Mitigazione degli aspetti visivi ed ambientali della A32 in Alta Val di Susa | Frederic Barogi

Le Vele di Confine (Progetto II classificato) Bardonecchia / Italy / 2008

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La vegetazione viene assunta quale elemento portante dell’idea progettuale attraverso la realizzazione di un bosco pensile, una pergola e un giardino verticale, pensati come materiali per introdurci al paesaggio italiano: un giardino che accoglie e che si occupa del viaggiatore.
Materiali definiti da un segno unitario che possa dare risposte sia ai problemi funzionali relativi alla mitigazione, che a quelli simbolici dettati dalla particolare collocazione geografica. Un segno costituito da un sistema di elementi artificiali (le vele) e di elementi naturali (i pini silvestri) che, viaggiando al limite tra due Nazioni e al limite tra artificio e natura come fosse un’operazione di Land Art permanente e funzionale, cela mostrandosi.
Attraverso la colonizzazione di aree geometricamente definite viene ristabilito un collegamento tra il bosco di pini silvestri della montagna, ora frammentato, ed il limite del tessuto urbano di Bardonecchia.
I pini, piantati a distanze diverse all’interno di trame definite, insieme alle “vele” s’accordano ad una frequenza che si altera in corrispondenza dei punti di permeabilità rappresentati dal viadotto e dei cambi di percezione visiva.
La strada, “ri-velata” attraverso l’impiego di un elemento propriamente nautico applicato ad una via di comunicazione terrestre, suggerisce l’idea straniante del viaggio liquido sospinto dall’elemento naturale del vento.
Un sistema di reti d’acciaio, le cui maglie sono la trama ingrandita della corteccia del pino, costituisce l’intelaiatura per ospitare delle “tasche” che contengono piante di sambuco rosso. Le vele hanno densità diverse, mutano nel corso della loro crescita e all’alternarsi delle stagioni così come le piante di sambuco non ne coprono uniformemente la superficie, ma presentano una concentrazione maggiore nella parte in corrispondenza del flusso veicolare a favorire sia il filtro acustico che lo schermo alle luci notturne dei veicoli in transito.
La montagna, in prossimità dei caselli autostradali, degli uffici e del futuro ingresso ai parcheggi interrati, diviene la loro nuova copertura (un tetto piano in forma di giardino pensile abitato da una colonia di pini silvestri), mentre le vele si trasformano in pergolati che coprono gli edifici doganali, i locali di servizio e parte del piazzale.
La natura esiliata si riappropria delicatamente del paesaggio entrando in relazione con l’opera dell’uomo tornando a dialogare e a coabitare con essa. La montagna e le vele si uniscono, così, in un abbraccio ideale che definisce e conclude la testata del sistema a costruire uno degli ingressi, una delle porte d’ Italia.
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    Project details
    • Year 2008
    • Client SITAF
    • Status Competition works
    • Type Landscape/territorial planning
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