Urban park of "Campi Diomedei" | PIER FEDERICO CALIARI

Parco urbano dei “Campi Diomedei” sull’area denominata “ex Ippodromo” di Foggia Foggia / Italy / 2012

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PREMESSA Il problema principale del progetto per il Parco Urbano dei Campi Diomedei sta, a nostro modo di vedere, nel rapporto esistente tra un’area di grandi dimensioni, vincolata e teoricamente inedificabile, e la sua valorizzazione attraverso opere finalizzate alla realizzazione di un servizio sociale legato al tempo libero. Obbiettivo del progetto è infatti la realizzazione di una nuova centralità urbana ambientata in un contesto paesaggistico naturale dotato di testimonianze archeologiche; centralità che deve essere intesa come risorsa per la città di Foggia, sia in termini sociali sia in termini di immagine urbana. Ed è evidente che tutto ciò non può e non deve costituire un ulteriore costo per l’amministrazione ma piuttosto un elemento di ricchezza capace autonomamente di sostenersi, prima ancora di voler essere sostenibile, e capace di offrire un servizio stabile alla cittadinanza che sia sempre all’altezza dell’offerta di qualità e sicurezza. Quindi, punto primo: non gravare sui contribuenti. I temi del concorso appaiono quindi molto più articolati e complessi sotto l’aspetto gestionale e amministrativo che non sotto quello della qualità del disegno, che pur esiste. Verrebbe quasi da proporre, come condizione per il successo dell’operazione, un attento modello di cooperazione tra pubblico e privato prima di pensare a cosa disegnare. Inoltre, va da sé che tutto ciò che verrà pensato e disegnato per il Parco (opere impiantistiche, movimento terra, piantumazione, ecc) dovrà essere negoziato e autorizzato dalla Soprintendenza competente. Sotto questo punto di vista, il rapporto con le preesistenze archeologiche appare come quello più delicato. Infatti una cosa è musealizzare ciò che è stato scavato ed è oggi visibile, e un conto è inquadrare nel disegno del Parco la prosecuzione futura degli scavi. E, altra cosa ancora è stabilire fino a dove ha senso attivare un intenso processo di piantumazione su un’area archeologica, dove il rischio della distruzione delle preesistenze affioranti da parte del movimento delle radici è tutt’altro che remoto. Insomma, i rischi che un grande progetto no profit possa in seconda battuta collassare di fronte alle difficoltà gestionali, traducendosi da risorsa potenziale a costo economico,a nostro modo di vedere esiste. Elementi fondativi del parco: forma e disegno Sotto il profilo del disegno del parco, si è proceduto con il seguente procedimento fondativo: a) Perimetrazione e definizione della pertinenza dell’area archeologica. Individuazione, nel vasto sedime trapezoidale dell’area, di un baricentro capace di distribuire in modo ponderale le diverse zone funzionali richieste dal bando e sufficientemente distante dall’area ad alto rischio archeologico. b) Tracciatura del principale asse di attraversamento del Parco, che si sviluppa quasi totalmente lungo la diagonale maggiore dell’area trapezoidale, dal vertice nord orientale in prossimità del parco lineare della Villa Comunale, all’ingresso fieristico di Viale Fortore. c) Individuazione e dimensionamento di un grande anfiteatro naturale a forma ellittica, dotato nella propria sezione di rilevato, di superfici per parcheggio custodito e spazi commerciali e spazi per la didattica riferita all’area archeologica. d) tracciatura e dimensionamento di un lago e di un corso d’acqua artificiali, con finalità sia estetiche (dimensione paesaggistica), sia tecnologiche (irrigazione e utilizzo per sfruttamento di energia rinnovabile) e) sviluppo dei percorsi pedonali e ciclabili sia in piano sia sul rilevato dell’anfiteatro in base alle aree funzionali richieste dal bando (luoghi per esposizioni all’aperto di opere di scultura, per concerti all’aperto area recintata per i cavalli ecc.). f) posizionamento e distribuzione delle essenze vegetali L’anfiteatro verde Come accennato precedentemente il progetto è caratterizzato fondamentalmente dalla