Lisbona, diva di seduzione

“Non ci sono per me fiori che siano pari al cromatismo di Lisbona sotto il sole.” F. Pessoa

by Monica Botta
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Soprannominata la ”città bianca”, Lisbona ha smesso gli abiti di città struggente e malinconica, imprigionata nel cliché della saudade e delle note del fado, per trasformarsi in una delle città più vivaci e dinamiche d’Europa, “Best Destination City Breaks” del 2010

«Sollevata sul mare, al margine del fiume». Così, con le parole di una famosa canzone portoghese, mi appare  Lisbona dall’aereo, osservando il Tago che sotto mentite spoglie è  ancora corso d’acqua esteso lungo la città prima di sfociare  nell’Oceano Atlantico. Toccato il suolo portoghese, inforchiamo gli occhiali da sole e, casco sulla testa, eccoci alla guida di un piccolo go-car giallo, il nostro transfer verso la città: divertente start-up di questo trip.

Ci accolgono il sole caldo di settembre, una temperatura invidiabile, e le prime impressioni di Lisbona. Ci hanno raccontato che il fado è la canzone popolare lisboeta per eccellenza, che  non puoi andare via dalla città senza aver assaggiato i pastéis,  che esistono 365 modi per cucinare il baccalà in Portogallo.

Ma forse Lisbona non è solo questo. Poliedrica, camaleontica, affascinante, Lisbona è una città inaspettatamente sorprendente, ricca di scoperte. Luce particolare, costruzioni recenti, palazzi antichi lucidi di decorazioni, piastrelle e azulejos, gente di etnie diverse che cammina, sorridente, e orde di giovani studenti universitari che imperversano per le strade nella prima settimana di apertura dell’anno accademico.

Adagiata su sette colline, la città vive nelle diverse anime dei suoi quartieri, dal reticolo ordinato della Baixa ai vicoli tortuosi della città araba, l’Alfama, dove batte il cuore più popolare e autentico della città, dai negozi eleganti del Chiado ai ristoranti e ai locali del Barrio Alto, ma anche lungo i docas, gli antichi magazzini portuali trasformati in locali trendy, a Belém o al Parque das Nações, costruito per l’Expo ’98.

Lisbona appare complessa e semplice assieme. Colpisce questa sua sfaccettatura nel presentarsi antica, storica, e nel contempo modernissima e attuale.

A differenza di altre città europee, Lisbona vive di questi contrasti accesi, senza mai avere dei punti di rottura. Indagandola bene si scopre una città colta e al tempo stesso popolare, ricca d’arte, di centri culturali, poliedrica insomma.Si respira un’aria d’intraprendenza, un po’ velata, che non si coglie al primo sguardo.Forse sono tutte queste qualità che hanno permesso alla città portoghese di vincere nuovamente, per il secondo anno consecutivo, la categoria Best Destination City Breaks in Europe ai World Travel Awards di Londra nel 2010, uno dei più alti riconoscimenti che una destinazione turistica possa ricevere.

Il pranzo di questo viaggio di due giorni, alla scoperta della capitale portoghese, è previsto nel luminoso ristorante all’attico del nuovissimo Altis Belém Hotel & Spa, raffinato boutique hotel a cinque stelle, ubicato in una delle posizioni più privilegiate della città, nella piazza Restauradores, proprio di fronte alla stazione Rossio, in pieno centro storico. L’hotel, ricavato da un antico palazzo recentemente ristrutturato, vanta un design moderno, sofisticato. Le 68 camere e 2 suite, distribuite su sei piani, garantiscono servizi accessori di lusso; arredate con eleganza e comfort, esaltano un arredo urban-chic che caratterizza fortemente la struttura. Il rooftop che ospita il ristorante e il bar lounge, con vista spettacolare a 360°, è perfetto per eventi intimi accompagnati da ottimo cibo. La posizione strategica dell’hotel permette la sinergia con gli spazi meeting che il centro città offre, come ad esempio l’Espaço Rossio, una sala multifunzionale all’interno della stazione del Rossio.

Dopo lo stop del pranzo ci avviamo verso la  Baixa, il centro città, e raggiungiamo l’Elevador de Santa Justa - costruito in ferro e decorato con quadrifore, dai singolari parallelismi con l’architettura della Tour Eiffel - che ci accompagna con i suoi ascensori fino in cima alla torre, alla quale si accede per una stretta scala a chiocciola. Qui, giusto premio, la spianata di un caffè con splendida vista sul Rossio, la Baixa e il Castello di São Jorge, situato sulla collina opposta, il fiume Tago e le Rovine del Convento del Carmo.

