L'Arsenale | Sonia Calzoni

Milan / Italy / 2012

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«Questo lavoro sembra intimamente legato al processo che lo ha generato, come una forma di teatro in cui l’attività che produce l’opera finisce per esserne la più significativa rappresentazione. Nell’ intento di ricavare da un capannone del tutto normale ed anonimo lo spazio da adibire alle nuove attività presenti nel quartiere di via Tortona a Milano - uno show room, degli studi di pubblicità, dei laboratori di design, ecc.- viene messa in opera la performance dei cambiamenti strutturali intorno e all’interno dell’edificio che dà origine a delle sorprendenti estensioni sopra il tetto e di fianco ai muri esterni. Nel loro profilo regolare le estensioni sopra il tetto, corrispondenti propriamente alle parti dell’edificio rivestite di quarz-zinc, sembrano risultare da un’estrusione 3D fatta verso l’alto, come se si fosse forzato del materiale a passare attraverso una sagoma. La cosa trasmette la forza di una pulsione proveniente dall’interno mentre, per dirla in termini più propriamente architettonici, lo sfondamento della scatola edilizia va a modificare l’impianto tipologico dell’edificio preesistente. Come nelle dissezioni edilizie di Gordon Matta-Clark, e in sostanza con un effetto non dissimile, queste estensioni tendono a disfare l’edificio distogliendolo dal suo isolamento, aprendolo all’intorno, e agendo anche sull’identità storica e culturale della struttura tipologica preesistente. Il processo che ha portato a tali estensioni inoltre produce una certa complessità che implica una nuova profondità di percezione. Gli aspetti della stratificazione probabilmente interessano di più delle viste inaspettate che si vengono a creare: si tratta di un tipo di complessità derivante dal prendere una situazione altrimenti del tutto normale, convenzionale, anche anonima, e ridefinirla, ritradurla in letture molteplici e sovrapposte di condizioni passate e presenti. Una lettura metaforica di quest’opera, se la si vuole collegare ad una forma di performance teatrale, è sicuramente incoraggiata dall’esigenza contemporanea di assegnare un nome alle cose ibride e agli organismi transgenici che finiamo per fare sfidando i principi d’individuazione classici e così per descrivere queste cose ibride sempre più presenti nel paesaggio facciamo ricorso a delle trasposizioni simboliche di immagini.
Testo: arch.Pierluigi Nicolin 20/06/2013
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    «Questo lavoro sembra intimamente legato al processo che lo ha generato, come una forma di teatro in cui l’attività che produce l’opera finisce per esserne la più significativa rappresentazione. Nell’ intento di ricavare da un capannone del tutto normale ed anonimo lo spazio da adibire alle nuove attività presenti nel quartiere di via Tortona a Milano - uno show room, degli studi di pubblicità, dei laboratori di design, ecc.- viene messa in opera la performance dei cambiamenti strutturali...

    Project details
    • Year 2012
    • Work finished in 2012
    • Main structure Masonry
    • Client La Italiana Produzione
    • Contractor Borio Mangiarotti s.r.l
    • Cost 1.625.000,00
    • Status Completed works
    • Type Showrooms/Shops / Recovery of industrial buildings
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