presenza di un grande anfiteatro verde di forma ellittica, con l’asse maggiore di metri 325 e quello minore di metri 275, all’interno del quale viene realizzato un lago artificiale, anch’esso ellittico (dimensioni 94×149). Il grande recinto ellittico. L’anfiteatro è orientato nord-ovest_sud-est lungo con l’asse maggiore corrispondente alla mezzeria del principale attraversamento del Parco. All’interno, sotto la coltre terrosa e verde, si sviluppano gli spazi adibiti a parcheggio pubblico, centro commerciale e servizi e, nella porzione in prossimità dell’area archeologica, a museo. Lo spazio interno agli elevati, così configurato, presenta una galleria distributiva centrale illuminata mediante grandi lucernari conici che raggiungono il top dell’anfiteatro verde. Le funzioni, in esso contenute sono studiate essenzialmente per garantire: la sostenibilità economica dell’intervento mediante la dotazione di servizi (parcheggio e centro commerciale ) per le attività situate nei pressi del parco, sia produttive –università, fiera- che residenziali; La sostenibilità economica della gestione successiva, ed in particolare delle attività di scavo archeologico; La dotazione di spazi necessari allo svolgimento delle attività collaterali allo scavo archeologico, finalizzate all’esposizione, alla didattica e della ricerca, affidate alla gestione diretta o indiretta della Soprintendenza (spazi museali, per workshop, convegni, ecc. La musealizzazione degli scavi archeologici Il progetto prevede una strategia articolata in diverse soluzioni di musealizzazione delle aree scavate: a) Musealizzazione delle attuali rovine. Si propone di proteggere le attuali rovine mediante la realizzazione di una copertura realizzata con una serie in elementi prefabbricati, realizzati con tecnologia reversibile, posizionati in batteria a formare una sorta di pettine, o meglio due pettini affrontati. I “denti” dei pettini, di dimensione tra loro differente, si protendono a sbalzo fino a formare una volta caratterizzata da nervature mistilinee. Tra una nervatura e l’altra la luce filtra creando una successione di “quinte di luce”, trapassate dalla passerella sospesa sulle rovine che corre da un capo all’altro dello scavo. b) Musealizzazione delle future aree di scavo en plein air Con l’ampliamento dello scavo si pone il problema della successiva musealizzazione. L’idea è quella di utilizzare lo stesso principio espresso nel punto precedente. Tuttavia non è possibile prevedere lo sviluppo geometrico dello scavo e quindi la sua forma. La musealizzazione secondo lo schema a galleria sopra descritto, funzionerebbe se lo scavo procedesse in modo lineare. Se così fosse la galleria potrebbe essere prolungata è parzialmente interrata creando una passeggiata archeologica semi ipogea. c) Musealizzazione di eventuali aree presenti sotto la superficie coperta dell’anfiteatro. Se la presenza archeologica dovesse presentarsi in modo chiaro e consistente in prossimità della superficie coperta dell’ellisse dell’anfiteatro, il procedimento proposto è quello di musealizzare le rovine all’interno degli spazi interni del rilevato, rendendoli protetti e percepibili e accessibili direttamente dai percorsi di uso quotidiano, che si snodano tra le attività commerciali e museali, previste dal progetto.
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    PREMESSA Il problema principale del progetto per il Parco Urbano dei Campi Diomedei sta, a nostro modo di vedere, nel rapporto esistente tra un’area di grandi dimensioni, vincolata e teoricamente inedificabile, e la sua valorizzazione attraverso opere finalizzate alla realizzazione di un servizio sociale legato al tempo libero. Obbiettivo del progetto è infatti la realizzazione di una nuova centralità urbana ambientata in un contesto paesaggistico naturale dotato di testimonianze archeologiche;...

    Project details
    • Year 2012
    • Client Comune di Foggia
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Urban Furniture / Conference Centres / Exhibitions /Installations
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