AMPLIAMENTO CIMITERO DI GOZZANO (NO) | Nicoletta Oddera

VINCITORE CONCORSO NAZIONALE DI IDEE - PROGETTO PRELIMINARE ESEGUITO Gozzano / Italy / 2006

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LA NECROPOLI COME GIARDINO, IL GIARDINO COME PARADISO.

Priorità del progetto
Il progetto si propone prioritariamente di dialogare il più possibile con l’esistente “declinandone” i caratteri e utilizzandone alcuni per formare un nuovo complesso la cui identità, necessariamente diversa per connotazione formale e per impostazione interpretativa, non risulti però totalmente avulsa dal contesto.
Il secondo elemento fondamentale che caratterizza il progetto è il tentativo di dare forma di giardino al nuovo ampliamento e renderlo leggibile come tale: in questo ordine di idee gli elementi vegetali e quelli costruiti vengono utilizzati nella composizione con pari dignità e valore.
“Il giardino, forma superiore della creazione umana, nel corso del tempo e attraverso lo spazio ha sempre cercato di combinare armoniosamente le forme più sottili elaborate dalla natura, talvolta piegata dalla mano dell’uomo, e gli artefatti più raffinati. Si direbbe che la nostalgia dell’Eden abbia ispirato ai ‘giardinieri’ terrestri una tensione sempre rinnovata verso una certa idea della perfezione … l’architettura fornisce già la cornice, il supporto, la struttura del giardino. Rarissimi saranno d’altronde i giardini dissociati sia dal tempio, dimora del dio, sia dalla casa, dimora dell’uomo.”
Il giardino dunque come tramite fra umano e divino, come luogo privilegiato di meditazione e contemplazione, oltre che come memoria del paradiso perduto cui si spera di poter ritornare essendone riaccolti.
L’ampliamento del cimitero si propone allora di poter essere un luogo accogliente per i vivi e per i morti, in cui la struttura degli spazi permetta un certo grado di isolamento e riflessione, ma allo stesso tempo possa aiutare comunicazione e comunione con i nostri simili e con gli elementi naturali.

Caratteristiche dell’ampliamento
L’impianto del nuovo ampliamento si appoggia sulle stesse direzioni fondamentali stabilite dalla giacitura del cimitero esistente, l’asse longitudinale del quale presenta un orientamento ovest-est, così come la facciata della chiesa guarda verso ovest, mentre l’abside è orientata a est, seguendo la tradizione antichissima delle chiese protocristiane e poi romaniche la cui caratteristica primaria consisteva nel configurarsi come la materializzazione di un percorso processionale da ovest verso est.
Planimetricamente l’ampliamento si organizza attraverso fasce parallele ovest-est, intersecate a ovest dal percorso d’ingresso, e a est dalla presenza degli edifici dell’ossario e di una parte dei colombari. L’ossario si pone in una posizione cardine, dato che racchiude la più antica memoria dei resti presenti nel cimitero, e concretizza l’asse nord-sud dell’ampliamento assieme all’edificio principale destinato alle tumulazioni.
Lungo la parete sud del vecchio cimitero il progetto prevede di allineare la maggior parte delle nuove edicole private, in accordo con il ritmo che modula attualmente la facciata: in questo modo lo schema formale dell’alternarsi delle edicole rende percepibile anche sotto un aspetto volumetrico l’impostazione compositiva della facciata, trasformandola in una parte integrante dell’insieme piuttosto che in un semplice fondale.
La fascia scandita dalla serie delle cappelle di famiglia si affaccia sulla fascia del parterre dove il peso compositivo della vegetazione è prevalente, eccezion fatta per la presenza dell’edificio dell’ossario di cui si è già detto. Partendo da ovest, vicino all’ingresso un gruppo regolare di molti esemplari di cupressus sempervirens vuole evocare simbolicamente le molte presenze spirituali legate al luogo; quattro cipressi situati opportunamente segnano anche il passaggio di accesso al cimitero attuale. Dietro all’ossario, in direzione est e anche in prossimità dell’ingresso della parte della struttura destinata ai non cattolici, è stato previsto l’unico albero caducifolio di grandi dimensioni, un esemplare di fraxinus excelsior, scelto per la sua connotazione simbolica nelle più antiche tradizioni europee che lo consideravano albero cosmico: “Nel più lontano passato, molto prima che l’uomo facesse la sua comparsa sulla terra, un albero gigantesco s’innalzava fino al cielo. Asse dell’universo, attraversava i tre mondi. Le sue radici affondavano fin negli abissi sotterranei, i suoi rami arrivavano all’empireo. L’acqua attinta dalla terra diventava la sua linfa, dai raggi di sole nascevano le sue foglie, i suoi fiori e i suoi frutti. Attraverso di lui, il fuoco scendeva dal cielo, la sua cima, raccogliendo le nuvole, faceva cadere le piogge fecondatrici. Con la sua verticalità, l’albero assicurava il nesso tra l’universo uraniano e i baratri ctoni. In lui il cosmo si rigenerava in perpetuo. Fonte di ogni vita, l’albero dava riparo e nutrimento a migliaia di esseri. Tra le sue radici strisciavano i serpenti, gli uccelli si posavano sui suoi rami. Anche gli dei lo sceglievano per soggiornarvi.
Ritroviamo quest’albero cosmico in quasi tutte le tradizioni, da un capo all’altro del pianeta, ed è lecito supporre che sia esistito dappertutto, anche là dove la sua immagine si è cancellata.”
Non si tratta però soltanto di tradizioni precedenti al cristianesimo: l’albero cosmico si trasforma infatti nella tradizione cristiana nell’albero della Vita: “La Croce venne innalzata sul Golgotha … nel punto preciso in cui era stato sepolto Adamo, per modo che il sangue del Redentore battezzò il primo uomo, purificando dal peccato originale lui, e, nella sua persona, l’umanità intera così redenta. Il Golgotha divenne l’ ‘ombelico del mondo’, o più esattamente lo ridiventò, perché vi fu ripiantato l’Albero cosmico, l’Albero della Vita dell’Eden che, grazie al sacrificio della vittima espiatoria, il Figlio di Dio in persona, poté infine procurare agli uomini ‘di buona volontà’ la vita eterna, rendere possibile il loro ritorno, dopo la morte, nel paradiso non più terrestre ma celeste.”
La fascia centrale di tappeto erboso, seminato entro apposite griglie modulari per renderlo calpestabile e carrabile in caso di necessità, non frappone ostacoli allo sguardo rendendo immediatamente percepibili e comprensibili al visitatore tutti i principali percorsi interni.
Alla chiarezza di impostazione dello schema generale dell’ampliamento si accompagna il tentativo di rendere meno alienante e ripetitiva la localizzazione dei gruppi di loculi e degli ossari: il progetto prevede infatti di evitare la formazione di lunghi corridoi uniformi su cui si affacciano file e file di lapidi e preferisce utilizzare una distribuzione “a stanze” in cui i loculi e le cellette degli ossari trovano posto in gruppi non eccessivamente numerosi, aumentando la riconoscibilità della posizione dei singoli loculi all’interno del complesso e permettendo una maggiore intimità e raccoglimento alle visite dei parenti dei defunti.

