Asilo Nido A Sesto San Giovanni | Roccatelier Associati

Posizionato all’interno di un parco pubblico, gli alberi che circondano l’asilo si trasformano in “alberi tecnologici”, che accompagnano bambini e genitori fino all’interno della grande piazza interna. Quest’asilo è pensato come la “Città dei bambini “ ove ogni angolo dello spazio centrale diventa occasione di gioco e di stimolo per lo sviluppo delle capacità sensoriali del bambino. Attorno nel parco si trova anche la ludoteca, la scuola elementare e anche una bocciofila per gli anziani. Uno spazio completo da vivere anche fuori dall’orario scolastico.

Il progetto ha tenuto conto della necessità di creare ambienti il più possibile confortevoli, luminosi, insonorizzati, sicuri, dove sia effettivamente facilitato il lavoro delle educatrici che vi devono lavorare ed organizzare attività sapendo che è sempre meglio facilitare il gioco dei bambini piuttosto che dirigerlo. Così operando, si lascia libertà di esprimersi al piccolo che nelle sue attività, di gioco o di osservazione che siano, è tranquillizzato dalla presenza di una persona adulta conosciuta.

In questo asilo non si è pensato alle tradizionali “sezioni”, ma piuttosto a “stanze” tra loro in comunicazione dove sono ben individuabili e divise le zone atelier, riposo, gioco e pranzo. Anche i servizi con lavabo e w.c. non sono previsti concentrati in un unico punto, ma ben vicini ad ogni gruppo di stanze: uno per i più piccoli e due blocchi per i più grandicelli. I lavabi sono distanziati tra loro per potere fare assistere gli altri bimbi alla pulizia che diventa così un momento di gioco, di apprendimento e di formazione. 

Fin dove possibile si sono evitate le porte tradizionali per privilegiare pareti a scomparsa per garantire la flessibilità degli ambienti e le relazioni dirette tra piccoli gruppi.

L’ambiente dei più piccoli, al di sotto dell’anno, combina spaziosità con intimità sapendo che a quell’età i bambini non focalizzano ancora le attività e le loro preferenze. E’ diviso da quello dei bimbi di 2 o 3 anni dallo spazio centrale, ma rimane in continuità visiva anche con loro. Tra le due stanze vi è l’unico spazio specifico per il sonno che è caratterizzato da una feritoia molto bassa e dalla luce zenitale che sottolinea la curva del soffitto di questo ambiente. I bambini del nido sono alti al massimo un metro e anche questo è stato importante per creare ambienti non troppo alti per non farli sentire dispersi. Anche le finestre si abbassano al loro livello e diventano a volte dei nidi rotondi in cui accucciarsi per guardare fuori la pioggia che cade. Nella piazza interna un pluviale trasparente mostra la cascata dell’acqua e indica una zona interna predisposta per giocare con l’acqua e la sabbia anche quando fuori piove. Tutto è stato pensato e studiato con gli educatori locali e il supporto esperti pedagogici. 

Una sinuosa “rampa – gioco”, che nel suo sviluppo disegna e delimita zone concave e convesse, arricchisce ancora di più l’ambiente sfociando direttamente nella sala delle attività psicomotorie leggermente rialzata rispetto alla altre e con un angolo del pavimento inclinato di 15°circa . Lo sghembo del suo volume ricerca certa dinamicità spaziale e caratterizza l’edificio fin dall’esterno. 

Il giardino degli odori, in diretta comunicazione con lo spazio centrale, permette di sviluppare i propri sensi come vista, tatto e olfatto entrando in contattato con la natura. 

In questo progetto, quindi, anche gli spazi esterni sono considerati un’importante area di apprendimento per addestrare i piccoli a scoprire il mondo. Nell'ampio giardino esterno ci sono piccole buche per la sabbia, zone rialzate, piccoli dislivelli e pendii erbosi per rotolarsi e un percorso-labirinto tra gli alberi esistenti. 

L’edificio poi è stato costruito con muri portanti in materiale bio; la copertura in legno della piazza e delle varie stanze è stata lasciata in legno a vista e presenta un tetto ventilato con coibentazione in sughero esternamente rivestito in rheinzink graffato in modo da ridurre al minimo le manutenzioni, tanto che anche le acque di scolo sono state studiate per diventare elemento didattico.