Casa dal Rudere | vittorio magliozzi

Nel Comune di Itri (LT), ai piedi del Parco Naturale dei Monti Aurunci e Ausoni, nel mezzo della campagna sud-pontina, in un territorio classificato dal P.T.P.R. Lazio come “Paesaggio Agrario di Rilevante valore” è situato un rudere della superficie totale di circa 116 mq. Si tratta di una struttura realizzata tra la fine dell’800 e l’inizio del secolo successivo e la sua presenza era strettamente legata alle attività agricole svolte sul fondo. L’uso misto, residenziale e deposito, caratterizzò la struttura sin dal primo momento. Il corpo di fabbrica risulta essere attualmente diviso in tre sezioni. Nella porzione (a), per una superficie netta di 13 mq, negli anni ’80 fu ricavata una cisterna che garantisce una quantità minima di acqua da disporre per usi irrigui. L’attuale porzione (b), con una superficie netta di 52 mq, in origine unita alla precedente porzione (a), erano destinate a più usi. Questo unico ambiente (a+b) di circa 65 mq veniva utilizzato per la lavorazione dei prodotti agricoli (olive e ortaggi), per il deposito di attrezzature e derrate agricole, nonché come rifugio notturno e diurno dei proprietari. L’attuale porzione (c), con una superficie netta di 26 mq, accoglieva un braciere ed era destinata alla cottura dei cibi e come rifugio. L’edificio era coperto da una struttura lignea a due falde ed era alto poco più di 3,00 m nel punto più alto. L’opera si inserisce in un piano di valorizzazione delle architetture rurali esistenti che consente il recupero di edifici degradati anche attraverso la loro integrale demolizione e ricostruzione. La superficie maturata in funzione delle norme che regolano questo genere di interventi è di 130mq la cui destinazione d’uso resta la stessa dell’edificio originario. L’obiettivo è realizzare un edificio che rispetti i caratteri tipici della cultura mediterranea evitando di essere anacronistico e che si integri con il paesaggio circostante senza mutarne il carattere agricolo predominante. Un’architettura però rivolta anche alle tematiche costruttive contemporanee. Il nuovo edificio avrà destinazione d’uso mista (residenziale-uso agricolo) e sarà posizionato nella porzione di lotto più a sud. L’impianto planimetrico seguirà l’orientamento nord-sud lungo il lato corto e la copertura, a falda unica inclinata verso sud, sfrutterà l’irraggiamento solare in vista dell’istallazione di impianti solari fotovoltaici. Grande importanza riveste la questione della raccolta delle acque piovane. Una trave a “U” in acciaio, montata sulla linea di gronda, raccoglie l’acqua che scende dalla copertura, la trasposta in una prima vasca di raccolta da dove successivamente confluirà in un serbatoio di dimensioni maggiori. L’acqua accumulata servirà per usi irrigui. La facciata esposta a sud, in corrispondenza della vetrata sul living, sarà schermata da un pergolato in legno ricoperto da essenze vegetali spoglianti nei mesi invernali. In pianta l’edificio funziona secondo due fasce che corrono longitudinalmente. Quella a nord in cui sono dislocati i servizi e quella opposta nella quale prendono posto il living al centro e le stanze da letto ai due estremi. Il rivestimento della muratura a cappotto è realizzato con le pietre appartenenti alla muratura dell’edificio originario. Il pacchetto di tamponatura costituisce così un importante elemento tecnologico di controllo energetico. Allo stesso tempo, costituisce la pelle dell’edificio quanto mai rispettosa della tradizione architettonica del luogo.