Piano strutturale del verde pubblico del Comune di Senigallia (AN)
1° Premio Senigallia / Italy / 2008
0
Territorio e paesaggio come mosaico.
Fare un piano del verde significa spesso, nella prassi corrente, elaborare uno strumento di progetto e gestione delle alberature, o più in generale della componente vegetale presente in ambito urbano. Talvolta, nei piani più avanzati, si tenta anche di mettere a sistema le aree naturali presenti sul territorio, al fine di costituire una rete ecologica, e cioè una infrastruttura naturale e ambientale capace di costituire relazioni e di connettere ambiti territoriali dotati di una maggior presenza di naturalità. Si tratta in entrambi i casi di obiettivi importanti, che consentono di gestire e salvaguardare il patrimonio arboreo e soprattutto di individuare le tessere (matrici, macchie, corridoi) di un mosaico, che si presenta, specialmente in ambito urbano, molto spesso frammentato e confuso. L’attenzione è però rivolta prevalentemente al complesso sistema delle risorse naturali, integrato talvolta da prescrizioni relative all’arredo, agli impianti e alla segnaletica. Progettare un mosaico verde-oro-blu significa invece tentare di andare oltre la pur fondamentale necessità di mettere a sistema, di ampliare e di gestire le aree verdi, allargando la visuale al complesso degli spazi aperti e alle risorse culturali e sociali presenti sul territorio. Alla ricostituzione della rete ecologica si affianca quindi una strategia di diffusione capillare della qualità, intesa non solo come miglioramento dell’ambiente di vita, ma anche della qualità estetica e percettiva degli spazi, del loro funzionamento, delle relazioni sociali, dello sviluppo culturale. In quest’ottica la risorsa oro (la spiaggia) e la risorsa blu (la rete idrografica), così come la rete della mobilità e in generale tutti gli spazi pubblici, assumono lo stesso peso della risorsa verde, in un progetto allargato di riqualificazione globale del territorio comunale. La messa a sistema di tutte le componenti in gioco e la continua valutazione dei risultati ottenuti, costituiscono dunque questa proposta di Piano strutturale del verde, che non si pone come strumento perfetto, ma come strategia perfettibile, in continua evoluzione, per tentare di ricomporre il complesso e sfumato mosaico (ecologico, paesaggistico, estetico, sociale) di Senigallia.
Gli Obiettivi strategici del Piano sono stati quelli di:
- individuare i gap ecologici del territorio, per definire gli interventi progettuali necessari a dare continuità alla rete ecologica. - ripristinare la continuità ecologica e paesistica tra i vari ambiti territoriali, progettando anche strategie ed elementi per spezzare la continuità della “città lineare” parallela alla costa. - cambiare il ruolo degli spazi aperti da elemento occasionale, a nodo centrale della riqualificazione urbana, trasformandoli in una maglia diffusa strutturante l’intero territorio comunale. - integrare gli aspetti ecologici, paesistici e funzionali del cosiddetto verde urbano, promuovendo lo sviluppo quantitativo e qualitativo degli spazi aperti. soddisfare contemporaneamente esigenze globali e locali di qualità e sviluppo, senza privilegiare le une a scapito delle altre (prevedendo, dove questo non sia attuabile, meccanismi di compensazione). - creare una struttura spaziale di base che possa adattarsi a molteplici contenuti, eventi e programmi e trasformarsi nel tempo. - contenere i costi di realizzazione e gestione degli spazi aperti e distribuirli uniformemente tra centro e periferie urbane. ottenere l’efficienza gestionale degli elementi del verde urbano (puntuali, lineari, areali)
I criteri di pianificazione sono stati quelli di:
- promuovere l’integrazione e il coordinamento del piano strutturale del verde con i piani e i progetti di sviluppo urbano.
- impostare il piano non come un insieme definito di zone e di regole ma come processo continuo di revisione. Uno strumento cioè dove integrare due diverse e complementari strategie: l’ordine a lungo raggio, e cioè l’individuazione di obiettivi chiari e definiti a cui tendere nel lungo periodo, e la casualità a corto raggio, intesa come percorso flessibile che permetta di esplorare le possibili scelte e l’aderenza di queste alle richieste nel breve periodo.
- articolare il piano secondo tre momenti interconnessi in modo circolare, che si influenzano e si confrontano l’un l’altro, in un processo di trasformazione ed evoluzione continua.
