Cimitero della Misericordia di Prato

Ampliamento

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“Rifiutiamo il concetto che i nostri cimiteri siano costruiti come case dei morti o come luoghi di arrivo, in contraddizione con l’idea religiosa della morte come viaggio, come partenza per un altrove… alla frase “riposano” si dovrebbe sostituire “da qui sono partiti”. (Jorge Oteiza – Cementerio Mitico Vasco) Il progetto per l’ampliamento del Cimitero della Misericordia nasce da premesse molto simili, allontanandosi da un’idea di cimitero come luogo di cordoglio per rafforzarne la vocazione a luogo di custodia in attesa della resurrezione, luogo di memoria fertile e fiduciosa per i vivi. Gli elementi che costituiscono il progetto e che ne rappresentano il senso si originano dai caratteri dei tanti cimiteri della storia, dei quali si vuole tramandare quell’unico chiaro sentimento che è proprio dei più belli: il sentimento di rispetto che appartiene all’atto della custodia e che si esprime nel “farsi serio” dell’architettura, rifiutando gli ornamenti e prediligendo materiali nobili e forme pure. Non possiamo dimenticare l’importante tradizione che l’Italia ha saputo costruire nel campo dell’architettura funeraria, ma è evidente che i cambiamenti sociali che stiamo vivendo non possono trovare solo in quella tradizione le forme del proprio spazio funebre. Da questo la volontà di abbandonare l’immagine cimiteriale come architettura astratta, vestita di severità ed austerità, che spesso sconfina nella retorica dei simboli, unita alla previsione del futuro parco, fanno sì che la natura, con la luce che filtra dalle coperture, con le viste in scorcio che si aprono sul parco, con il verde discreto delle corti, diventi elemento primario della percezione dello spazio funerario assieme all’edificio. Si giunge così ad uno spazio dove, pur parlando di distacco e morte, diventa consolatorio recarsi perché la meditazione vi trova appigli; è infatti la profondità del pensiero della morte che si lega al senso della vita che scorre, e che è fondamento della fede cristiana. La speranza in chi rimane, la certezza del mistero di una morte che si fa vita, è da input all’obbiettivo progettuale di porsi come spazio di riferimento per i vivi nello smarrimento del lutto. Allo stesso tempo il cimitero costituisce un patrimonio collettivo di grande valore artistico-architettonico e rappresenta “la storia stessa” della Misericordia, il rispetto dovuto per l’impianto esistente è punto di partenza per tutto l’approccio progettuale. Nell’affrontare questo progetto con la volontà iniziale di leggere l’architettura esistente abbiamo passeggiato nelle gallerie ma, più che da forme e volumi siamo stati catturati dalle suggestioni di lapidi e croci, per scoprire nelle scritture incise sulle tombe la forma e l'intensità dei sentimenti che hanno accompagnato la volontà di perpetuare una memoria. E siamo stati colpiti, forse ancora di più, dalle frequentazioni quotidiane, dalla presenza delle stesse persone anche in più di un momento della giornata, dal comprendere che lo spazio cimiteriale diventa per chi rimane luogo intimo quasi familiare di condivisione con la persona scomparsa. Da questa analisi, propedeutica all’idea e al concept, la considerazione che se il cimitero esistente costituisce una sorta di “museo all’aperto” di storia, arte ed architettura, nell’occasione dell’ampliamento non può prevalere l’aspetto museografico e simbolico su quello funerario; esso non deve e non può essere un museo, ma dovrà assolvere il ruolo di uno spazio che accompagni chi lo visita nel ritrovare le memorie che custodisce. Da qui l’elemento costitutivo di “scrigno”, di luogo intimo negli interni e nei discreti affacci, di custodia dei sentimenti, di accoglienza delle espressioni di vita di chi rimane e delle inquietudini legate sia al “Mistero della fine”, sia alla ricerca dell’eternità. Da qui la centralità dei “vivi” alla base del progetto.
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    “Rifiutiamo il concetto che i nostri cimiteri siano costruiti come case dei morti o come luoghi di arrivo, in contraddizione con l’idea religiosa della morte come viaggio, come partenza per un altrove… alla frase “riposano” si dovrebbe sostituire “da qui sono partiti”. (Jorge Oteiza – Cementerio Mitico Vasco) Il progetto per l’ampliamento del Cimitero della Misericordia nasce da premesse molto simili, allontanandosi da un’idea di cimitero come luogo di cordoglio per rafforzarne la vocazione...

    Project details
    • Year 2013
    • Main structure Reinforced concrete
    • Client Arciconfraternita Misericordia di Prato
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Cemeteries and cemetery chapels / Urban Renewal / Monuments / Shrines and memorials
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