L'ARTE È SACRA. SOPRATTUTTO L'ARCHITETTURA.

Il rinnovato impulso all'edilizia liturgica, la sostenibilità delle chiese nel contesto urbano e le proprietà miracolose del gres porcellanato.

by Andrea Press Office
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"Dio è nei dettagli" , come disse Ludwig Mies van der Rohe, celebre architetto tedesco fra i maestri del Movimento Moderno. Mai espressione fu più appropriata, se pensiamo all'architettura sacra e all'attenzione prestata ai particolari aspetti tecnici della progettazione, al ruolo sociale di un edificio liturgico e ai significati che un luogo di culto acquista inserendosi nel contesto urbano.

 

Aspetti tornati fondamentali dopo il Concilio Vaticano II, con figure ispiratrici come il Cardinale Larcaro sostenitore di una costruzione religiosa in costante dialogo con la città, e spinti al centro del dibattito sull'architettura contemporanea anche grazie alle opere realizzate da archistar come Tadao Ando, Mario Botta, Richard Meier e Renzo Piano. Ma soprattutto grazie al rinnovato impulso promotore della Conferenza Episcopale Italiana, che solo in questo periodo ha indetto un concorso per la progettazione di una nuova chiesa a Mantova e sta definendo i bandi di committenza per le diocesi di Forlì, Lucca e Monreale.

 

L’attivismo dei committenti ecclesiastici appare in controtendenza rispetto al generale rallentamento del settore, con un calo complessivo di nuove edificazioni del 44% fra il 2006 e il 2012 e una situazione del mercato non residenziale che sta faticosamente provando ad invertire la rotta. Una ripresa che sembra mettere radici soprattutto nello sviluppo delle tendenze di sostenibilità ambientale ed urbana, orientamento da sempre caro alla stessa CEI. Se progettazione green e riqualificazione sono il futuro possibile dell’architettura, l’edilizia sacra si pone “per vocazione” nel solco di quella “ecologia umana” auspicata dagli ultimi pontificati: la selezione accurata di materiali non pericolosi per la salute, l’attenzione all’efficienza energetica dell’edificio, la scelta di impianti tecnologicamente avanzati e sistemi costruttivi che favoriscano l’esposizione solare delle strutture di culto. Gli esempi virtuosi sono diffusi, dalle oltre 700 chiese tedesche che hanno i pannelli fotovoltaici installati sul tetto al Sacro Cuore Immacolato di Maria a Brembo di Dalmine (BG), dove i progettisti dello studio Pbeb hanno realizzato una chiesa all’interno di una fabbrica dismessa.

 

Un edificio liturgico che abbia dunque sempre meno il carattere di monumento e sempre più quello di architettura dotata di precise caratteristiche funzionali, quali sicurezza ed accessibilità universale. Oltre a rispettare l’equilibrio con l’ambiente circostante, sia esso paesaggio o tessuto urbano. In particolare, le costruzioni religiose capaci di parlare un linguaggio contemporaneo riescono a coniugare l’innovazione di forme e materiali con la riconoscibilità di un luogo preposto alla spiritualità, punto di riferimento all’interno del contesto sociale e per l’identità locale di cui è parte.

 

L’ecosostenibilità è pertanto fra gli obiettivi di un’architettura sacra che vuole esprimere il concetto di comunità, con l’utilizzo di materiali green che rappresentano la sintesi di estetica contemporanea e qualità funzionale. Parlando di materiali, la ceramica è storicamente una soluzione molto impiegata nella realizzazione di costruzioni religiose, ad esempio per la decorazione di cupole e colonnati o per il rivestimento di pareti interne. Un ruolo di primo piano ribadito oggi dal gres porcellanato, con le sue proprietà "miracolose" quanto ad adattabilità a diversi cromatismi e spazi di diverse dimensioni grazie alla disponibilità di differenti formati e spessori. Questa caratteristica, unitamente all'eliminazione di smalti, consente l'utilizzo del materiale sia in interno che in esterno, come nel caso del gres porcellanato firmato DSG Ceramiche e scelto da Itinera Studio Associato e Itaca Architetti Associati per il progetto proposto al concorso dell'Arcidiocesi di Sorrento-Castellamare di Stabia per la parrocchia di Santa Maria del Carmine (NA). Gli specifici prodotti DSG selezionati per l'eventuale realizzazione dell'edificio ecclesiastico sono Basaltina e Luserna, entrambi nella versione bocciardata: lastre di gres porcellanato resistenti all'abrasione, con coefficiente di attrito R11 (ideale per l'uso ad alto traffico) ed effetto pietra in grado di valorizzare le estensioni più ampie. Un dettaglio estetico indispensabile per la resa di un unico basamento che, nelle intenzioni dei progettisti, ha visivamente origine dalla croce all'interno della chiesa e raggiunge l'esterno dell'edificio percorrendone tutto il perimetro e componendosi nel sagrato in un sedile che offre accoglienza. I principi ispiratori del progetto richiamano infatti la relazione inscindibile fra liturgia e vita quotidiana dei credenti, rappresentata da una pavimentazione effetto pietra vulcanica che elimina qualsiasi soluzione di continuità fra le varie parti dell’architettura sacra.

 

 

Per tornare alle citazioni, e in particolare a un altro autorevolissimo esponente del Movimento Moderno come Le Corbusier, "L'architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi raggruppati sotto la luce". Una luce che, in certi casi più che in altri, può davvero dirsi di origine divina.

 

 

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