NUOVA SEDE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. DELLA PROVINCIA DI FERRARA E DELL’URBAN CENTER DI FERRARA

Intervento di ripristino con miglioramento sismico ai sensi dell’Ordinanza n. 120 dell’11 ottobre 2013, della Palazzina ex MOF, corso Isonzo, 135 – Ferrara Ferrara / Italy / 2014

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L’ edificio oggetto d’ intervento è una palazzina, denominata Ex MOF, situata nel comune di Ferrara, in Corso Isonzo, a circa duecento metri dalla darsena cittadina, all’interno di un’area più vasta ubicata in posizione tangente al tracciato storico delle Mura. L’ ex MOF faceva parte del Mercato Ortofrutticolo della città, grande complesso realizzato tra il giugno del 1936 e l’ ottobre del 1937, inaugurato e poi aperto al pubblico alla fine di questo stesso anno. Il nuovo mercato ricopriva un’ area di ben 21.500 mq di cui più di 5000 ricoperti da fabbricati, ( precisamente 4500 mq di tettoia mercato e adiacenti magazzini con reparto frigorifero), e 32 mq della palazzina uffici e servizi e oltre 200 mq per tettoia veicoli. In particolare il progetto della palazzina si deve all’ ingegnere Carlo Savonuzzi che operò a Ferrara tra gli anni Venti e gli anni Trenta un vero e proprio salto di qualità nel campo dell’architettura. Il fabbricato, dotato di un’elegante torre, fu realizzato in muratura di mattoni, solai in cemento armato (parte a volta e parte piani). Una grande attenzione venne riposta nella realizzazione di alcuni particolari delle facciate, come i due ingressi con gradinate, le finestre con tapparelle in legno, i quadranti dei due orologi, le modanature che disegnano gli elementi dei prospetti ed esaltano il dinamismo delle terrazze. Il piano terra della palazzina ospitava gli “uffici di Direzione” del mercato e quelli di “spedizione”, oltre ad un bar ristorante e una banca interna, tutti dislocati attorno al salone centrale di contrattazione, le cui pareti nord e sud furono affrescate nel 1938 dal pittore Galileo Cattabriga (Bondeno, 1901-1969) con scene dedicate all’agricoltura. Nel primo piano, invece, fin dall’origine era stato ricavato l’appartamento del custode. Fino al 1989 tali destinazioni d’ uso rimasero invariate, successivamente si decise di trasferire il mercato in un nuovo complesso. A seguito di ciò i locali dello stabile, attualmente non più utilizzati, furono destinati ad uffici e vari usi. Nel 1995 si demolirono i magazzini, la lunga tettoia ed altri corpi di fabbrica del vecchio mercato ortofrutticolo, allo scopo di adibire l’area a parcheggio e la Palazzina fu l’ unica ad essere risparmiata, non solo per le sue caratteristiche architettoniche “razionalistiche” ma anche perché all’interno conserva ancora i due affreschi coevi di Cattabriga, considerati tra i pochissimi esempi del genere ancora visibili in città.La proposta progettuale ha alcuni obiettivi primari, tra cui quello di non essere invasiva nei confronti dell’ edificio esistente, di garantire l’ opportunità di effettuare eventuali ulteriori trasformazioni possibili, di mantenere dunque l’ aspetto e le caratteristiche dell’ edificio pur adattandolo a nuove funzioni e servizi, trovando soluzioni organizzative che consentano di garantire flessibilità, permeabilità e compartimentabilità degli spazi. Il piano di recupero ed il masterplan previsto per l’ area attribuiscono alla Palazzina un ruolo fondamentale, funzione di cerniera tra l’ asse di Corso Isonzo e l’ ambito di riqualificazione oggetto del masterplan ex Mof. Dunque è proprio da questi presupposti che scaturisce l’ idea di progetto, è cosi che l’ edifico è stato concepito: una sorta di portale d’ accesso alla città, una quinta scenica caratterizzata dalla conservazione di una parte della vecchia recinzione della palazzina e dall’ innesto di due imponenti elementi in corten, due veri e propri portali che individuano, scandiscono gli accessi ed invitano ad entrare verso la parte retrostante, che sarà destinata a polo direzionale,assumendo così un ruolo di connessione con le aree riservate a nuovi insediamenti previsti da masterplan e dal piano di recupero. La palazzina non assume semplicemente funzione di porta d’ accesso alla città infatti allo stesso tempo crea una grande piazza, luogo di socialità, di incontro, di scambio culturale, da poter destinare ad attività varie, tra cui esposizioni temporanee all’ aperto durante il periodo estivo. Elemento caratterizzante dell’ intero progetto è l’ utilizzo di elementi in corten, non soltanto per i portali , ma anche per finestre, portoni d’ ingresso dell’ edificio ed in particolar modo per la chiusura di una delle due terrazze esistenti, tutti componenti che contrassegnano in un certo qual modo l’ intervento sullo stabile. Nello specifico gli elementi in corten inseriti sul perimetro delle aperture (porte e finestre) oltre alla loro valenza architettonica offrono un miglioramento complessivo della risposta strutturale. Infatti i fori in una parete sono dei punti di debolezza, determinanti una discontinuità all’interno dell’elemento che viene interpretata dalle recenti normative in materia con la definizione dei maschi murari, sottoinsieme della complessiva parete forata, come unici elementi resistenti alle azioni orizzontali. L’inserimento opportuno degli elementi in corten come rinforzo dei fori permette di supplire all’indebolimento locale e permette che una maggiore superficie della parete sia coinvolta nel meccanismo resistente.Gli ingressi principali vengono mantenuti tali seppur con l’ innesto di elementi scatolari in corten, che ne vanno a rimarcare il ruolo, sottolineandone maggiormente il compito. Tali elementi sono strombati e si protraggono in parte anche all’ interno dell’ edifico, quasi a delineare una continuazione dello spazio esterno. Nello specifico l’ ingresso già presente su Corso