Il parterre è delimitato sul lato opposto da una fascia formata dagli edifici per i loculi e ancora alcune edicole private. In prossimità dell’ingresso dell’ampliamento (lato ovest) è previsto un edificio destinato a brevi funzioni o benedizioni: un edificio dei commiati, piccolo ma emergente rispetto alle altre parti costruite, con valore di segno urbano.

Nella ultima fascia parallela che organizza planimetricamente l’intervento, verso sud, sono localizzati il “giardino delle ceneri”, sul lato sud-ovest, e il cimitero per non cattolici, sul lato sud-est. Quest’ultimo è dotato di un edificio per tumulazioni, identico per struttura e distribuzione a quelli sopra descritti, e di un campo per inumazioni.
Un discorso a parte va riservato al luogo per la dispersione delle ceneri, un vero e proprio giardino nel giardino, immaginato come una sorta di chiesa a cielo aperto, in cui le navate laterali sono costituite a nord da un terrazzamento in massi pietra grezza dell’Ossola sul quale sono posti dodici aceri (della varietà acer ginnata, per la sua caratteristica di variare aspetto attraverso i fiori, le samare e la colorazione delle foglie nelle diverse stagioni) disposti in un filare irregolare; e a sud da un corridoio coperto, una sorta di deambulatorio fittamente ritmato da aperture regolari, dove sono state collocate le cellette cinerarie singole. La “navata centrale” è suddivisa in cinque quadrati, in quattro dei quali è prevista la messa a dimora di bassi arbusti decorativi che possano legarsi alle differenze stagionali, con essenze diverse in ciascuno, e offrano la possibilità di disperdere le ceneri ai piedi delle piante.
Lungo ognuno dei quadrati si trovano delle semplici sedute in calcestruzzo gettato a vista. Il quinto quadrato, quello verso est, pavimentato in pietra, e connotato decorativamente in modo da metterne in evidenza il centro, può ospitare la fossa di un cinerario comune.
Rivolgendo lo sguardo verso ovest/sud-ovest, il giardino si conclude in uno specchio d’acqua, che riflette un labile doppio dell’immagine delle cose, ma che lo mette anche in contatto con il cielo riflettendone i colori nelle diverse condizioni atmosferiche, e nelle diverse ore del giorno, fino al momento del tramonto del sole, quando l’atmosfera potrebbe diventare particolarmente evocativa.

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    LA NECROPOLI COME GIARDINO, IL GIARDINO COME PARADISO.Priorità del progettoIl progetto si propone prioritariamente di dialogare il più possibile con l’esistente “declinandone” i caratteri e utilizzandone alcuni per formare un nuovo complesso la cui identità, necessariamente diversa per connotazione formale e per impostazione interpretativa, non risulti però totalmente avulsa dal contesto.Il secondo elemento fondamentale che caratterizza il progetto è il tentativo di dare forma di giardino al...

    Project details
    • Year 2006
    • Client COMUNE DI GOZZANO
    • Status Current works
    • Type Cemeteries and cemetery chapels
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