Recupero dell’ex casa delle fanciulle da destinarsi a centro specializzato di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, richiedenti asilo e non | Francesco Sagone
Caltagirone / Italy / 2014
2
1. Le caratteristiche del sito
L’edificio comunale, oggetto dell’intervento di
realizzazione di un centro specializzato per
l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati
richiedenti asilo e non, è situato nel comune di
Caltagirone, in via Santa Maria di Gesù, in una zona
di margine della città, che si affacciata lungo il
versante meridionale della città. L’edificio è
facilmente raggiungibile sia per chi viene dall’esterno
e sia per gli abitanti di Caltagirone . E’ ubicato in una
zona urbanistica tra la parte storica della città e la
zona di espansione; vicino c’è l’Ospedale, una scuola
professionale e dei locali in cui si svolgono attività
sportive. L’ex casa delle fanciulle è individuata in
catasto al foglio n. 88 partt. 122-123-124-125-126-
127-128.
2. La descrizione del fabbricato
L’edificio planimetricamente ha una forma a T, col
gambo corto adagiato lungo la Via S.M. di Gesù. A
sud l’edificio è adiacente ad altro fabbricato di diversa
proprietà, mentre a nord è adiacente con un
fabbricato allo stato di rudere, anch’esso di proprietà
del Comune, dal cui solaio a livello di strada emerge
solo la pilastratura per un primo piano mai realizzato.
Verso ovest l’edificio si apre verso la campagna e il
paesaggio urbano del centro storico.
Esso è costituito da due edifici di diversa struttura
adiacenti, uno in muratura ed è probabilmente il più
vecchio degli edifici limitrofi e l’altro misto a muratura
e cemento armato. Complessivamente è costituito da
tre livelli fuori terra più una parte limitata al quarto
livello ( terzo piano). Ad ovest l’edificio, dove il
terreno degrada e forma una scarpata, presenta un
piano seminterrato di limitata estensione, che ospita
tre locali tecnici. In sommità il solaio di copertura,
non occupato dalla costruzione, forma un’ampia
terrazza dalla quale si gode il panorama della città
storica e della campagna. E’ stato realizzato nella
seconda metà del novecento, anni sessanta, con
destinazione ad orfanotrofio, una struttura di
accoglienza privata dove sono stati accolti ed educati i bambini orfani, o minori abbandonati o maltrattati dai
genitori naturali.
Edifici importanti per l’accoglienza, ma poco curati
nella architettura e nella funzionalità.
Il nostro edificio non si discosta da questa impronta
architettonica visibilmente “seriosa” .
L’edificio negli anni ha subito delle trasformazioni
edilizie con aggiunti di nuovi corpi edilizi che ne
hanno impoverito l’aspetto architettonico complessivo
e modificato anche la struttura portante. Un ulteriore
ampliamento dell’edificio fu eseguito probabilmente
negli anni ’70, di cui oggi si vedono solo le strutture in
cemento armato del primo livello. Oggi l’edificio in
muratura e cemento armato , che chiameremo corpo
“B”, è occupato solo in parte dall’INPS ( piano
seminterrato, piano terra e primo piano ),mentre
l’edificio “A” è occupato dal CRAL, dipendenti del
comune di Caltagirone.
L’edificio “A” ,con struttura in muratura e uno
spessore medio dei muri di cm.50, a piano terra
presenta una distribuzione semplice che si articola
nel seguente modo: da una parte centrale, con
funzione d’ingresso anche per i piani superiori
attraverso una scala, si accede sia a destra che a
sinistra in due locali. Al primo piano la distribuzione
dei locali coincide con quella sottostante, mentre al piano secondo, essendo stata modificata la struttura
in muratura con una struttura in c.a.,la distribuzione
presenta una grande stanza ,un locale d’ingresso e
due bagni. L’edificio ha l’impianto di riscaldamento,
mentre l’impianto elettrico è vetusto. Gli infissi
presentano problemi di funzionalità e di infiltrazione
di acqua. La struttura allo stato attuale non presenta
dissesti statici ,mentre è evidente al piano terra una
forte umidità di risalita dalle fondazioni.
