CHIOSCO LIBRERIA CITTA' UNIVERSITARIA ROMA | Marcello Mancini

RELAZIONE ILLUSTRATIVA I due chioschi sono destinati alla rivendita di libri e testi universitari a prezzi agevolati per studenti. La loro gestione è affidata a cooperative. Sono ubicati all’interno della Città Universitaria di Roma nell’area verde fra il Fabbricato dal Rettorato e quello delle Segreterie a ridosso di quest'ultimo. Nella fase progettuale era previsto che fossero posti al Centro del prato stesso. Questo spostamento ne ha parzialmente alterato la lettura some volume isolati. Il progetto è stato prodotto per l’ I.DI.S.U (Istituto per il Diritto allo Studio Universitario). La parte esecutiva e realizzativa è stata attuata insieme ai tecnici dell’Ufficio Tecnico dell’ I.DI.S.U ing. Antonio De Michele e arch. Marco Sommaruga. I chioschi sono stati realizzati in tempi molto brevi e posti in opera nel novembre del 1988. I chioschi hanno pianta esagonale e si compongono di tre volumi chiusi destinati agli spazi di servizio, magazzini, bagno e cassa e di uno spazio Centrale vetrato per l'esposizione e la vendita. Sono delle strutture prefabbricate pensate per poter essere trasferite o riutilizzate in altri spazi all’interno della Citta Universitaria. Ciò in effetti è avvenuto e nel tempo la posizione dei chioschi ha subito più spostamenti. Il sistema di prefabbricazione si compone dei tre moduli chiusi e delle vetrate che richiudono il tutto. Il moduli arrivano dall’officina di produzione sul posto di installazione già totalmente completati e verniciati. La sostanziale identità tra il modulo magazzino e quello cassa consente di ridurre i tempi di realizzazione. Tutti i moduli hanno due livelli: in quelli magazzino entrambi sono attrezzati con delle scaffalature a parete per contenere i libri; in quello destinato alla cassa e bagno il magazzino è posto solo al livello superiore nella porzione sovrastante la cassa. Nel porzione di volume aggettante sono collocati i macchinari per l’impianto di condizionamento. Sopra il bagno è ricavato uno spazio per gli apparecchi dell’impianto idrico sanitario. Due piccoli cupolini apribili posti sulla copertura dei magazzini consentono l’areazione e l’illuminazione di tali spazi. L’esagono centrale destinato all’esposizione a alla vendita è attrezzato con degli scaffali sulle pereti dei moduli e con tre bassi banconi mobili posti al centro. L’accesso avviene da tre parte corrispondenti dalle parti vetrate; un ampio lucernario sulla copertura illumina ulteriormente l'area di vendita. La struttura è realizzata interamente in metallo ed è costituita da una gabbia di scatolari 60x6O che nella parte superiore si ,raddoppiano per sostenere lo sbalzo. Alla rigidezza del tutto concorrono le pareti realizzate con due lamiere piegate saldate alla struttura una posizionata all'interno ed una all’esterno. Il solaio di copertura è realizzato con compensato marino impermeabilizzato con più strati di teli catramati. I solai intermedi sono in grigliato Keller. Il solaio a terra e in compensate marino con sovrapposto pavimento in gomma. La pareti sono tutte in metallo verniciato; in quelle posizionate verso l’esterno tra la due lamiere è interposto uno strato di materiale coibente. Gli elementi quadrati di finitura sulle pareti esterne sono in lamiera e sono saldati alle superfici metalliche delle pareti. La camera d'aria che si crea fra le due lamiere contribuisce ulteriormente alla coibentazione. I chioschi sono poggiati su una base esagonale in C.A. predisposta con prese di corrente sotto ogni modulo, con gli attacchi per acqua, telefono e gli scarichi in quello cassa/bagno. Il lato dell’esagono esterno è di 4,50 ml. l’altezza massima è di 5,15 m in corrispondenza del lucernario. Nel dimensionamento del tutto si sono fatte numerose verifiche ergonomiche in modo da poter compattare le singole funzioni agli ingombri minimi cercando di sfruttare al massimo il volume. La forma esagonale nasce dalla volontà di reinterpretare in forma attuali un modello di chiosco consolidato nella storia degli elementi di arredo urbano. A Roma ne esitiamo più esempi risalenti agli inizi del ‘900. La scelta della pianta centrale poteva portare ad avere un organismo molto statico. Ha ciò si è ovviato in primo luogo ponendo l’accesso allo spazio interno sugli angoli del volume ed in secondo lungo ruotando l’esagono centrale rispetto a quello esterno. Chi entra attraversa l'angolo esterno del volume e si trova sul lata interno. Una ulteriore dinamizzazione è data dall'alternare di pareti piene e vetrate e soprattutto dai tagli inclinati del lucernario. Il volume viene scavato da grossi tagli ai quali corrispondono le uniche fonti di illuminazione in modo da contrapporre grosse masse di pieno e di vuoto.