Appunti di viaggio

Il valore del disegno dal vero

by Nicola Calvio
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Appunti di viaggio – Il valore del disegno dal vero

Mare Tirreno, 2 giugno 2012

Alcune settimane fa si discuteva tra colleghi di quanto fosse cambiata la professione dello studente di architettura nella contemporaneità rispetto ai tempi dei nostri rispettivi vissuti. Anzi, nello specifico si osservava come la generazione di architetti formatosi al volgere del nuovo millennio sia stata l’unica a conoscere il passaggio dalla tradizione del vecchio tavolo da disegno (con tutto ciò che comportava) a ciò che avremmo conosciuto poi come l’immenso e fantasmagorico universo dei computer.

La nostra è stata l’ultima generazione di architetti che a buon diritto può affermare di aver conosciuto sia la vecchia scuola che la nuova dell’era digitale. Ricordate – mi rivolgo a chi si rispecchierà in queste parole – quali obsolete e curiose tecniche si imparava a padroneggiare? L’utilizzo della lametta per “grattare” l’errore inchiostrato sul foglio di carta lucida! E le composizioni e aggiunte ad “intarsio” con il vecchio caro nastro adesivo trasparente?! Cosa dire invece dei giorni e ancora più nottate passate al “tecnigrafo” a lucidare (che verbo!) in bella copia come degli amanuensi moderni. Infine, cosa da non sottovalutare, l’immenso lavoro eseguito a mano libera (con più o meno maestria grafica) con cui puntualmente ogni studente doveva cimentarsi.

Tutto ciò, ad un certo punto ha cominciato a svanire nella decadenza tecnica a favore di ciò che potrebbe umoristicamente essere descritta come “l’arma di distruzione di massa dello studente di architettura”: il computer!

Certo, la  mia descrizione può sembrare azzardata ma – se ci pensiamo bene – tale introduzione ha prodotto un vero e proprio salto di paradigma nella preparazione dell’architetto. Non metto in dubbio che oggigiorno si possano concepire disegni altamente immaginifici, che il computer dia sfogo e sollievo all’eccezionale impeto di ciascuna creatività ma – mi chiedo – cosa è rimasto del disegno a mano libera? Dello schizzo che sublimava in pochi tratti l’essenza del pensiero dell’architetto?

Posso dire che abbia vissuto una autentica fortunata epoca, il passaggio dalla tecnica “artigianale” all’epopea CAD. La mia stessa tesi fu eseguita al computer ma con “tecniche miste” fatte di mano libera, scanner, editing fantasiosi (a volte esagerati) ed assemblaggi in funzione di stampe su supporti che al tempo erano il non plus ultra: la carta fotografica satinata. Tutto ciò per affermare quanto sia fondamentale – a proprio giudizio – la manualità del disegno per la formazione professionale.

Esempio del proprio singolare percorso educativo si possono vedere in alcuni disegni riprodotti in allegato (grazie alla tecnologia moderna). Essi sono il frutto del corso di Arte dei Giardini tenuto dal prof. Giuseppe Greco presso la Facoltà di Architettura di Valle Giulia a Roma, nel lontano 1998. L’intento non è quello di esibire i disegni prodotti in quanto opere di chissà quale valore artistico (riconosco i limiti ovvi rispetto alle scuole di giusto indirizzo) bensì di far comprendere al contemporaneo lettore ciò che la mia schola (permettetemi il termine) ci ha regalato: metterci alla prova nella rappresentazione dal vero.

Dubito che le nuove generazioni passino sotto le forche caudine del disegno a mano libera, posso anche sbagliarmi (anzi lo spero) e ciò per dire che sebbene i moderni e nuovissimi processori “made in P.R.C.” a prezzi stracciati rendano la professione più veloce e rappresentativa, si è perso qualcosa che possono comprendere solo quegli architetti che hanno studiato e disegnato miriadi di nottate – magari alla luce di lampade azzurrate – a furia di rapidograph zerodue e zeroquattro.

I disegni riprodotti sono:

AG-01 “Il Giardino di Piazzale delle Canestre” (disegno dal vero)

AG-03 “Il Giardino di Piazzale delle Canestre” (rilievo planimetrico e prospetto dal vero)

AG-04 “Studio su Piazza di Siena vista dalle panchine in prossimità della Fontana dei Cavalli Marini”

AG-06 “2^ ex-tempore in aula” (ricopiatura di paesaggio estratto a caso)

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    • Nicola Calvio

      Nicola Calvio

      Architect

      Rome / Italy

      L'attività dello studio è fortemente incentrata sul campo della progettazione e direzione lavori. Gli ambiti prevalenti sono quelli dell'edilizia residenziale e della riqualificazione urbana. Ha collaborato con numerose imprese di costruzioni ed altri architetti / ingegneri su molteplici progetti. Negli ultimi tempi sta approfondendo i settori del fotovoltaico, degli appalti pubblici e delle perizie legali.)