L’edificio “B” adiacente,con struttura mista muratura
e cemento armato, ha un’organizzazione degli spazi
e delle funzioni articolati lungo i due assi più
importanti: l’asse più corto traversale ( direzione
Nord) e l’asse più lungo longitudinale (direzione
Ovest). Il piano terra presenta un grande atrio
d’ingresso da cui,come si è detto, si dipartono i due
assi, quello più corto trasversale e quello più lungo
longitudinale, lungo i quali sono distribuiti a pettine gli
uffici dell’INPS. Al primo piano si accede attraverso
una scale posta in fondo a Sud vicino il cortile
esterno e la distribuzione delle stanze dei locali
servizi è uguale al piano sottostante. All’interno
l’edificio ha delle mediocre finiture e presenta
funzionante l’impianto di riscaldamento e un impianto
elettrico, probabilmente adeguato alle nuove norme,
che corre tutto all’esterno dentro canalette. Gli infissi sono in ferro zincato e presentano problemi di
funzionalità. Il seminterrato in parte è utilizzato a
deposito / archivio e a locale caldaia. Il piano
secondo ( terzo livello ) e il piano terzo ( quarto livello
) non sono agibili e sono in totale stato di abbandono
e degrado fisico.
L’esposizione di tutto l’edificio consente all’intero
immobile di avere una buona esposizione solare e
una buona luminosità all’interno dei locali. La
struttura dell’intero complesso, come si è detto, è
composta a Ovest, da una muratura piena di
spessore mediamente di cm.60 e ad est da una
struttura in cemento armato e allo stato attuale non
mostra segni di dissesti statici o cedimenti fondali.
Tutta la copertura è a terrazza ed impermeabilizzata
con guaina.
I prospetti tranne quello lungo la via santa Maria di
Gesù e il lato Nord, si presentano con intonaci
ammalorati e alcuni prospetti ne sono persino
sprovvisti, lasciando intravede le tompagnature o i
muri perimetrali, nonché mostrando il forte degrado
nei piani non abitati,dove gli infissi esterni in alcuni
punti mancano o sono stati rattoppati alla meno
peggio. Da qui si ricava un’impressione visiva dell’edificio
brutta, seriosa, di totale abbandono, privo di colore e
di qualità architettonica.
Tutto il complesso edilizio ha una superficie
complessiva di circa mq. 3.000, di cui mq. 2.500
circa sono coperti e i rimanenti mq. 500 sono le aree
libere del cortile, tutto pavimentato.
3. Le richieste del soggetto realizzatore e le
linee generali del progetto
Come si è detto l’intervento è all’interno del PON
Sicurezza -obiettivo operativo 2.1 - per lo sviluppo
obiettivo convergenza 2007-2013.
Il progetto è stato redatto facendo espresso
riferimento all’obiettivo 2.1 – diffusione della legalità.
Tale misura è destinata a favorire l'integrazione e
l'inclusione sociale dei soggetti deboli della
popolazione immigrata a rischio di marginalità sociale
ed economica, la cui finalità è quella di porre in
essere azioni integrate e strategiche che favoriscano
processi di mediazione istituzionale e percorsi di
integrazione ed inclusione sociale nei confronti degli
immigrati extracomunitari. In tal senso la
Amministrazione Comunale di Caltagirone ha indicato
come immobile da ristrutturare e convertire in
struttura di accoglienza di minori stranieri, l’edificio
dell’ex casa delle fanciulle, che dovrà appunto essere utilizzato per l’erogazione di servizi di
formazione, orientamento, accompagnamento al
lavoro, anche rispetto alla formazione ai mestieri
artigianali, mediazione culturale, assistenza socio–
psicologica, apprendimento linguistico, attività
ricreative e altri servizi. Pertanto la realizzazione di
un Centro specializzato per l’accoglienza dei minori
stranieri avrà come obiettivo quello di superare le
condizioni di marginalità sociale in cui spesso è
confinato il fenomeno migratorio; insomma
consolidare la cultura dell’accoglienza e costruire una
società multietnica e interculturale, nella quale allo
straniero si offre pari opportunità. Con il Centro il
Comune si propone, anche, di dare sicurezza e
legalità al territorio, tramite l’organizzazione
strutturata di un percorso di accoglienza che veda
interagire varie sinergie. In sintesi le finalità a cui la
struttura dovrà assolvere sono :
Realizzare un centro specializzato che
sintetizzi al proprio interno simbolicamente
tante positività: accoglienza temporanea per
minori stranieri non accompagnati richiedenti
asilo e non, spazi di crescita, di lavoro, di
cultura e del tempo libero; luoghi di
socializzazione secondaria. Realizzare attraverso il centro un luogo-spazio
di incontro e dialogo tra culture diverse,
sviluppando attraverso varie attività dinamismi
nella convivenza culturale senza
gerarchizzazioni e subordinazioni ma nella
piena riconoscibilità interetnica.