La visita delle rovine - uno dei pochi monumenti gotici sopravvissuti al terribile terremoto del 1755 - mi colpisce particolarmente. L’imponente cattedrale gotica ormai a cielo aperto, di cui rimangono solo le vestigia delle ossature con dettagli stile gotico e manuelino, è una location alternativa, ricca di suggestione, adatta per eventi en plein air fino a 500 persone.

La nostra prima giornata si avvia verso la cena, non prima di una passeggiata nella zona elegante e ricca del Chiado, cuore pulsante di Lisbona. Questo quartiere dal sapore letterario prende il nome dal poeta rinascimentale Ribeiro (detto Chiado); al numero 120 di Rua Garrett si aprono le vetrine della celebre caffetteria A Brasileira che aveva tra gli habitués scrittori famosi. Qui veniva anche il poeta Fernando Pessoa, cui è dedicata la statua in bronzo che è il soggetto preferito dai turisti-fotografi.

La cena del primo giorno si consuma in un locale superlativo nei docas in riva al fiume, il Kais, esempio di architettura industriale mirabilmente rinnovato. Spettacolari suggestioni in questa antica officina elettrica, che, nella scenografia di numerose candele, in un riverente tributo alla struttura in ferro dell’edificio, nell’arredo che si ispira a Frank Lloyd Wright, ci consente di gustare alcune squisitezze della cucina portoghese. Nota caratteristica del locale è lo strano modo di chiamarsi tra i camerieri: uno schioccare di lingua come a richiamare un gatto.

Il giorno successivo partiamo per le zone limitrofe dove ci accoglie, avvolto in una vegetazione lussureggiante, il Tivoli Palácio de Seteais. Dimora storica del diciassettesimo secolo, ristrutturata nel 2009, è oggi uno degli hotel di lusso, charme e atmosfera più belli della regione. Intriso di romanticismo, è location ideale per cerimonie ed eventi glamour per i suoi ambienti fiabeschi, le sue stanze in stile neo classico e il suo giardino all’italiana con panorama mozzafiato. Dopo la visita di Sintra - pittoresca cittadina divenuta famosa come luogo di ritiro estivo dei reali portoghesi e protetta dall’UNESCO - e un veloce passaggio alla marina di Estoril, arriviamo all’Oitavos Hotel, imponente struttura alberghiera dai grandi spazi, inaugurata a settembre nel cuore di Quinta da Marinha, all’estremità occidentale della costa dell’Estoril. Con 142 stanze e suite, sale meeting per 300 persone, una Spa e un campo da golf a 18 buche, è una delle strutture più nuove adatte a un incentive all’insegna di sport e relax.

È l’ora di pranzo: ci aspettano suggestioni visive e ricche di sapori al Fortaleza do Guincho, ristorante premiato con una stella Michelin, sotto la direzione dello chef Vincent Farges che propone un menu degustazione e delicatezze à la carte come fois gras al porto, insalata di aragosta all’olio di argan o petto d’anatra ai frutti d’autunno accompagnati da una lista di vini che conta più di 800 etichette. Arroccato sull’Oceano Atlantico, sulla punta più estrema di questa terra, con scogliere battute dai venti e dalle onde - meta di surfisti tutto l’anno -, l’hotel Relais & Chateaux dal fascino medievale che ospita il ristorante è luogo ricco di storia da cui godere la superba vista del Cabo da Roca, il punto più occidentale del continente europeo.

Al rientro andiamo a visitare una zona modernissima sulle rive del Tago, tempio dell’avanguardia lisboeta: il Parque das Nações (Parco delle Nazioni), area re-urbanizzata per l’Expo del 1998, rimasta ancora tutt’oggi un ammirevole esempio di riqualificazione urbana. Dei diversi edifici costruiti per l’Expo restano a disposizione degli organizzatori il Padiglione Atlantico, che ospita concerti e convegni, il Palazzo della Fiera di Lisbona, dove si svolgono tutte le manifestazioni più importanti della città, e la Torre Vasco da Gama, con il suo ristorante panoramico a 120 metri di altezza.