Fare un piano del verde significa spesso, nella prassi corrente, elaborare uno strumento di progetto e gestione delle alberature, o più in generale della componente vegetale presente in ambito urbano. Talvolta, nei piani più avanzati, si tenta anche di mettere a sistema le aree naturali presenti sul territorio, al fine di costituire una rete ecologica, e cioè una infrastruttura naturale e ambientale capace di costituire relazioni e di connettere ambiti territoriali dotati di una maggior presenza di naturalità. Si tratta in entrambi i casi di obiettivi importanti, che consentono di gestire e salvaguardare il patrimonio arboreo e soprattutto di individuare le tessere (matrici, macchie, corridoi) di un mosaico, che si presenta, specialmente in ambito urbano, molto spesso frammentato e confuso. L’attenzione è però rivolta prevalentemente al complesso sistema delle risorse naturali, integrato talvolta da prescrizioni relative all’arredo, agli impianti e alla segnaletica. Progettare un mosaico verde-oro-blu significa invece tentare di andare oltre la pur fondamentale necessità di mettere a sistema, di ampliare e di gestire le aree verdi, allargando la visuale al complesso degli spazi aperti e alle risorse culturali e sociali presenti sul territorio. Alla ricostituzione della rete ecologica si affianca quindi una strategia di diffusione capillare della qualità, intesa non solo come miglioramento dell’ambiente di vita, ma anche della qualità estetica e percettiva degli spazi, del loro funzionamento, delle relazioni sociali, dello sviluppo culturale. In quest’ottica la risorsa oro (la spiaggia) e la risorsa blu (la rete idrografica), così come la rete della mobilità e in generale tutti gli spazi pubblici, assumono lo stesso peso della risorsa verde, in un progetto allargato di riqualificazione globale del territorio comunale. La messa a sistema di tutte le componenti in gioco e la continua valutazione dei risultati ottenuti, costituiscono dunque questa proposta di Piano strutturale del verde, che non si pone come strumento perfetto, ma come strategia perfettibile, in continua evoluzione, per tentare di ricomporre il complesso e sfumato mosaico (ecologico, paesaggistico, estetico, sociale) di Senigallia.
Gli Obiettivi strategici del Piano sono stati quelli di:
- individuare i gap ecologici del territorio, per definire gli interventi progettuali necessari a dare continuità alla rete ecologica. - ripristinare la continuità ecologica e paesistica tra i vari ambiti territoriali, progettando anche strategie ed elementi per spezzare la continuità della “città lineare” parallela alla costa. - cambiare il ruolo degli spazi aperti da elemento occasionale, a nodo centrale della riqualificazione urbana, trasformandoli in una maglia diffusa strutturante l’intero territorio comunale. - integrare gli aspetti ecologici, paesistici e funzionali del cosiddetto verde urbano, promuovendo lo sviluppo quantitativo e qualitativo degli spazi aperti. soddisfare contemporaneamente esigenze globali e locali di qualità e sviluppo, senza privilegiare le une a scapito delle altre (prevedendo, dove questo non sia attuabile, meccanismi di compensazione). - creare una struttura spaziale di base che possa adattarsi a molteplici contenuti, eventi e programmi e trasformarsi nel tempo. - contenere i costi di realizzazione e gestione degli spazi aperti e distribuirli uniformemente tra centro e periferie urbane. ottenere l’efficienza gestionale degli elementi del verde urbano (puntuali, lineari, areali)
I criteri di pianificazione sono stati quelli di:
- promuovere l’integrazione e il coordinamento del piano strutturale del verde con i piani e i progetti di sviluppo urbano.
- impostare il piano non come un insieme definito di zone e di regole ma come processo continuo di revisione. Uno strumento cioè dove integrare due diverse e complementari strategie: l’ordine a lungo raggio, e cioè l’individuazione di obiettivi chiari e definiti a cui tendere nel lungo periodo, e la casualità a corto raggio, intesa come percorso flessibile che permetta di esplorare le possibili scelte e l’aderenza di queste alle richieste nel breve periodo.
- articolare il piano secondo tre momenti interconnessi in modo circolare, che si influenzano e si confrontano l’un l’altro, in un processo di trasformazione ed evoluzione continua.
0 users love this project
Enlarge image
Territorio e paesaggio come mosaico.Fare un piano del verde significa spesso, nella prassi corrente, elaborare uno strumento di progetto e gestione delle alberature, o più in generale della componente vegetale presente in ambito urbano. Talvolta, nei piani più avanzati, si tenta anche di mettere a sistema le aree naturali presenti sul territorio, al fine di costituire una rete ecologica, e cioè una infrastruttura naturale e ambientale capace di costituire relazioni e di connettere ambiti...
- Year 2008
- Client Comune di Senigallia
- Status Competition works
- Type Parks, Public Gardens / Waterfront / Urban Furniture / Landscape/territorial planning
comment