Isonzo viene mantenuto tale, dunque conservando la gradinata esistente, l’ ingresso retrostante, posto sul lato in cui sorgerà il nuovo polo direzionale della città, verrà sistemato attraverso la creazione di una sorta di gradonata-seduta, nella quale sarà scavata una rampa di accesso che consentirà di abbattere le barriere architettoniche esistenti e renderà dunque l’ edificio accessibile a tutti gli utenti. Sarà inoltre mantenuto l’ accesso secondario posto sul lato di Via Darsena. Per ciò che concerne il piano interrato una parte dei locali saranno sostanzialmente adibiti ad esposizioni temporanee o attività brevi di formazione, altri invece saranno utilizzati come depositi per custodire le diverse attrezzature o materiali da usare in base alle differenti attività che saranno svolte. È inoltre previsto uno spazio da adibire ad archivio. La scelta di collocare l’archivio nel piano interrato è stata ponderata anche rispetto alle problematiche strutturali. È facilmente intuibile come la collocazione di una massa in quota all’interno dell’edificio implichi una necessaria rivalutazione del comportamento strutturale sia dal punto di vista statico che dinamico. Infatti dal punto di vista statico gli orizzontamenti potrebbero essere insufficienti per assolvere ai carichi gravitazionali derivanti dal cambio di destinazione d’uso senza interventi strutturali. Dal punto di vista dinamico l’inserimento di una massa a una quota diversa da quella della fondazione implica la sua partecipazione nella dinamica dell’edificio con conseguente modifica e incremento dell’azione sismica sulla struttura. L’ immagine a fianco sintetizza quanto legato alla filosofia strutturale dietro la scelta dell’inserimento dell’archivio al piano interrato.Il piano terra, che sarà adibito ad Urban Center è stato pensato cercando di mantener la conformazione degli spazi esistenti e ponendo come presupposto di base la flessibilità degli ambienti. Infatti lo spazio voltato sarà interamente modellabile, adattabile, si presterà alle diverse occasioni ed attività da svolgere, trasformandosi e plasmandosi, con opportune accortezze, in spazio espositivo temporaneo, area da destinare ad attività di formazione e divulgazione, o luogo in cui poter svolgere workshop. Gli spazi che ruotano attorno il vano centrale saranno riservati ad uffici dell’ Urban Center, inoltre uno di questi sarà assegnato ad eventuali associazioni interessate. I servizi igienici manterranno la stessa ubicazione di quelli preesistenti, inoltre un locale sarà riservato a piccolo deposito, nell’ eventualità di dover allestire velocemente le diverse attività da svolgere nel vano principale (laboratori partecipati, workshop, esposizioni temporanee, corsi di aggiornamento, seminari).Anche il piano primo, riservato all’ ordine degli architetti di Ferrara, è stato concepito come uno spazio flessibile, un unico ambiente costituito da partizioni divisorie trasparenti a tutta altezza, con struttura in alluminio estruso. L’ unica porta, anche essa a tutta altezza è quella di ingresso alla sala riunioni. Lo spazio non è semplicemente delimitato da pareti vetrate, ma anche da un sistema di contenitori chiusi, che si integrano con le pareti divisorie stesse ed hanno funzione di archivio ed armadiatura. Anche in questo caso, come per il piano terra, i servizi igienici sono stati mantenuti nello stesso punto in cui erano posti quelli preesistenti. Inoltre due locali saranno adibiti rispettivamente a piccola biblioteca ed un ufficio di supporto alla segreteria.Per ciò che concerne le terrazze, una è stata mantenuta tale, la seconda, invece, è stata chiusa. La possibilità di creare una chiusura esterna per una delle due, che sarà destinata a sala del consiglio, è stata effettuata considerando che questa operazione non consiste in alcun aggravio sostanziale per il comportamento strutturale dell’edificio. Il vincolo orizzontale offerto direttamente dal parapetto esistente e l’esigua variazione di massa, dovuta alla scelta di materiali dal peso specifico contenuto, non comportano aumenti sostanziali di massa e quindi di azione sismica. Neanche l’azione laterale dovuta al vento è da intendersi aumentata in quanto l’edificio anche dopo l’intervento presenta lo stessa superficie esposta di quella precedente, poiché le pareti in corten replicano come ingombro le pareti perimetrali della terrazza. Particolare attenzione è stata posta nella realizzazione della struttura in corten in modo tale che non trasmetta azioni flettenti e quindi trazioni significative alla muratura.Nello specifico la chiusura è stata effettuata con dei pannelli serigrafati in corten di dimensioni 78×200cm. La serigrafia è stata appositamente creata in onore del pittore Galileo Cattabriga, che ha eseguito gli affreschi presenti al piano terra, ed è caratterizzata da poche, semplici parole, create utilizzando caratteri di scritture differenti, che metteno in luce alcuni tratti salienti della vita dell‘ artista. Si individuano la data di nascita e morte, i luoghi, la partecipazione ad eventi come la Mostra d’ arte Sacra a Roma e quella alla Mostra Universale di Parigi, dove fu premiato con medaglia d’ oro, le tecniche pittoriche e le rappresentazioni che egli prediligeva ( scene di vita dei lavori nei campi, paesaggi di pianura e della cultura contadina). Inoltre vi sono nomi di diverse sue opere, compreso quello dei due affreschi presenti nella palazzina (che rappresentare proprio scene rurali) ed il relativo compenso ricevuto per realizzarli.
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    Project details
    • Year 2014
    • Main structure Masonry
    • Status Competition works
    • Type multi-purpose civic centres / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Structural Consolidation
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