Da qui si gode una vista stupenda sull’altra sponda e sul ponte intitolato anch’esso a Vasco de Gama, il più lungo d’Europa.Giusto il tempo di fare qualche foto alle moderne architetture e alla foresta di tralicci che caratterizzano la Estaçao do Oriente dell’architettoSantiago Calatrava, poi tutti si affrettano a immortalare il gigantesco subacqueo che campeggia fuori dall’Oceanário, il più grande acquario d’Europa, che ospita 16.000 animali e piante di 450 specie differenti.

L’imbrunire e il tramonto di questa assolata giornata portoghese sono gustati al Belvedere del Castello di São Jorge, prima di  arrivare alla vera e propria “degustazione” di alcuni dei migliori  vini della regione. Ceniamo in pieno centro storico, lo sguardo rivolto verso i tetti di Lisbona, al Tágide, ristorante segnalato dalla guida Michelin.  La serata si conclude con una passeggiata che ci vede persi nel quartiere del Barrio Alto, collegato con la città bassa dai piccoli elevador, trenini a cremagliera composti da un unico vagone. Cuore pulsante non solo della movida lisboneta, ma anche europea, il Barrio Alto - luogo di ritrovo dei giovani che affollano le stradine fino a notte inoltrata - è ricco di vita e di locali caratteristici dove si ascolta ogni genere di musica, dal jazz al tradizionale fado.

Il mattino dell’ultimo giorno andiamo a visitare il Jeronimos 8, un albergo a quattro stelle membro di Design Hotel, nel pieno centro del pittoresco quartiere di Belém. In questo piccolo hotel di 65 camere, dal design pulito e giovane, gustiamo i famosissimi pastéis della più rinomata e antica pasticceria di Belém, attiva dal 1837. Uscendo dall’hotel siamo subito immersi nell’atmosfera del quartiere che prende il nome dalla Torre di Belém e andiamo a visitare il  Monastero dos Jerónimos (entrambi patrimonio UNESCO), in stile manuelino, realizzato per celebrare il ritorno di Vasco de Gama. Il chiostro del monastero lascia tutti esterrefatti.

Complice la luce, l’architettura armoniosa di questo monumento ci appare calda ed elegante nei decori, assolutamente commovente nella sua bellezza. Racchiuso nella zona monumentale, il  Centro Culturale di Bèlem (CCB) - frutto dell’ingegno di architetti di fama mondiale tra cui anche l’italiano Vittorio Gregotti - rappresenta un polo di divulgazione culturale a livello mondiale. La struttura è sede di mostre, spettacoli e concerti, e ospita il Museo Berardo e un centro congressi. Con un auditorium da 1400 posti, una sala plenaria da 1500 e altre 16 sale da 30 a 350 persone, il CCB è sicuramente una delle sedi più importanti della città per eventi e manifestazioni di ogni genere. La mattinata si conclude con una rapida visita al Pestana Palace Hotel, lussuoso ed elegante hotel a cinque stelle membro dei Leading Hotels of the World; la sua bellezza lo inserisce di diritto nell’elenco dei Monumenti Nazionali del Portogallo. Completamente circondato da un parco di piante subtropicali, vanta interni sfarzosi, ricchi di decori e di storia, e 174 stanze e suite suddivise fra la New Wing e il Palace. Per eventi di gala, sfilate di moda, lancio di prodotti e seminari, l’hotel mette a disposizione 15 sale da 12 a 480 posti a teatro.

E con questa ultima stupenda location negli occhi e nel cuore partiamo verso l’aeroporto.

L’impressione che ci lascia Lisbona è quella di una città stranamente dinamica, che risplende di colori unici e di un’atmosfera vibrante. Se i pastéis restano un vero piacere per il palato, forse il fado non è più l’unica anima del Portogallo. Purtroppo però noi non siamo riusciti ad assaggiare tutti i 365 modi di mangiare il baccalà. Per questo motivo (ma non solo per questo) ci toccherà tornare a Lisbona, città che seduce e resta impressa nella memoria.

(articolo Architett'Art su 2MORROW nr.4 - 2010)

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Comments
  • Monica Botta

    a te Cecilia!:-)

  • Monica Botta

    "Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d'estate. Una magnifica giornata d'estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell'imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il "Lisboa" aveva ormai una pagina culturale, e l'avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte." Antonio Tabucchi (Pisa, 24 settembre 1943 – Lisbona, 25 marzo 2012)

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Altis Belém Hotel & Spa

Lisbon / Portugal / 2009