Realizzare una struttura di accoglienza
temporanea finanziariamente sostenibile
abbattendo i costi di gestione ed individuando
“utili” di esercizio quali i servizi di lavanderia, di
stireria, gestione di un cineteatro, di prodotti
realizzati all’interno dei laboratori.
Realizzare all’interno del centro, oltre che la
ricettività per 88 minori, attività laboratoriali
(ebanisteria, lavorazione pietre dure e
preziose, artigianato ceramico), attività
culturali ( mostre, cineforum) e convegnistica.
Realizzare forme di accoglienza degli
immigrati all’interno di un sistema sinergico,
in grado di valorizzare la governance locale.
Realizzare misure di informazione,
accompagnamento,assistenza e
orientamento che aiutino il minore ad
acquisire in modo non traumatico capacità di
autonomia e spinte auto regolative di vita, attraverso forme di accoglienza partecipata e
non reclusiva.
Valorizzare la cultura di origine dei minori
stranieri che si avvicineranno alle attività del
centro per graduare la ridefinizione dei
processi identitari.
Favorire l’inserimento dei minori stranieri nel
mercato del lavoro attraverso l’acquisizione di
specifiche competenze professionali.
L’intervento progettuale proposto tende ad
assecondare queste finalità e con il linguaggio
dell’architettura individua nel centro specialistico un
importante momento di rinnovamento urbano di
un’area di margine della nostra città, nonché una
operazione di riqualificazione di un edificio di scarsa
qualità architettonica. In generale le funzioni e le
destinazioni previste con l’intervento, sono le
seguenti:
• attività comuni, accoglienza, attività produttive
necessarie per assicurare l’autonomia finanziaria
per la vita del Centro (quattro laboratori per la
lavorazione delle pietre dure, per l’artigianato
orafo e per la falegnameria, e per la ceramica),
due aule per la formazione alle attività artigianali
ed una sala espositiva utilizzabile anche come
mercatino etnico, una lavanderia con annessa stireria che funzionerà sia come servizio interno
che con prestazione agli utenti esterni a
pagamento,
• 30 stanze da letto destinate ai minori immigrati,
15 per le donne e 15 per gli uomini, per
complessivi 88 posti letto, oltre ai servizi igienici
comuni,
• cucina e sala da pranzo,
• locali tecnici per impianti.
4. Gli elementi del progetto
4.1 Il fabbricato da recuperare a centro
specializzato di accoglienza per minori
stranieri non accompagnati richiedenti asilo e
non”.
Il progetto propone il mantenimento e il recupero
dell’edificio nel rispetto degli elementi costitutivi e
formali che lo caratterizzano in considerazione che la
destinazione d’uso è la stessa. Sono state pertanto
previste modalità di recupero e di restauro pertinenti
ad un edificio in muratura e in cemento armato, e
l’uso di materiali coerenti con quelli esistenti e con le
nuove funzioni proposte. Le innovazioni riguardano
esclusivamente l’introduzione di alcuni necessari
presidi tecnologici e impiantistici e modesti interventi
strutturali che non incidono sulla statica della struttura
complessiva dell’edificio, mentre la qualità dell’architettura è stata affidata a pochi elementi
compositivi, formali e materici partendo
principalmente dal prospetto principale lungo la via
Santa Maria di Gesù. Va subito detto che il
l’organismo edilizio pensato nella fase iniziale,oltre al
recupero dell’ex casa delle fanciulle comprendeva
anche una nuova architettura: un ’auditorium di circa
220 posti; elemento quest’ultimo importante per
l’impostazione compositiva e organizzativa degli
spazi previsti specie a piano terra. Oggi purtroppo
tale architettura non rientra in questo intervento e si
spera che il Comune possa ottener un altro
finanziamento per completare così l’intero organismo
edilizio.
Il primo atto progettuale è stato un attento studio
dell’intera “insula edilizia ” e dei suoi elementi
disaggregati, separati, e dunque privati del carattere
di complessità che invece la nostra area urbana “di
margine” dovrebbe avere in termini di interezza
dell’organismo edilizio.
