risultato delle vocazioni dei luoghi e in sintonia con le esigenze della collettività. La panchina del Finale, come idea, si declina, all’interno di una coerente unità linguistica e stilistica, in possibili forme che alludono ad usi e spazi particolari.


Dal punto di vista dell’uso la panchina del Finale è lo strumento dell’ozio meditabondo e scrutatore dell’anziano, il luogo della comunicazione immediata e informale del giovane e del bimbo, il luogo dell’attesa vigile, il posto in cui godere indisturbati dei benefici del sole. Dal punto di vista più strettamente urbano la panchina può essere direzionata, centripeta, può identifica la piazza , la strada determinandone gli usi e le consuetudini.



Tecnologie e materiali
La panchina nella versione standard prevede l’uso dei materiali indicati ne bando di concorso. La struttura è composta da piatti in acciaio inox
AISI 316L satinato sagomati in modo da ottenere la massima stabilità statica e la forma ergonomica ideale. La struttura sagomata appositamente nella parte inferiore permette la posa in opera su qualsiasi pavimentazione tramite tasselli chimici.


L’innesto al pavimento è coperto da un scatolato in lamierino di acciaio inox AISI 316L che funge contemporaneamente da supporto di un impianto di illuminazione a basso consumo
composto di 5 LED da 1 watt. L’illuminazione discreta identifica la seduta, senza accentuare l’inquinamento luminoso.
La seduta e lo schienale sono composti da listelli di legno di mogano naturale trattato con olio da esterni.


Tali listelli sono di sezione alquanto esile ( 2,5 cmx 2,5 cm), distanziati di 1 cm, i quali consentono una trasparenza e una estrema leggerezza della seduta. I listelli sono ancorati ai piatti in acciaio tramite viti svasate in acciaio inox AISI 316L fissate dalla parte posteriore della panchina conservando la linearità dei listelli di
legno.
In sintonia con le necessità della produzione industriale, la panchina proposta è un assemblaggio di elementi semplici che consentono una facile e veloce produzione seriale e posa in opera.

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