La soluzione architettonica a questo tema è stata
quella di considerare i due corpi edilizi ( corpo A e
corpo B ) come un unico organismo, intervenendo
sull’elemento facciata, sul coronamento, sul
basamento e sulla partitura delle aperture e sulla loro
qualità materica. L’altro tema è stato quello di una distribuzione
funzionale delle diverse attività e l finalità del PON
con la compatibilità strutturale dell’immobile a centro
specialistico di accoglienza per immigrati minori
stranieri. Ciò a comportato, come già detto, a non
alterare l’equilibrio statico dell’edificio e pertanto gli
interventi strutturali sono stati migliorativi e modesti e
hanno riguardato la costruzione di una nuova scala di
sicurezza posta in aderenza a corpo “A” ,nel cortile
Est,in acciaio e conseguentemente la chiusura dei
solai, nei diversi piani, della scala interna eliminata.
Inoltre per far posto alla nuova scala sono stati
abbattuti due ballatoi vetusti o fortemente degradati.
Mentre in vano ascensore è stato ricavato all’interno
di pozzo luce esistente,in modo da non intaccare la
struttura esistente.
Un altro punto forza del progetto è stato quello di
aprire il Centro di Accoglienza verso la strada o
meglio verso la città, con un nuovo “volto” materico,
facendo della nozione architettonica di soglia il tema
della composizione. Per fare ciò abbiamo subito
rientrato l’ingresso principale verso l’interno
eliminando,così, la rigida partitura delle tre aperture
attuali a filo con il prospetto e creando uno spazio che invita e indirizza il cittadino ad entrare. Il “Volto”
,il prospetto sulla via santa Maria di Gesù è di colore bianco ( uno strato di cappotto da cm.10 ), mentre le
aperture, ordinate secondo una partitura armonica
con il volume dell’edificio, sono rinquadrate
all’esterno da una cornice sporgente di circa cm 20 di
acciaio corten che ne esalta il valore plastico e
coloristico delle aperture. In alto l’edificio trova la sua
conclusione attraverso un ordinato orizzontamento
del tetto di copertura, completato da un elemento
frangisole, posto nella parte non costruita della
terrazza,che sporge di circa un metro. E’ una
struttura realizzata in ferro corten e costituita da 14
piani verticali o quinte colorati formati di listelli
cilindrici smaltati a diversi colori. Vuoti all’interno,
questi listelli in ceramica colorata offrono le migliore
prestazioni per quanto riguarda la resistenza al
progressivo decadimento degli effetti cromatici. I
listelli sono di diversi colori e la loro presenza
costituisce un elemento ulteriore di qualità della
facciata. Il tetto di copertura, il coronamento su la via
Santa Maria di Gesù, è stato pensato a falde inclinate
e sarà in parte realizzato, dove c’è la terrazza del
terzo livello, con capriate di ferro e dove c’è la
copertura piana del quarto livello, con una struttura di
forati,coppelle etc il tutto ricoperto da un’adeguata
coibentazione e impermeabilizzazione in lastre di
rame del tipo Ondulit. A Piano terra il prospetto presenta una parte
basamentale in cui vi è una lieve rientranza
realizzata in acciaio corten che ne indirizza i
movimenti e stabilisce il contatto ed il legame con il
luogo. Le nuove aperture a vetro,infatti, indicano e
svelano gli spazi interni e le loro funzioni : a sinistra si
entra per visitare il mercatino etnico, al centro si entra
nell’atrio dell’edificio e a destra in un locale adibito a
lavanderia. Tutto il rivestimento esterno dell’immobile
è costituito da una coibentazione a “ cappotto”,
importante per il risparmio energetico e completato
da uno strato di finitura di colore bianco.
Questo tipo di coibentazione consente di eliminare i
ponti termici e i fenomeni di condensazione del vapor
d'acqua, migliora l'inerzia termica dell'edificio ed
aumenta la temperatura superficiale degli strati
costituenti la struttura edilizia.
L’organizzazione spaziale e funzionale, del centro di
accoglienza è la seguente e si basa,come già detto,
su precise scelte che hanno cercato di coniugare il
“carattere” fisico dell’organismo edilizio con le nuove
funzioni a cui dovrà assolvere.
La prima. L’ubicazione della sala espositiva e del
mercatino etnico a piano terra, nella parte dell’edificio
di più antica costruzione. Cosicché possa avere
un’autonoma fruizione direttamente dall’esterno, dalla strada, dove già esiste un ingresso. A tal fine i vani
sono stati resi tutti passanti, aprendo dei varchi ed
eliminando gli infissi delle porte. L’esistente scala è
stata tolta per ragioni di sicurezza contro gli incendi
ed è stata spostata all’esterno, in posizione
baricentrica all’intero organismo edilizio e serve da
collegamento con i piani superiore. Essa verrà
realizzata con una nuova struttura in ferro ed è
chiusa da un idoneo rivestimento coibentato. Il vano
così risulta compartimentato da porte REI 120 e a
prova di fumo. In una stanza più prossima
all’ingresso principale del Centro, sono stati ricavati
due bagni di cui uno è per i disabili. Oltre l’ingresso
dalla via S.M.di Gesù per ragioni di sicurezza per
l’attività del mercatino è stato previsto un altro
ingresso che dà sul cortile interno lato Ovest. Sempre
a piano terra trova ubicazione la lavanderia, da cui si
potrà accedere dalla strada, cosicché possa servire,
com’è previsto, anche un’utenza esterna.
La seconda. L’ubicazione delle attività di formazione
e di apprendistato (aule e laboratori) al piano terra,
nella parte più interna a Ovest, con spazi a stretto
contatto tra loro, per un uso più libero e adattabile nel
tempo a nuove esigenze. Assieme ai laboratori
trovano posto alche due grandi aule per la didattica e per le riunioni. La continuità interna esterna è
garantita, dalle ampie finestrature poste lungo le
pareti perimetrali e dai balconi che danno sul cortile
interno.
La terza. L’ubicazione della zona notte, le stanze da
letto, per i maschi e per le donne, in spazi più
appartati, al primo e al secondo piano, con una
capacità di 45 letti per piano. In ogni piano, oltre ai
servizi igienici nelle quantità di legge, sono stati
ricavati una stanza per gli assistenti un atriosoggiorno,
in posizione centrale e in prossimità dei
collegamenti verticali. I bagni sono in comune
assieme alle docce e sono organizzati lungo il lato
nord-Ovest dell’edificio, in un numero previsto per
legge.
Le gallerie a sud, attualmente chiuse a vetri,
dovranno essere liberate da tali strutture, per
assicurare aerazione diretta e illuminazione naturale
alle stanze che vi si affacciano, e per poterle
utilizzare come balconi, dove poter sostare e coltivare
piante in vaso.
La quarta. L’ubicazione della sala da pranzo e della
cucina all’ultimo piano, perché meglio disimpegnati e
perché dalla terrazza si scorge il bel panorama verso
la città antica e la campagna. Parte della terrazza per
ragioni di funzionalità verrà coperta ,come già si è detto, con una struttura di copertura leggera a falde
inclinate. L’innesto di questa nuova struttura darà al
fronte sulla Via Santa Maria di Gesù una continuità di
prospetto, pur nella diversità dell’impaginato e dei
materiali. La sala da pranzo è stata ubicata all’interno
dell’attuale piano esistente e potrà ospitare circa 45
posti a sedere ed è dotata di servizi igienici anche per
i disabili. La cucina è ampia, ed è completata,
funzionalmente, dalla dispensa e dagli spogliatoi per
il personale. La parte di terrazza non coperta potrà
ospitare sedute e strutture leggere per fare ombra,
oltre che piante in vaso. I collegamenti verticali,come
già detto, tra i diversi livelli saranno assicurati da due
scale compartimentati con funzione di scala
d’emergenza e un capiente ascensore.
Tutti i collegamenti verticali sono garantiti da due
scale compartimentati e da un vano ascensore
antincendio posto anch’esso in posizione baricentrica
rispetto alle diverse attività svolte all’interno dello
stabile. Dalla scala posta a Ovest si accede anche
ai vani tecnici del piano seminterrato.
Tutti gli spazi, ad eccezione di alcune aree come i
ripostigli , depositi e i bagni, hanno un pavimento in
gres porcellanato, così da dare continuità e
omogeneità all’intero complesso, mentre tutti gli altri
servizi igenico-sanitari avranno un pavimento in ceramica ,mentre per la cucina è stato previsto un
pavimento in clinker. Tutti i percorsi sono accessibili
e praticabili dai disabili in carrozzella.
2 users love this project
Enlarge image
1. Le caratteristiche del sito L’edificio comunale, oggetto dell’intervento di realizzazione di un centro specializzato per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo e non, è situato nel comune di Caltagirone, in via Santa Maria di Gesù, in una zona di margine della città, che si affacciata lungo il versante meridionale della città. L’edificio è facilmente raggiungibile sia per chi viene dall’esterno e sia per gli abitanti di Caltagirone . E’ ubicato in una zona...
- Year 2014
- Work started in 2011
- Work finished in 2014
- Main structure Mixed structure
- Client Comune di Caltagirone
- Contractor S.a.c.i. srl
- Cost 1.998.096,46
- Status Completed works
- Type Building Recovery and Renewal
comment